Si e' appena concluso l'ennesimo atto di uno spettacolo che dura ormai da troppi anni ed il cui cast seppur rinnovato recita sempre il medesimo copione .
Da un lato ,c'e' la Commissione Europea che ci segnala violazioni di regole comuni e che ci suggerisce gli opportuni rimedi , senza tuttavia aver fatto tesoro circa il peggioramento delle condizioni dei Paesi che hanno diligentemente seguito quanto prescritto sino ad oggi .
Dall'altro , c'e' il nostro Governo il cui rinnovamento profondo rispetto al precedente , non sembra aver sortito sostanziali cambiamenti nell'atteggiamento, coerente con il passato , di prediligere le ragioni della Realpolitik a quelle della Realeconomik . Infatti , nell'intento di evitare una procedura di Infrazione per eccessivo Debito , avendo come lungimirante obiettivo quello di rendere il Debito italiano maggiormente sostenibile , sottoscriviamo impegni che in un contesto macroeconomico internazionale di sviluppo causerebbero un rallentamento del medesimo nel nostro paese , mentre nel contesto attuale una crescita piatta , se avremo un po' di fortuna.In ogni caso , il Debito italiano risultera' meno sostenibile perche' aumenteranno i costi degli interessi a fronte di un PIL che non sara' in grado di invertire la crescita di Deficit e Debito in rapporto al medesimo PIL .
Anche in questa occasione , la conclusione dell'atto e' stata affidata alla BCE che attraverso le parole del suo Presidente sul taglio ulteriore del Tasso di Interesse ha magicamente portato gli investitori internazionali a scommettere sull'Italia e la sostenibilita' del suo Debito Pubblico e lo spread e' ricominciato a scendere.
In condizioni normali, la politica monetaria ha la possibilità di agevolare la crescita economica aumentando l'offerta di moneta in circolazione e abbassando i tassi di interesse. Da questa operazione ne consegue che le imprese sono incentivate ad indebitarsi e quindi ad investire e, nel contempo, si riduce la propensione delle famiglie al risparmio, aumentandone la propensione al consumo.
In questa situazione, con i tassi di interesse nominali ormai negativi o vicini a zero, la BCE non potra' farli scendere ulteriormente, e gli strumenti a disposizione della politica monetaria si esauriscono. Inoltre, la BCE non riesce da tempo nell'intento di aumentare la massa monetaria nell'economia reale in modo significativo perche' la quasi totalita' e' preda del sistema finanziario
Quando le aspettative negative si diffondono all'intera economia esse tendono ad autoalimentarsi in un circolo vizioso. Accumulando liquidita' anziché spendere, gli operatori economici inconsapevolmente, realizzano le loro peggiori aspettative, senza domanda di beni, si innesca la recessione, che conduce ad un aumento della disoccupazione a minori redditi, e dunque a minori consumi ed investimenti e così via, in una spirale che si autoalimenta.
Il vero motore dei consumi, infatti, come aveva intuito Keynes, risiede nella fiducia prima ancora che nei tassi. Se la fiducia viene meno, nemmeno tassi di interesse nulli o un aumento della base monetaria possono far ripartire i consumi.
Il fanatismo monetario non ci portera' fuori dalla realta' che vivono da circa venti anni famiglie ed imprese , dobbiamo rifiutarci di essere pre-Keynesiani e stabilire un programma di azioni concrete che possano ragionevolmente invertire il trend crescente delle divergenze tra i paesi nell'Unione Europea e tra le persone inei diversi stati dell'Unione.
Iniziamo a restituire all'economia reale il primato che merita per ragioni oggettive e scegliamo politiche utili all'incremento della Domanda Aggregata anche sostenendo apertamente tutti i Partiti Politici che intendono perseguire queste politiche non piu' rinviabili.
Francesco De Rinaldis Saponaro