Il presidente del Movimento Roosevelt: il ministro delle finanze e anche il premier sono ormai allineati a Mattarella e Visco (cioè Draghi) nell'impedire qualsiasi miglioramento nella vita degli italiani. Assente il Pd, grazie a Di Maio “remano contro” anche i 5 Stelle
Il ministro Giovanni Tria e ora anche il premier Giuseppe Conte si presentano ormai come due politici "in vendita", pronti a smentirsi su tutto pur di conservare il miraggio di poltrone importanti se tradiranno le promesse del "governo del cambiamento", sabotando la Lega su Flat Tax e minibot. "Torno a diffidare il fratello massone Giovanni Tria, sedicente progressista, "reo" di grave ostruzionismo rispetto ai tentativi di ridurre la pressione fiscale a beneficio delle famiglie meno abbienti", afferma Gioele Magaldi, massone progressista e presidente del Movimento Roosevelt, riferendosi alle resistenze di Tria di fronte al "progetto benemerito della Lega a vantaggio dei redditi inferiori ai 50.000 euro, un vero e proprio ristoro fiscale". Insiste Magaldi: "Diffido pubblicamente il massone Tria dal perseverare nell'ostacolare misure concepite per risolvere la crisi italiana". E aggiunge: "Per un massone come Tria è gravissimo essersi presentato come un progressista, salvo poi rivelarsi del tutto allineato ai circuiti massonici più neoaristocratici, conservatori e post-democratici, che, puntando alla caduta del governo, gli stanno promettendo poltrone altrettanto importanti".
Il ministro Giovanni Tria e ora anche il premier Giuseppe Conte si presentano ormai come due politici "in vendita", pronti a smentirsi su tutto pur di conservare il miraggio di poltrone importanti se tradiranno le promesse del "governo del cambiamento", sabotando la Lega su Flat Tax e minibot. "Torno a diffidare il fratello massone Giovanni Tria, sedicente progressista, "reo" di grave ostruzionismo rispetto ai tentativi di ridurre la pressione fiscale a beneficio delle famiglie meno abbienti", afferma Gioele Magaldi, massone progressista e presidente del Movimento Roosevelt, riferendosi alle resistenze di Tria di fronte al "progetto benemerito della Lega a vantaggio dei redditi inferiori ai 50.000 euro, un vero e proprio ristoro fiscale". Insiste Magaldi: "Diffido pubblicamente il massone Tria dal perseverare nell'ostacolare misure concepite per risolvere la crisi italiana". E aggiunge: "Per un massone come Tria è gravissimo essersi presentato come un progressista, salvo poi rivelarsi del tutto allineato ai circuiti massonici più neoaristocratici, conservatori e post-democratici, che, puntando alla caduta del governo, gli stanno promettendo poltrone altrettanto importanti".
Oggi, continua Magaldi, "Tria scommette sulla scarsa durata di questo governo e ha quindi il problema di trovarsi un'altra poltrona, così si attiene alle disposizioni che riceve dagli "amici degli amici"". Stesso discorso vale per Conte, secondo il presidente del Moviment Roosevelt: cosa farebbe, se cadesse il governo? "E' solo narrativo il suo profilo di "civil servant", pronto a moderare gli eccessi di Salvini, peraltro finora solo verbali". Sul tappeto, due misure salva-Italia come la Flat Tax per le famiglie meno abbienti e i minibot, per evitare che falliscano le aziende che ancora attendono di essere pagate dalla pubblica amministrazione. "I minibot – chiarisce Magaldi, citando l'economista rooseveltian Nino Galloni – servono solo a liquidare i creditori della pubblica amministrazione senza nessun aggravio di bilancio. E' solo un problema di liquidità, perché quei soldi sono già contabilizzati: sono vecchi debiti, non ancora saldati". Dov'è problema? "C'è chi vuole strozzare il sistema-Italia e non consentirgli di avere liquidità". Sui minibot "c'è ostruzionismo da parte dei tecnici del Mef, il ministero economia e finanze, e anche da parte dello stesso Tria".
Rispetto a ieri il quadro si è aggravato, secondo Magaldi "perché anche Conte, nelle ultime dichiarazioni, si è mostrato fedele al verbo mattarelliano, che significa il verbo di Ignazio Visco, cioè di Mario Draghi e dell'establishment massonico e paramassonico". In questo momento, "Conte e Tria rappresentano il freno a qualunque politica di alleggerimento della pesante cappa che grava sull'Italia: sono i garanti del fatto che nulla cambi". Uomini-tappo, che frenano la ripresa dell'economia. Da Magaldi, una "mezza diffida" a Conte: "E' vero che ti promettono poltrone, ma crollare miseramente di fronte agli italiani, come governo, perché fai anche tu da tappo rispetto a possibili innovazioni, non sarebbe un buon viatico. L'establishment promette a tanti, finché gli servono, ma poi non sempre mantiene la parola data". In altre parole: "Invece di assumere questo atteggiamento da Grillo Parlante non richiesto, Conte decida cosa vuol fare da grande. E lo stesso faccia l'ondivago Tria, già in partenza messosi in una condizione di ostruzionismo, come "uomo di Mattarella", deciso a fare in modo che nulla cambi".
Secondo Magaldi, Salvini è politicamente solo. Velo pietoso sul Pd, che si limita a balbettare stupidaggini "anziché rispolverare i temi fondanti dei progressisti, declinati negli Usa da Roosevelt e in Europa da Olof Palme, sulla scorta di Keynes". Altrettanto imbarazzo suscitano i 5 Stelle, "con la loro ormai proverbiale ottusità incarnata nella cattiva leadership di Luigi Di Maio e degli accolti del suo "cerchio tragico"". Il Movimento 5 Stelle "si mantiene indifferente, se non ostile", alle proposte salva-Italia avanzate dalla Lega. E così, secondo Magaldi, i pentastellati "rischiano di perdere l'ultima occasione di essere percepiti come un soggetto politico desideroso di aiutare gli italiani: è come se, una volta seduti su quelle poltrone, fossero diventati "casta" anche loro".
Ai leghisti, Magaldi consiglia: "Se Conte, Tria, Mattarella e Visco non vi lasciano fare minibot e alleggerimento fiscale, staccate la spina da questo governo, che doveva cambiare tutto e non ha finora cambiato niente". In concreto: "Si vada a Bruxelles e si dica: per ora evitiamo lo scontro frontale sul tetto del 3% nel rapporto deficit-Pil (restrizione arbitraria e insensata), e rinunciamo pure a contestare le eccezioni di cui beneficia la Germania, anche se verrebbero i capelli dritti, agli italiani, se sapessero di quali privilegi gode il sistema tedesco. Però – dice Magaldi – andiamo a chiedere che le spese per gli investimenti non vengano computate nel rapporto deficit-Pil, così come l'alleggerimento della pressione fiscale". Per Magaldi, "sarebbe un primo modo di fare finalmente sul serio". Anche perché, "senza investimenti in un paese che è fatiscente in molti aspetti, come i trasporti nel centro-sud, l'Italia non riparte". Su questo, insiste Magaldi, deve impegnarsi la Lega: "E se Conte, Tria, Mattarella e Visco non glielo faranno fare, stacchino la spina. Salvini potrà dire: ci ho provato, ma ora alzo le mani. Andiamo alle elezioni, e vediamo che succede".
Alessio Altieri
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(Articolo del 11 giugno 2019)