Wikipedia presenterà il film “Quo Vado?” in questo modo: «Checco Zalone è un ragazzo che ha realizzato tutte le aspettative che aveva dalla sua vita: voleva vivere con i suoi genitori per evitare una costosa indipendenza e ci è riuscito; voleva essere eternamente fidanzato per non dover mai affrontare le responsabilità di un matrimonio e dell'avere figli, e ce l'ha fatta; sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere un posto fisso nell'ufficio provinciale caccia e pesca, in cui timbra le licenze di cacciatori e pescatori.
Con questa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia, a partire dal momento in cui il Governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province nel 2015. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o mantenerlo venendo messo in mobilità e trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e, pur di mantenerlo, accetta il trasferimento.
Per tentare di costringerlo a dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili, lontani e pericolosi, ma Checco si ambienta perfettamente in ogni luogo e resiste stoicamente a tutto, non cedendo alle offerte di indennizzo via via sempre più remunerative della Sironi e restando attaccato al posto fisso, come consigliato dal suo idolo, il senatore Nicola Binetto.
La Sironi esausta rincara la dose e, pur di farlo dimettere, lo fa trasferire al Polo nord in Norvegia in una base scientifica italiana, con il compito di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce la dottoressa Valeria Nobili, una ricercatrice che studia gli animali in via d'estinzione, innamorandosi perdutamente di lei.
Dopo una breve parentesi in cui Checco si “converte” alla filosofia di estrema civiltà e rigore verso le leggi tipica del nord, la Sironi, pressata dal Ministro, lo trasferisce di nuovo in Calabria, a ricoprire il ruolo di ausiliario nella guardia forestale, dove svolge il lavoro in modo impeccabile. Qui fonda insieme a Valeria una clinica per animali, che però dura poco: senza fondi Valeria decide di tornare in Norvegia e alla ricerca.
Dopo essere stato ritrasferito all'ufficio caccia e pesca della ex Provincia, Checco riceve una chiamata da Valeria che lo informa di essere in Africa e in attesa di un figlio di cui lui è il padre. Checco riesce a raggiungere Valeria in un ospedale gestito da missionari e dopo aver abbracciato la bimba che chiamano Ines, rinuncia al suo tanto amato posto fisso, a condizione che la Sironi gli stacchi un assegno da 50.000 Euro. Checco, quindi, decide di continuare ad aiutare Valeria nei progetti umanitari e usa i soldi per inviare all'ospedale africano vaccini e medicinali.»
Stefano Sanna, sul Blog della MMT, “dedicherà” un articolo/analisi economica sul film di Checco Zalone: “Quo Vado? Di sicuro non verso la macroeconomia”.
Scrive Stefano Sanna: «Si è già scritto parecchio, e da diversi punti di vista, sul film di Checco Zalone “QUO VADO?” C’è chi lo accusa di essere pro governativo e chi contro. Il Corriere della Sera definisce il film come rottamatore del posto fisso, il Fatto Quotidiano lo stronca perché attacca donne, neri e portatori di handicap.
Io credo che un film di indiscusso successo meriti qualche ulteriore considerazione, anche in chiave economica; non si può restare indifferenti di fronte alle parole della canzone finale del film dove si parla del debito pubblico come fardello lasciato ai nipoti e dei tanti vizi e delle inesistenti virtù dell’Italia della Prima Repubblica.
Il film gioca sui luoghi comuni del posto fisso statale, in difesa del quale il protagonista combatte una tenace battaglia contro il tecnico incaricato direttamente dal Ministro il quale, in pieno clima di spending review, vuole dar prova di saper snellire ed efficientare la Pubblica Amministrazione.
Un ragazzo che guarda il film potrebbe farsi un’idea dell’Italia che non combacia con la realtà.
È vero che il posto fisso statale in Italia è stato utilizzato anche come ammortizzatore sociale, per assorbire una parte della disoccupazione prodotta da un sistema industriale che per crescere in produttività ha ridotto l’occupazione, invece di aumentare la domanda aggregata con deficit produttivi. È vero anche che la produttività (che in realtà bisogna capire meglio cosa rappresenti) dell’impiegato Zalone non era di sicuro la massima possibile, ma quell’Italia con le sue inefficienze era comunque la quinta potenza industriale al mondo. Saranno esistiti di sicuro i paraplegici che danzavano, come dice la canzone, e che ricevevano comunque i sussidi, ma oggi un vero paraplegico rischia di chiedere l’elemosina per poter vivere.
