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Il presidente del Movimento Roosevelt: bene se ora Salvini punta su Bagnai e Rinaldi per affrontare l'emergenza dell'economia. Ma la politica italiana deve uscire dalla logica dello scontro tribale, rinunciando a demonizzare gli avversari e unendo le forze per uscire dal paradigma neoliberista Ue che ha devastato la nostra società

Come previsto, le elezioni europee si sono rivelante inutili. E per l'Italia l'assetto politico di Bruxelles potrebbe ulteriormente peggiorare le cose: Ppe e Pse si alleeranno coi Verdi (neoliberisti anche loro) o peggio ancora con gli ultra-liberisti dell'Alde, neutralizzando così l'ascesa – non determinante – dei cosiddetti sovranisti. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, è esplicito: "Non c'è speranza, per questo paese, senza un cambio di paradigma politico-economico". Unica luce: le dichiarazioni di Salvini, che dopo il trionfo annuncia che la Lega affronterà l'emergenza economica con lo stesso impegno finora dimostrato sull'immigrazione. "Magari fosse vero: troppe volte, alle parole, Salvini non ha saputo far seguire i fatti. A fare la differenza non sono gli atteggiamenti truci, ma l'impegno sull'economia. Grandi investimenti sul territorio, per produrre lavoro: è quello che dovrebbe fare l'Ue, se si preoccupasse della disoccupazione, del benessere dei popoli e della diminuzione delle disuguaglianze".

Vale anche per il Pd, sottolinea Magaldi: "Lo stesso Zingaretti farebbe bene a imparare la lezione offerta da Federico Rampini nel saggio "La notte della sinistra", che racconta senza sconti quello che è stato il suicidio del centrosinistra mondiale, rispetto alla rappresentanza degli interessi degli ultimi, i quali poi, abbandonati a se stessi, si rivolgono ai cosiddetti populisti". Finora, il Pd ha demonizzato la Lega, come se non avesse diritto di esistere. Per Magaldi, le forze politiche dovrebbero dimostrare maggior coesione nazionale, ragionando insieme per trovare soluzioni efficaci al problema comune, il neoliberismo che ha devastato le nostre economie. Salvini promette di impegnare direttamente economisti come Alberto Bagnai e Claudio Borghi, lo stesso Armando Siri e Antonio Maria Rinaldi. Dal canto suo, Zingaretti dovrebbe accettare la sfida "ripartendo da Olof Palme, gigante della socialdemocrazia europea, e rompendo con la "terza via" inaugurata dai vari Blair e Clinton, che ha prodotto soltanto rovine". Se lo facesse, "persino il Pd avrebbe una chance per tornare a interpretare le esigenze di quel popolo della cosiddetta sinistra che è stato letteralmente lasciato al suo destino".

Altro fallimento bruciante, quello dei 5 Stelle: "Una volta di più – dice Magaldi – Di Maio ha dimostrato la sua inadeguatezza, come leader. Ha ridotto il reddito di cittadinanza a una sorta di "tessera annonaria della povertà", che gli stessi beneficiari si vergognano a esibire". Non solo: "Di Maio ha condotto un'ipocrita discriminazione contro la massoneria, fingendo di ignorare che il governo Conte pullula di massoni. E in più ha preteso le dimissioni di Siri – solo indagato – anteponendo allo Stato di diritto una presunta moralità politica". In generale, riassume Magaldi, le europee hanno dimostrato la debolezza strutturale della politica italiana: si è votato contro qualcuno, non per qualcosa. Fa eccezione forse il voto alla Lega, che però "si basa solo sulla speranza che qualcosa accada, non certo sui risultati sin qui raggiunti". Un passo avanti? "Smetterla di agire in modo tribale, delegittimando gli avversari in modo sterile", e sforzarsi di trovare convergenze che aiutino l'Italia a superare l'austerity neoliberista imposta da Bruxelles. Proprio questa trasversalità progressista e keyensiana, spiega Magaldi, ha spinto il Movimento Roosevelt a sostenere candidati diversissimi, nelle liste della Lega e del Pd, in Forza Italia, in +Europa e nel M5S. Obiettivo: indurre i partiti ad adottare un linguaggio comune, nell'interesse dell'Italia.



UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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Mobile: +39.3396422626



(Articolo del 28 maggio 2019)

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