Salvini ha trasformato la Lega da partito regionale a partito nazionale. Salvini ha trasformato la Lega da partito liberista a partito keynesiano. Salvini ha anche dimostrato (attirandosi diverse critiche) di non essere un politico che vuole "insegnare" alle persone a distinguere tra quello che è giusto e quello che è ingiusto. Salvini piuttosto si è calato tra le persone ed è sembrato ascoltarne i bisogni mettendo la politica sopra la finanza e l’economia. Farsi voce delle esigenze della collettività dovrebbe essere un merito, non un demerito; ma la sedicente sinistra sembra averlo scordato. In effetti, per quanto riguarda le politiche economiche e sociali, Salvini sembra molto più “progressista” (volto a garantire opportunità , libertà e giustizia sociale con un approccio social-liberale e keynesiano) di quanto non lo siano gli esponenti dei partiti sedicenti progressisti, che sono invece sempre più elitari e dipendenti dai dictat di questa dis-Unione Europa a guida finanziaria.
Ed è proprio riguardo l’Europa che c’è da fare un plauso all’ulteriore evoluzione di Salvini. Se infatti Salvini deve ancora portare la Lega a maturare posizioni più moderne per quello che concerne i diritti civili, riguardo l’Europa Salvini sembra aver finalmente maturato delle posizioni davvero avanguardistiche, condividendo ciò che il Movimento Roosevelt sostiene da anni.
Certo che questa dis-Unione Europea, tecnocratica, antidemocratica e a guida finanziaria va combattuta. Ma l’Europa dei popoli è una idea che può ancora essere realizzata. L’Europa dei popoli - democratica, sovrana, socialmente giusta e libertaria - è necessaria per combattere il neoliberismo e le èlites finanziarie su scala globale.
Finalmente ieri sera abbiamo sentito Salvini dire chiaramente che sono gli attuali governanti europei ad avere tradito la missione originaria dell’Europa e che gli anti-europeisti sono coloro che la stanno portando ad essere semplicemente una costruzione economico-finanziaria senza anima e senza radici.
Non era Gioele Magaldi a parlare. Non era nemmeno Marco Moiso. Non era nessuno del Movimento Roosevelt: a parlare era Matteo Salvini. Chissà che alcuni insegnamenti non stiano dando i loro frutti.
(Link al video)
I Salviniani che leggono questo post sarebbero felici di vederlo finire qui. Ma io non sono salviniano, sono un progressista social-liberale e radicalmente democratico, che oggi vede in Salvini alcune interessanti potenzialità (ancora non concretizzate). Non posso quindi né sorvolare sulla questione dei diritti civili, che trattiene la Lega dal compiere una evoluzione completa, né sorvolare sulla questione religiosa impropriamente accostata alla politica. Salvini, infatti, ha continuato la conferenza stampa dicendo che bisogna rivendicare le origini giudaico-cristiane dell’Europa. Eh no, Matteo! Anche su questo devi fare uno sforzo. Le idee di democrazia, libertà e giustizia sociale che l’Europa dei Popoli dovrebbe difendere non derivano dalla tradizione giudaico-cristiana tout-court, che invece si è anche macchiata di oscurantismo, persecuzioni e roghi. Le origine dell’Europa moderna, quella che l’hanno resa il luogo al mondo in cui maggiormente si sono tutelati gli interessi della collettività, hanno origine solo in determinati segmenti della tradizione cristiana ed ebraica ma sopratutto poggiano le loro radici nelle correnti laiche, social-liberali, democratiche, illuministiche e latomistiche che hanno combattuto e sconfitto l’Ancien Régime in Europa e nel mondo. Le origini dell’Europa moderna sono quindi ben altre e, a tal riguardo, consiglieremmo a Salvini anche la lettura del bel saggio di Luciano Pellicani, Le Radici Pagane dell’Europa, Rubettino Editore.
Insomma, oggi Salvini è - nei fatti - l’unico a parlare in Italia di democrazia, diritti economici e sociali in termini interessanti. Speriamo però che sappia riconoscere da dove provengono e che sappia ammettere che i diritti dell’uomo sono incompiuti senza i diritti civili.
Marco Moiso
Vicepresidente del Movimento Roosevelt