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Cambia lo slogan ma, in questo momento, non possiamo dire con nessuna certezza se cambia la musica. Se per gli omicidi al grido “Allah Akbar” Gioele Magaldi più di una volta ci aveva illuminati attraverso l'esplicazione di quelli che erano i messaggi “nascosti” (per esempio quelli legati alle date - non solo alle date -, a precise “ricorrenze massoniche” ai mandanti ed altro), qui, invece, fino ad oggi, navighiamo nel buio.

Jo cox era una parlamentare laburista britannica di 41 anni che aveva dedicato buona parte della sua vita alla lotta alla povertà e alle disuguaglianze (lascia il marito e due figli).

L'unica “certezza” che abbiamo di quest'omicidio brutale (sorrido, naturalmente, di fronte alla parola “certezza” ed assai amaramente: considerando il fatto che c’è di mezzo un morto ed una famiglia distrutta senza motivo...), per lo meno stando alle dichiarazioni dei media, e che l'omicida, secondo un testimone (solo uno dei presenti), a quanto pare, avrebbe urlato lo slogan  “Britain first”... “Prima la Gran Bretagna!”

I giornali, inoltre, scrivono che «il killer era vicino ai nazisti americani» e, come se non bastasse, sempre secondo il racconto dei media, quando i giudici i Tribunale hanno chiesto al presunto assassino il suo nome, l'uomo -  Tommy Mair - avrebbe così risposto: «Il mio nome è morte ai traditori, Gran Bretagna libera.»

Detto questo: se per un attimo si considera che un giorno si e l’altro pure chi è favore dell’Unione Europea viene considerato come una sorta di “EROE” della “PACE” e chi è contro un “criminale nazista” e quant’altro, allora, forse, mi tocca dire che per quelli dell’Unione Europea, il gioco è praticamente quasi fatto. 

Abbastanza inutile affermarlo: quest'omicidio, considerando la narrazione mediatica, ricorda tante delle stragi al grido “Allah Akbar” ma qui, “naturalmente”, si gridava “Britain first”...

Quest'omicidio “strano” ed “assai puntuale”, dopo che tutte le pesantissime minacce di “nuova guerra mondiale”, “recessione per anni ed anni”, “disoccupazione galoppante ed inarrestabile”, “prezzi alle stelle”, “pensioni, presente e futuro a rischio”, “taglio netto dei salari, degli investimenti ed aumento delle tasse” e quant'altro erano andate contro il volere degli uomini della Troika (come affermavo: non ho mezzi per fornire ulteriori dettagli, quindi non posso dire altro ne trarre “strane” conclusioni sugli eventuali veri mandanti e/o veri esecutori materiali - ammesso che ci siano altri esecutori e mandanti - e/o le reali motivazioni di quest'omicidio... ), ahimé, oggi, mi trovano d'accordo con le conclusioni di un articolo (che poi sono le conclusioni di tanti articoli, oltre che dei reali sondaggi): se fino a poche ore fa l'uscita della Gran Bretagna era praticamente certa, questo “strano” ed “assai puntuale” omicidio, forse, cambia veramente tutto... Temo che la “gabbia criminale” che ha demolito Paesi, sotterrato Parlamenti e Costituzioni, defenestrato politici scomodi, sterminato decine di milioni di famiglie in pochi anni, demolito Democrazia, Diritti, lavoro, pensioni, presente e, se continuiamo di quando passo, il futuro di milioni di persone, esattamente com’é accaduto in Austria pochi giorni fa attraverso brogli impressionanti ed assolutamente non tollerabili, continuerà.

La mia era principalmente una speranza di primo “SCHIAFFONE” pubblico ed a pieno viso a questi signori tecnocrati/burocrati che non hanno nessuna idea di cosa sia la Democrazia (e se qualcuno di questi signori ha anche solo la minima idea di cosa sia la Democrazia, voglio dirgli quanto segue: dovete avere PAURA... perchè forse, come qualcuno ha affermato, “verrà un giorno”...).

Quello che affermo, nella sostanza, é stato confermato anche da uno dei leader politici più  impegnati a favore del “Brexit”, Nigel Farge, che ad una domanda specifica del giornalista Peston sull'impatto della tragedia Cox, in riferimento ai quesiti referendari, ha risposto: «Abbiamo avuto il nostro momento. Abbiamo davvero avuto il momento fino a questa terribile tragedia. La tragedia ha avuto un impatto sull'intera campagna. Quando vuoi sostituire un establishment, hai bisogno di avere il  momentum. Non so quello che accadrà nei prossimi tre o quattro giorni. Ma l'azione di una singola persona e con una seria malattia mentale deve essere presa per quello che è, quello che abbiamo visto è stato un atto di terrorismo.  E' stata una settimana terribile: Orlando, le morti a Parigi, poi una nostra deputata.»

