Il presidente del Movimento Roosevelt contro l'uomo della Bce: l'inventore del "pilota automatico" è uno dei più funesti artefici dell'attuale post-democrazia. Ha svenduto l'Italia dal ministero del Tesoro e poi ha anche sfasciato Mps. Vederlo premier sarebbe un regalo: verrebbe allo scoperto il vero volto orwelliano del potere tecnocratico che ha affossato la nostra economia, esasperando l'Europa fino all'attuale situazione pre-rivoluzionaria
Viene presentato come il santo protettore dell'Italia? "Mettetelo a Palazzo Chigi, e poi vedrete di che pasta è fatto: dovrà andare in giro non con una, ma con cinque scorte". Così Gioele Magaldi fotografa Mario Draghi, che qualcuno pensa possa essere nominato senatore a vita, così come accadde a Monti prima che Napolitano gli affidasse il governo del paese. Alla Bce, Draghi è in scadenza: potrebbe eventualmente gradire la nomina di senatore a vita più che altro come viatico per un obiettivo più ambizioso, cioè la futura ascesa alla presidenza della Repubblica. Lo sostiene il leader del Movimento Roosevelt, in diretta web-streaming l'8 aprile con Fabio Frabetti di "Border Nights". Comunque, aggiunge Magadi, se mai dovesse fare il premier "sarebbe un regalo, per noi che combattiamo contro ciò che Mario Draghi rappresenta". Speculare l'esperienza di Monti, che nel 2011 era osannato dai media, quando dalle pagine del Corriere della Sera "dispensava saggi consigli, ma non aveva mostrato come li avrebbe messi in pratica". Duro l'impatto con la realtà: "Averlo visto governare ci ha liberato per sempre dall'idea che Monti sia un uomo saggio e soprattutto preoccupato del bene collettivo degli italiani". Non pensate che con Draghi sarebbe diverso, chiarisce Magaldi.
Viene presentato come il santo protettore dell'Italia? "Mettetelo a Palazzo Chigi, e poi vedrete di che pasta è fatto: dovrà andare in giro non con una, ma con cinque scorte". Così Gioele Magaldi fotografa Mario Draghi, che qualcuno pensa possa essere nominato senatore a vita, così come accadde a Monti prima che Napolitano gli affidasse il governo del paese. Alla Bce, Draghi è in scadenza: potrebbe eventualmente gradire la nomina di senatore a vita più che altro come viatico per un obiettivo più ambizioso, cioè la futura ascesa alla presidenza della Repubblica. Lo sostiene il leader del Movimento Roosevelt, in diretta web-streaming l'8 aprile con Fabio Frabetti di "Border Nights". Comunque, aggiunge Magadi, se mai dovesse fare il premier "sarebbe un regalo, per noi che combattiamo contro ciò che Mario Draghi rappresenta". Speculare l'esperienza di Monti, che nel 2011 era osannato dai media, quando dalle pagine del Corriere della Sera "dispensava saggi consigli, ma non aveva mostrato come li avrebbe messi in pratica". Duro l'impatto con la realtà: "Averlo visto governare ci ha liberato per sempre dall'idea che Monti sia un uomo saggio e soprattutto preoccupato del bene collettivo degli italiani". Non pensate che con Draghi sarebbe diverso, chiarisce Magaldi.
Tuttora, Draghi viene proposto dal mainstream come il paladino degli interessi italiani, "l'uomo che ha risolto la crisi economica e che dalla Bce ha assicurato il "quantitative easing", salvando le banche". Tutto falso, dichiara Magaldi: "Come banchiere centrale, Draghi è intervenuto quando i buoi erano già scappati dalla stalla, cioè quando l'economia europea era in picchiata e parecchi paesi erano stati commissariati con l'avvento di tecnocrati al governo. A quel punto, Draghi ha fatto in modo che i denari arrivassero alle banche e non all'economia reale, per aiutare la quale non ha mosso un dito". Severo il giudizio di Magaldi sul super-banchiere: "Mario Draghi è fra i registi di questa pessima governance post-democratica europea. E' colui che ha detto che il "pilota automatico" è inserito nel sistema di gestione dell'economia dei vari paesi europei, e quindi non importa chi viene eletto: o aderisce alla guida di questo pilota automatico, o viene delegittimato".
In più c'è l'ombra, imbarazzante, della crisi Mps: "Insieme ad Anna Maria Tarantola, che all'epoca guidava la vigilanza di Bankitalia – continua Magaldi – Mario Draghi è anche responsabile, per l'Italia, di quello che è accaduto nella pessima gestione del Monte dei Paschi di Siena". Quindi, Draghi non dovrebbe essere gratificato di un posto di senatore a vita: "Semmai – dice Magaldi – dovrebbe essere messo sotto processo, anche per i danni che ha fatto, nella gestione delle privatizzazioni all'italiana, come direttore generale del ministero del Tesoro, carica rivestita ininterrottamente dal 1992 al 2001". Purtroppo viviamo in un mondo orwelliano, che ribalta la verità: e così Mario Draghi, "che è stato tra i personaggi più funesti, per il destino d'Europa e d'Italia", oggi "viene santificato dai media mainstream senza un briciolo di esame critico (autentico, onesto), e nel frattempo le voci dissenzienti sono oscurate e censurate". Ma attenzione: "Accade in tutti i periodi pre-rivoluzionari: questa situazione, infatti, ci deve mettere di buon umore".
Precisa Magaldi: "Prima di ogni rivoluzione, dalle persone le cui poltrone stanno per franare miseramente proviene un sussulto di arroganza, di disprezzo della verità, di imbroglio della comunicazione". Mario Draghi a Palazzo Chigi o al Quirinale? "Sarebbe un ottimo modo per vedere il suo vero volto, perché in questo mondo così veloce ormai le menzogne e i bluff durano poco". Certo, la posizione di Draghi alla Bce l'ha reso più lontano e remoto. "Il cittadino italiano medio, in fondo, si sente dire che Draghi aveva le mani legate dalle presunte regole della Banca Centrale Europea, che si trovava a mediare con Jens Weidmann della Bundesbank". Tutte storie: "Fatelo governare, invece: date a Mario Draghi il governo dell'Italia, e vedrete che sarà costretto a muoversi ultra-blindato. Dategli anche la presidenza della Repubblica, e poi ci divertiremo: perché ormai siamo arrivati alla frutta. L'Italia è stanca della crisi, è malata, e non c'è stata nessuna cura".
Alessio Altieri
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(Articolo del 10 aprile 2019)