![Franco Pinzaferri dc942](/images/Franco-Pinzaferri_dc942.jpg)
Franco non dimentica «tutta la rabbia per la povertà in cui viveva la mia famiglia», tra l’altro alle prese con un bambino poliomielitico. Giornate intense, spese tra studio, sport e piccoli lavori: «Ho fatto il manovale con i muratori, ho caricato infiniti autotreni di legna da ardere e riempito migliaia di balle di carbone». Credente, Franco Pinzaferri partecipava alle attività dell’oratorio, per poi iscriversi all’Azione Cattolica. All’età di vent'anni ha cominciato a lavorare negli stabilimenti chimici di Larderello (gruppo Eni) come analista di laboratorio. «Nel frattempo – ricorda – sono stato cacciato dall’Azione Cattolica perché ritenuto un “rivoluzionario”, per quegli anni». Aveva iniziato a frequentare la sezione del Pci di Massa Marittima, che nel 1972 l'aveva inviato a formarsi alla scuola di partito delle Frattocchie, a Roma. Politica, lavoro e famiglia: sposatosi nel 1968, padre l'anno seguente. Impegno sociale: nel '72, il Pci lo scelse come vicepresidente della cooperativa di consumo della zona, un'azienda con quattro negozi, 8 dipendenti e 600 milioni di fatturato. Passione diventata, col tempo, lavoro: nel 1978 Franco ha lasciato gli stabilimenti chimici per fare il presidente a tempo pieno della cooperativa, «attività – racconta – che lascerà nel 1993 con 12 supermercati, 64 dipendenti e 20 miliardi di fatturato». Addio anche al Pci: «Nello stesso periodo ho stracciato la tessera del partito, diventato “Quercia”».
Prima, però, del partito comunista italiano Franco Pinzaferri aveva condiviso anche gli aspetti più scomodi: «Nel 1974 il partito ci aveva ordinato di non dormire a casa nostra per diversi giorni, in quanto si stava preparando il colpo di Stato», ovvero il tentato golpe Borghese. «Mai abbattersi, comunque», è il motto di Franco. Il gruppo Siticem Spa lo assunse, inviandolo (come responsabile della qualità) nella più grande centrale Enel italiana, in costruzione a Brindisi Sud. Lavoro poi lasciato due anni dopo, per motivi familiari (nuovo matrimonio, nuovo figlio: «Non potevo tornare a casa solo per tre giorni al mese»). Nel 1996, Franco ha iniziato una nuova avventura come semplice operaio in un gruppo del suo paese, dov'è diventato prima capo-cantiere poi direttore di una delle imprese del gruppo, e infine responsabile della qualità e dell'organizzazione aziendale di tutto il gruppo. «Finalmente in pensione, invece di riposarmi sono tornato al mio “amore” iniziale, e nel 2004 sono partito con un piccolo laboratorio per analisi chimico-ambientali e marcatura CE dei materiali inerti». Laboratorio che oggi oltre lo impegna insieme al figlio, a un perito chimico e un dottore in chimica, più un docente universitario, un ingegnere ambientale e due persone in amministrazione. «Ancora oggi – confessa Franco – mi diverto ad alzarmi alle 5,30 di mattina, per poi stare in giro quasi tutto il giorno, a contatto coi nostri clienti».