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Secondo noi, i detti siciliani: attacca lu sceccu unnì voli lu patruni (per i non siciliani: lega l'asino dove desidera il padrone) e picchì iddu si fici sceccu (per i non siciliani perché lui è nato asino), sono lo specchio e il focus per la rappresentazione della società odierna, visibile, in controluce, attraverso le storture ed imposture che vivono nelle latomie siciliane .

Passiamo ora alla rappresentazione:

Le latomie, cave di pietra, di mutismo e diffidenza, erano inizialmente fornitrici di materiale calcareo per la costruzione di templi, monumenti e mura per rendere le città sicure, ricche e bellissime artisticamente.  In seguito divennero prigioni per  far morire emozioni e sentimenti degli uomini liberi ed indipendenti. Infatti, come scriveva Cicerone: “non esiste né si può immaginare nulla di così chiuso da ogni parte e sicuro contro ogni tentativo di evasione...”.

Quello che neanche Cicerone è riuscito a immaginare, oggi si sta realizzando.

E’ iniziato un processo di lesione di quelle pareti chiuse e sicure delle latomie, che sta consentendo la fuoriuscita di spifferi organizzati e pseudo-occulti che indigneranno tanti e costringeranno tutti a un libero dibattito e a un  civile confronto.

Il Popolo siciliano non è un giudice affidabile, ma con l'esperienza e la possibilità di aver conosciuto tante culture e usanze di diversi popoli, ha acquisito la consapevolezza di quello che sopporta e di quello che non sopporta più: quindi ha una certa libertà e indipendenza di giudizio, anche e soprattutto contro le regole previste e disegnate dal progetto neofeudale in corso a livello regionale, nazionale e globale.

Questa urgenza morale comincia ad espandersi con un ritmo sempre in crescendo, che spazzerà via il dialogo malsano e fuorviante, mai interrotto, tra il Popolo siciliano e certa indegna classe dominante (attaccati unni voli lu patruni).

 Oggi nessun dorma e pronti alla fuga, per tutti quelli che  picchi iddu si fici sceccu

Iniziano momenti di panico e confusione, di scandali e latomie senza spifferi. Si preannuncia uno tsunami con carattere di battaglia civile, che a breve percorrerà in un primo momento le coste delle latomie Siciliane, da Selinunte a Siracusa, da Hera ad Archimede sfiorando Palma di Montechiaro  (città del Gattopardo), per poi risalire in lungo e largo il nostro Bel Paese, espandendosi per tutta l'Europa, campo di scontro planetario: si è veramente europei nella misura in cui si è meridionalisti.

Il 21 Marzo 2016 cadeva il primo compleanno del Movimento Roosevelt. Un Movimento che illuminerà il percorso per scardinare le false narrazioni del potere; che strapperà la rete di falsità ricamata dai media mainstream; che squarcerà il velo della dimensione labirintica, occulta e indecifrabile del progetto neofeudale.  Tutto ciò grazie all'affilata ermeneutica dei leaders rooseveltiani, i quali, appare evidente, saranno sempre più micidiali nel demistificare tutti quello che va demistificato delle manipolazioni e disinformazioni profuse a piene mani da certi poteri marci e neoaristocratici.

Un lavoro certosino e costante- quello della classe dirigente MR. che metterà alle corde il demone delle scorciatoie, che riuscirà a far vincere la verità delle cose viste, la verità delle cose dette e soprattutto di quelle non dette; che darà voce alla politica caduta nel silenzio, reclamando un manifesto di diritti per tutti e per ciascuno.

Ad Maiora Semper a tutte le Rooseveltiane e a tutti i Rooseveltiani 

Chiara Di Salvo e Peppe Spallino

(Articolo del 24 aprile 2016)

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