I mercati finanziari, i giorni seguenti, “ovviamente”, hanno “festeggiato” alla grande (dico “ovviamente”, perché se si ha la minima percezione di che cosa siano i mercati e cosa rappresenterebbe nell’immediato per i ricchi privati cittadini che vivono dietro ai mercati e di mercati qualora fosse Brexit... ma questo non si deve sapere!). Non a caso, il giorno seguente alla morte della parlamentare, il Corriere della Sera (in prima pagina), scrisse: «È terribile dirlo, ma l'assassinio della parlamentare laburista britannica Jo Cox - fieramente pro-europeista - riporta il sereno sui mercati finanziari.»

Quindi il Sole 24 Ore: «Un primo sondaggio fatto sull'onda dell'emozione dopo l'uccisione della deputata laburista Jo Cox per mano di un estremista di destra torna a dare il fronte del sì all'Ue (Remain) davanti a quello del no (Leave), a 4 giorni dal Referendum britannico sulla Brexit. L'istituto Survation ribalta il suo precedente dato con Remain ora al 45%, Leave al 42. Nella media Sky di tutti i sondaggi, Leave - in ascesa prima del delitto Cox - mantiene un solo punto di vantaggio: 45% a 44%.»

Inoltre, tutti i “giornaloni”, erano concordi sul fatto che la morte della parlamentare Jo Cox, aveva di fatto spaventato l’opinione pubblica scaturendo di fatto il sorpasso del “Remain” sui “Leave”.

Ecco qualche titolo: “Brexit, cambiano i sondaggi dopo l'uccisione di Jo Cox: avanti il sì all'Unione”; “Effetto Jo Cox sulla Brexit, nei sondaggi avanti la permanenza nell'Ue”; “Brexit, ‘Remain’ in testa dopo morte Cox”; “Brexit: la tragedia di Jo Cox potrebbe spostare i voti degli inglesi verso la Ue”.

A questo punto, dopo le parole del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore e dopo i titoli di apertura di tutti i “giornaloni”, dovrei “gettare la penna” e l’anima ed il mio articoletto dovrebbe concludersi... ma provo ad andare avanti!

Intanto mi preme citare due dei massimi protagonisti della politica italiana, europea e mondiale degli ultimi anni (uno molto visibile, l’altro sicuramente meno visibile). Parlo di personaggi che hanno sempre avuto un’idea ed un interpretazione della Democrazia assai personale, particolare ed a “tempo”. Insomma, non posso NON citare Giorgio Napolitano e Mario Monti.

Napolitano: «Credo che molti inglesi abbiano capito, e anche lo stesso Cameron, che ha avuto l'idea non felice di annunciare il Referendum, che con un'uscita dell'Inghilterra dall'Europa succederebbe qualcosa di grave soprattutto per la Gran Bretagna che verrebbe isolata dall'Europa. Ma sarebbe anche un colpo per Unione Europea.»

Monti: «Cameron ha distrutto il lavoro di una generazione di europei». Ancora: «Non sono d’accordo con chi dice che questo Referendum è una splendida forma di espressione democratica. Le dico di più. Sono contento che la nostra Costituzione, quella vigente e quella che forse verrà, non prevede la consultazione popolare per la ratifica dei Trattati internazionali. [...] È stato un abuso della Democrazia»...

Come giustamente afferma il lucidissimo Marcello Foa nel pezzo “Brexit? A questo punto è inutile votare. Ha già perso ( e ha vinto lo spin)”: «Seguo la politica internazionale da 30 anni e c’è una regola quasi ferrea: ogni volta che gli elettori sono chiamati alle urne sull’onda di una forte emozione collettiva, soprattutto quando viene versato sangue innocente, l’esito diventa facilmente prevedibile e ha una portata tale da ribaltare il quadro politico.

Un esempio recente, la Turchia: alle ultime elezioni politiche, il partito di Erdogan rischiava di perdere la maggioranza necessaria per completare le riforme costituzionali ma la bomba esplosa durante il corteo dei pacifisti ad Ankara ha modificato valori e percezioni degli elettori, inducendoli ad unirsi attorno alle Istituzioni. Risultato: Erdogan vinse di nuovo.

