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Il problema degli incendi di milano pongono alcune riflessioni;

La salute dei cittadini che viene in qualche modo,compromessa,temporaneamente,ma a volte per lungo t empo

A ngelo Cecinato, ricercatore dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del CNR. In un articolo dichiara:

Quando c'è un incendio di questo tipo si hanno due diversi effetti a livello sanitario. Possono esserci effetti tossici immediati sulle persone che siano state esposte direttamente alla nube di fumo, come tosse, svenimenti, problemi respiratori e anche cardiocircolatori. Poi vi sono rischi più a lungo termine dovuti alle sostanze presenti nelle emissioni che possono avere effetti che si protraggono nel tempo. Per questi altri effetti però occorre un'esposizione molto lunga.

Le polveri sottili, il cosiddetto particolato fine, può entrare nei polmoni ed è tossico in quanto tale, perché intasa i polmoni, può favorire problemi di circolazione e, per esempio, l'enfisema polmonare, indipendentemente da cosa contiene. Provoca danni a livello cellulare. In più il particolato può contenere delle sostanze tossiche, quindi all'effetto prettamente fisico si sovrappone un effetto chimico.

Gli inquinanti che fanno più male sono gli idrocarburi policiclici aromatici e altri composti simili. Si sprigionano in ogni combustione, anche se si brucia legna, se si accende una sigaretta, e ovviamente in quantità molto maggiori nel traffico. Sono cancerogeni a lungo termine. Le diossine e composti simili sono presenti in tracce e la loro pericolosità è dovuta a tossicità specifiche. Sono però presenti in quantità infinitesimali e si producono solo in particolari condizioni, da materiali di partenza specifici

Un recente studio del National Center for Atmospheric Research stima che più del 40% dei rifiuti, a livello internazionale, viene incenerito in maniera incontrollata in roghi, che emettono gas e particelle che colpiscono la salute umana ed incidono sul cambiamento climatico. Questo inquinamento atmosferico non viene contemplato nei dati ufficiali.

Questo recente studio del National Center for Atmospheric Research, pubblicato su Environmental Science & Technology, fornisce le prime stime approssimative, paese per paese, di sostanze inquinanti emesse dagli incendi, con particolare attenzione per il particolato, il monossido di carbonio, il mercurio, l’anidride carbonica, le Diossine,divenute famose con Seveso e che producono i maggiori danni sulla salute delle persone.

 

 

 

 

 

La Lombardia e Milano non fanno eccezione

Il sole 24 ore ha pubblicato il 16 ottobre un lungo articolo,preoccupante,dove si apprende che gli incendi di depositi di rifiuti in Lombardia dal 2014 ad oggi sono 26 con la maggiore concentrazione tra Milano e Monza.

In Italia dal 2014 ad oggi sono andati a fuoco (sempre secondo fonti Sole 24 Ore):

Impianti di trattamento rifiuti :136

Incendi discariche:31

Incendi Isole ecologiche:45

Impianti di compostaggio:6

Discariche abusive incendiate:103

Inceneritori colpiti da incendi:14

Puo’ essere sempre un caso? Oppure un corto circuito?

Oppure la spiegazione piu’ logica,e che gli impianti,e le discariche autorizzate a ricevere rifiuti,sono pieni,non hanno piu’ spazi ,e quindi e’ di facile inserimento,il personaggio che “risolve il problema”.

Sul mercato gli impianti sono strapieni,quindi si crea un tappo in fondo alla filiera.

Secondo L’ISPRA i dati evidenziano un costante aumento di rifiuti mentre la capacita’ degli impianti che devono riceverli si stanno drasticamente riducendo con conseguente esponenziale incremento delle difficolta’delle imprese a collocare gli “scarti delle lavorazioni”.

Per cui i capannoni si riempiono,i piazzali pure,di rifiuti che alle volte sprigionano gas dovuti alla fermentazione,oppure la reazione chimica di due rifiuti incompatili tra loro, e basta una scintilla, e salta tutto.

Quando non e’ cosi’ ci pensa la mano dell’uomo,e gli abitanti incolpevoli sono coloro che ne fanno le spese.WIN 20170108 09 34 26 Pro 21 93b70

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