Nel film, Zalone fa ricorso a tanti strumenti per tenersi stretto il posto fisso, alcuni legittimi (come l’aspettativa) altri meno (simulare una malattia), ma sono strumenti che fanno parte di un welfare conquistato con dure lotte dai nostri padri, in grado di garantire al lavoratore la tutela del proprio lavoro. La ridicolizzazione di questi istituti nel film può creare un clima di favore nel pubblico alla loro riduzione (se non eliminazione) perché può favorire l’idea che se ci sono persone che abusano di questi strumenti allora lo strumento è sbagliato e va eliminato.
Infine merita una considerazione anche il sindaco mafioso che, non avendo più i tanti soldi da elargire tramite il consenso, mostra tutta la sua crudeltà nel tagliare i fondi delle attività sociali in un Sud già povero in molti sensi. Sicuramente, penso senza volerlo, si mostra come in questa situazione di austerità il sindaco mafioso diventa a sua volta “picciotto” di uno Stato mandante con le stesse criminali finalità.
Quando Zalone entra nel terreno che non sa essere della macroeconomia, risulta di sicuro pesantemente impreparato o malconsigliato. La sua arguzia comica funziona in termini di successo al botteghino, ma rischia di allinearsi alla più banale campagna liberista. È giusto ridere dei vizi di un Paese sapendo, però, che questa volta le risate sono solo di “pancia” e non di “testa”.
Infine, è sempre il caso di ricordarsi che 8,5 Euro di biglietto non potrà mai pagarli un disoccupato, mentre è probabilissimo lo possa fare chi ha un posto fisso.
Per qualunque Stato a moneta sovrana è sempre meglio un posto fisso poco produttivo che un disoccupato. È la macroeconomia.»
Il 28 Novembre 2015, sul blog del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com), sarà presentata la candidatura di “Nino Galloni come candidato Sindaco di Roma. Una istituenda Coalizione Roosevelt per un New Deal di Roma Capitale, che vorrebbe includere Movimento 5 Stelle, Movimento Roosevelt, le migliori forze della società civile e i veri democratici di sedicente sinistra, centro e destra”, candidatura lanciata con le seguenti parole: «C’è un grande caos (politico, sociale ed economico) a Roma. In questo caos, piccoli uomini e piccole donne si affaccendano per “trovare” il candidato giusto che possa succedere ai due ultimi (pessimi) Sindaci che la Capitale ha avuto: Gianni Alemanno e Ignazio Marino. Ma possono trovare il candidato o la candidata giusta gli stessi “notabili” di sinistra, centro e destra che, in occasione delle due ultime tornate elettorali (2008 e 2013), hanno alla fine distillato quelli che, probabilmente, sono stati i due peggiori Sindaci della Città Eterna dal 1870 ad oggi? Può trovare “da solo” il giusto candidato e la giusta squadra di governo capitolino un Movimento 5 Stelle che, per bocca del suo co-fondatore e co-leader (insieme a Gianroberto Casaleggio) Beppe Grillo, emana un diktat discriminatorio verso i massoni in quanto tali e, quindi, offre l’immagine di una comunità pentastellata aliena dai landmarks imprescindibili della democrazia liberale e laica? Oggi sono discriminati i massoni. Domani perché non anche gli ebrei, gli islamici, i buddhisti, i cattolici, i seguaci in quanto tali di qualsivoglia altra organizzazione o associazione di natura spirituale, sapienziale, religiosa, filosofica, culturale? Basterà che, presso la massima dirigenza grillina, alligni un qualche pre-giudizio verso qualche categoria di persone e, come d’incanto, questo pregiudizio (magari frutto di ignoranza e mal-comprensione in buona fede, come siamo certi sia il caso di Beppe Grillo e di altri, all’interno del M5S) si tramuterà in odiosa e illiberale discriminazione politica e civile?»