Un lettore mi segnala un episodio molto simile a quello avvenuto in Gran Bretagna l’altro ieri. In Svezia, nel 2003, gli elettori furono chiamati a votare in un Referendum pro o contro l’introduzione dell’Euro. I sondaggi davano il no in vantaggio, ma a quattro giorni dal voto, la portavoce del fronte del sì, una donna, Anna Lindh, venne aggredita e uccisa. Le analogie sono straordinarie, anzi stupefacenti: stessa età della Cox (42 anni), omicidio perpetrato da un folle.

Lo stesso scenario avviene ora in Gran Bretagna, amplificato in un Paese che è molto più sensibile della Svezia ai condizionamenti dello spin. Anche perché l’omicidio è stato, sin dall’inizio, marchiato politicamente: l’assassinio avrebbe gridato “Britain first”. Dico avrebbe perché a udire questa frase è stato solo un testimone, mentre altri presenti sulla scena non hanno udito nulla. Ma in questi frangenti le ricostruzioni accurate valgono poco. Conta solo la prima impressione, contano i primi titoli delle agenzie che danno il tono alla vicenda. E infatti tutti hanno titolato “Sangue sul Brexit”, associando implicitamente l’omicidio di Jo Cox agli anti-UE. Un’operazione vergognosa, ma tipica dello spin.

Il mix è micidiale:

– Una giovane deputatessa uccisa mentre fa campagna. Ha il volto pulito, aveva un marito esemplare, lascia orfani due creature.

– Uccisa da un pazzo che la massacra gridando slogan nazionalisti.

Il tono della campagna cambia: le argomentazioni lasciano spazio al cordoglio, i toni si annacquano e soprattutto muta la psicologia degli elettori indecisi: la rabbia lascia lo spazio alla paura, allo smarrimento. E quando c’è insicurezza non si abbandona la via percorsa finora.

Sarebbe stato corretto – e in una certa misura doveroso – rinviare di alcuni mesi il voto. Ma questo non avverrà, non sarà certo l’establishment a proporlo.

Quell’establishment era angosciato fino a pochi giorni fa e ora dorme sonni tranquillissimi, come certificano i bookmakers e una Borsa improvvisamente ottimista.»

Il Brexit ha già perso. Nel peggiore dei modi per una Democrazia.»

Insomma, come accennavo all’inizio del pezzo, quest'omicidio “strano” ed “assai puntuale”, rischia ancora una volta, com’é avvenuto per la Turchia di Erdogan, la Svezia e tantissime altre realtà in ogni angolo del Mondo dove questi “puntuali fenomeni” vanno sempre ed inesorabilmente a favore del volere dei Poteri visibili (in questo caso la Troika, gli USA, i leader importanti di quasi tutti i Paesi europei e quasi tutta l’informazione ufficiale...) e di quelli nascosti. Quindi, naturalmente, ancora una volta, contro la Democrazia e gli interessi della maggior parte dei cittadini comuni ed ignari.

Ancora una volta solo un caso? Ancora una volta solo una “strana” e “puntuale” coincidenza? Puoddarsi, forse, o forse no: ad oggi non abbiamo nulla di certo tra le mani per spingerci oltre...

Detto questo, però, immaginate solo per un attimo lo scenario opposto e cosa avrebbe rappresentato per coloro che, come qualcuno scrive, si “divertiranno” ad affermare che «sono una masnada di fascisti, hooligan, medievali nazionalisti, buffoni alla Farage, estremisti pericolosi, eccetera». Insomma, provate ad immaginare cosa avrebbe significato per i “FAN” dell’Unione Europea l’uccisione di un politico pro “Brexit”... Molto probabilmente non avrebbe significato solo l’uscita immediata della Gran Bretagna dall’Unione Europea attraverso una corposissima ed “arrabbiata” adesione alla “Brexit” ma, forse, la fine quasi immediata dell’Unione Europea spinta dalla rabbia ormai quasi inarrestabile e sempre crescente dei cittadini contro questa famigerata Unione Europea che, nonostante gli spot quotidiani a favore di quasi tutta l’informazione e di quasi tutti i Paesi, i leader e le Istituzioni che contano, sta lentamente sprofondamente verso la fine...

Concludo postando di seguito le ragioni del “Leave” e del “Remain”, abbastanza convinto e consapevole che a brevissimo i prossimi a dover decidere su questa specifica domanda, potremmo ed anzi: dovremmo essere noi... noi italiani!

Parto con l’opinione di due banchieri centrali che, naturalmente, in quanto banchieri, sono a favore del “Reamain”. Come ci spiega il Corriere della Sera: «posti di fronte a questa domanda, nella quiete del festival dell’Economia di Trento, due banchieri centrali come Francois Villeroy de Galhau (Banque de France) e Ignazio Visco (Banca d’Italia) hanno disegnato scenari foschi. Seri contraccolpi sui mercati e necessità di un intervento della Banca centrale europea (Villeroy); probabile effetto domino che non esclude che altri membri dell’Unione facciano altrettanto (Visco). Ma forse le conseguenze potrebbero essere meno traumatiche. I mercati stanno già scontando, almeno in minima parte, il leave. La sterlina si è già indebolita sull’euro, rispetto al suo picco del luglio 2015 (0,6971). Potrebbe perdere, con la Brexit, un ulteriore 15-20 per cento. Qualcuno pensa che si arriverà alla parità con l’euro. Il prodotto interno lordo britannico accusa già nella prima parte dell’anno un indebolimento di mezzo punto percentuale rispetto alle stime. Senza la Brexit rimarrebbe comodamente sopra il 2 per cento. Vette vertiginose per chi, come noi, si agita per un decimale in più o in meno. La Bank of England ha già previsto un fondo di stabilità - come peraltro è pronta con tutte le sue munizioni la Bce – sia per i mercati valutari sia per quelli obbligazionari. L’attesa di mosse espansive della banca centrale inglese ha portato il rendimento dei titoli di Stato a dieci anni al minimo storico (1,218 per cento). Sul mercato azionario i volumi non sono alti. I grandi investitori si sono già prudentemente allontanati da titoli con attività troppo esposte sul Regno Unito. In un periodo assolutamente straordinario di tassi negativi, la tendenza a tenere posizioni liquide aiuta.»

Continuo e termino con l’opinione di Michael Gove, Segretario alla Giustizia del Regno Unito, politico a favour del “Leave” che, in poche parole, ci spiega le sue ragioni.

Michael Gove: «Nel caso dell'Unione Europea è evidente che sono le Istituzioni europee a controllare il popolo e non il contrario. Noi, la gente, non controlliamo le attività dell'UE più di quanto controlliamo quelle di Goldman Sachs o JPMorgan, cioè per nulla. Questo accade perchè le persone che gestiscono la UE sono individui di cui la maggior parte di noi non ha mai sentito parlare, che non ha mai scelto, e che non può cacciare.

L'Unione Europea è gestita da 28 commissari che hanno il diritto esclusivo di iniziativa politica e non sono mai stati eletti direttamente dal popolo. Dubito che la loro identita' sia nota a piu' di una manciata di cittadini europei.

Il Consiglio dei Ministri, poi è un organismo in cui il Regno Unito è solo uno dei 28 membri, non ha diritto di veto e può essere messo in minoranza da una maggioranza qualificata. Qeusto Consiglio, è bene non dimenticare, si riunisce in segreto e da un processo legislativo affidato a burocrati non eletti proviene più della metà delle nostre leggi, che governano ogni aspetto della vita.

Queste leggi non possono essere annullate o abrogate dai parlamenti nazionali, altrimenti interviene la Corte Europea di Giustizia, contro la quale non si può ricorrere in appello e che è un'istituzione politica vincolata dai suoi fondatori a perseguire il fine ideologico dell'integrazione europea.

Questa Corte di Giustizia ha un approccio fondamentalista, ad esempio, su temi come la libertà di circolazione, al punto che gli Stati membri hanno perso la possibilità di espellere i criminali. Comunque la si pensi sull'immigrazione, l'espulsione, l'estradizione, la lotta alla criminalità e al terrorismo, non si è più sovrani se non si possono controllare queste decisioni.

Questa cosa chiamata UE chiaramente non è una Democrazia. Al centro del dibattito c'è quello che si chiama sovranità o autogoverno democratico o ripresa del controllo. Bene. Non abbiamo bisogno di un tribunale politico che ci dica che non possiamo espellere i criminali. Non abbiamo bisogno di accettare la perdita del controllo su tasse come l'Iva. Non abbiamo bisogno di cedere il controllo sulle frontiere per attrarre investimenti.

La storia dimostra che fuori dalla UE abbiamo messo fine al commercio degli schiavi, diviso l'atomo, sconfitto il fascismo, costruito il miglior servizio sanitario del Mondo, creato la migliore emittente radiotelevisiva e operato come un faro di libertà.

In conclusione, a chi è in dubbio chiedo: se ne fossimo fuori, votereste per l'appartenenza alla UE, adesso? Se la risposta a questa semplice domanda è no, allora perchè scegliere di restare?»

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 21 Giugno 2016)

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