Nino Galloni è un economista, docente universitario, manager pubblico e alto dirigente di Stato. Nino Galloni è socio fondatore e consigliere di presidenza del Movimento Roosevelt. Nino Galloni, com’è scritto nel proseguo del comunicato diramato il 28 Novembre 2015, sul blog del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com) e, riprendendo il passaggio che parla della Massoneria e dei distinguo ad oggi presenti nei confronti dei liberi muratori da parte del Movimento 5 Stelle, non è massone; Nino Galloni è una persona eccellente sotto diversi profili, ma non è massone; Nino Galloni si intende anche di esoterismo, in particolare di dottrine kabbalistiche, ma non è un massone; Nino Galloni è un raffinato economista e intellettuale, che ha anche servito lo Stato italiano in posizioni prestigiose, pur rimanendo saldo e a schiena dritta rispetto a chi voleva conculcarne la libertà di pensiero e azione; Nino Galloni, non per caso, è tra i soci fondatori del metà-partitico Movimento Roosevelt, cioè tra coloro che il 21 marzo 2015 si riunivano a Perugia per costituire un soggetto politico (metà-partitico) che cambierà la storia italiana, europea e globale; Nino Galloni è anche uno dei più alti dirigenti del Movimento Roosevelt, con lo status di Consigliere di Presidenza; Nino Galloni è un uomo di rara onestà, un uomo tutto di un pezzo e di grande lungimiranza politica ed economico-sociale; insomma, Nino Galloni potrebbe veramente essere la persona giusta al momento giusto.
Il primo dicembre 2015, l’economista e candidato Sindaco di Roma per il Movimento Roosevelt Nino Galloni, rilascerà un intervista a Claudio Messora, per Byoblu. Alla domanda: «È necessario un ritorno alla sovranità monetaria, oppure si può fare restando in uno scenario europeo?»; l’economista Nino Galloni, affermerà: «No, nello scenario europeo, noi abbiamo parlato di “Piano A”, che era un incontro fra i vari Paesi, che si mettevano d’accordo per superare i Trattati, e affrontare il tema dell’Euro, anche abbandonandolo. Ma a questo “Piano A” io non ci credo perché, in pratica, quelle stesse intese, che sono all’origine dell’Euro, sono per deindustrializzare l’Italia, dannare i Paesi latini, eccetera…; quindi non si vede perché, quelli che ne hanno avuto dei vantaggi, o meno svantaggi, cioè i Paesi del Nord Europa, dovrebbero convenire con noi e aiutarci. “Piano B”, di cui spesso parlano “Scenari Economici”, Antonio Rinaldi e altri, invece, sarebbe la fuoriuscita di un singolo Paese dal sistema. Questo è possibile, a mio avviso, solo se poi questo singolo Paese si appoggia su un’altra potenza internazionale che gli garantisca protezione dalla speculazione finanziaria. Invece io propongo un “Piano C”, e ne parlo appunto nel mio testo “L’economia imperfetta”, in cui noi affianchiamo all’Euro, delle monete complementari, delle monete locali, delle monete fiduciarie, anche di tipo pubblico, sia di tipo privato, sia di tipo pubblico. E piano piano la gente, senza spaventarsi… dell’Euro che c’è, dell’Euro che non c’è, dei risparmi che vanno qua, dei mutui che vanno là, dei crediti che salgono, dei crediti che scendono, cominciano ad utilizzare quest’altra moneta, che essendo moneta cattiva, gira più velocemente, finché poi ad un certo punto usciamo dall’Euro e neanche ce ne accorgiamo.»
Il 4 dicembre 2015, la testata Libreidee (www.libreidee.org), pubblicherà l’articolo “Nino Galloni sindaco di Roma: troppo bello per essere vero?”, articolo che terminerà con le seguenti parole: «Come la vedono Grillo e Casaleggio? È ovvio che una candidatura come quella di Galloni nella capitale rappresenterebbe una rivoluzione copernicana, dopo decenni di politica nazionale affidata a mezze figure prone ai diktat dei “padroni” stranieri, i veri burattinai della “casta” impresentabile contro cui si è scagliato il grillismo prima maniera. La sola candidatura di Galloni, col suo inevitabile contributo culturale, contribuirebbe a scardinare una lunga stagione di menzogne. Mission impossible?»
Il 31 dicembre 2015, Paolo Becchi, colui che era da sempre considerato l’ideologo del Movimento 5 Stelle, ha detto addio al Movimento…
Pochi giorni fa ho rincontrato un gruppo di persone che sono dei 5 Stelle della prima ora. Alcuni anni fa, quando gli parlavo di Euro, Europa, Trattati, sovranità, mi prendevano per un “marziano”: mi dicevano che il problema dell’Italia erano i privilegi della Casta. Successivamente alla Casaleggio Associati hanno cambiato linea/idea e sempre le stesse persone che mi guardavano come fossi un “marziano”, improvvisamente hanno cambiato tutto e mi hanno parlato ripetutamente di Euro, Europa, Trattati, sovranità: ininterrottamente, per due/tre anni. Pochi giorni fa ho rincontrato sempre lo stesso gruppo di persone e mi hanno detto nuovamente il problema dell’Italia sono i privilegi della Casta e non mi hanno più parlato di Euro, Europa, Trattati, sovranità.
Come giustamente affermerà Paolo Becchi il 5 gennaio 2016, in una conversazione con Formiche.net: «Grillo aveva promesso agli italiani che entro il dicembre 2015 o al massimo nel gennaio 2016 ci sarebbe stato il referendum sull’Euro. Ora più nessuno ne parla, salvo per i banchetti fatti in estate quando il tema appassionava di più e c’era da soffiare qualche voto alla Lega. Ma cosa pensa il Movimento sull’Euro? Perché non si porta avanti con convinzione in Parlamento la legge di iniziativa popolare per il referendum?» ed alla domanda se è deluso dal Movimento 5 Stelle, ha così risposto: «Sì, tanto che il 31 dicembre ho cancellato la mia iscrizione al Movimento al quale avevo aderito con grande convinzione e entusiamo; l’ho fatto perché non corrisponde più a quella speranza dell’inizio. Non sono nella testa di Beppe, e non so se questo suo progressivo farsi da parte sia sintomatico di un po’ di delusione anche da parte sua, ma è sempre più politicamente assente. Ha fatto un discorso di fine anno che era uno spot pubblicitario al suo spettacolo, un intervento teatrale nel quale dice che tutti siamo ologrammi ma, ahimé, è diventato un ologramma pure lui. Forse era inevitabile che il Movimento si istituzionalizzasse, ma il sogno è finito.»
Cosa succede? Provo una riflessione…
Il film di Zalone c’entra a pieno la realtà quando si sofferma su quelli che sono gli “aspetti umani” in Italia: specialmente quelli di bassissimo profilo che ruotano attorno a coloro che hanno ancora il cosiddetto posto fisso.
Il film di Zalone c’entra a pieno il “buonismo protettivo” della Prima Repubblica: quasi tutti, effettivamente, durante la Prima Repubblica, potevano avere ed anzi avevano più di una possibilità, perché c’erano tanti soldi (la Prima Repubblica era quella dell’Italia e della Lira, per intenderci: la Repubblica in cui potevamo ancora delle scelte interne dettate in primis dalla nostra moneta, la moneta che potevamo stampare e che ci aveva arricchiti).
Il film di Zalone c’entra a pieno, per certi versi, anche la Seconda Repubblica: tagliare, licenziare, non assumere, risparmiare, perché non ci sono soldi (la Seconda Repubblica, per intenderci, è quella dell’Europa e dell’Euro: la Repubblica in cui non abbiamo più possibilità di fare scelte, in quanto ci vengono dettate dall’Europa e dal fatto che abbiamo una moneta che non è nostra, che non possiamo stampare; una moneta che ci prestano e che dobbiamo restituire con l’aggiunta dell’interesse; una moneta che ci ha impoverito e che non riusciremo a restituire… MAI!).
Quindi che si fa? “Quo” devono andare le nuove generazioni? Cosa devono fare i giovani di questo Paese vecchio e morto? Cosa dobbiamo fare per venirne fuori e per restituire a tutti la possibilità di avere una possibilità - svariate possibilità -, come avveniva nella Prima Repubblica, ma in maniera differente e meritevole? Cosa deve fare l’Italia?
La risposta è ovvia: bisogna immediatamente costruire la Terza Repubblica…
«E come si fa?», si chiederanno in tanti. «Com’è possibile dare vita alla Terza Repubblica?»
Nino Galloni è davvero la “realissima possibilità” che abbiamo a disposizione per costruire la Terza Repubblica; una Terza Repubblica che metta assieme in poco tempo la moneta ed il “buonismo protettivo” della Prima Repubblica ed allo stesso tempo la “severità” della Seconda Repubblica; una Terza Repubblica che parta proprio attraverso l’applicazione di quel “Piano C” che Nino Galloni spiega a Messora ed è contenuto nel suo libro “L’economia imperfetta”; quel “Piano C”, che ad oggi, sembra essere l’unico realmente applicabile per uscire con “sicurezza” da questa catastrofe europea, senza spaventare nessuno, in modo che, come affermava Nino Galloni, «ad un certo punto usciamo dall’Euro e neanche ce ne accorgiamo», partendo proprio dal Comune di Roma.
Vincenzo Bellisario
(Articolo del 15 gennaio 2016)
“Quo Vado?”, l’analisi macroeconomica della MMT sul film di Checco Zalone, Nino Galloni, il M5S e la realissima possibilità della costruzione della Terza Repubblica partendo dal Comune di Roma
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