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Alexis Tsipras
ha dimostrato di essere un uomo di valore. Di fronte all’impressionante escalation di minacce ricevute da parte del gotha del potere continentale, il premier ellenico ha deciso di tenere le schiena dritta, mettendo nel conto di poter da ora in avanti essere oggetto di gravissime ritorsioni. Tsipras e Varoufakis stanno combattendo una battaglia di civiltà in favore di tutti i cittadini europei, non solo di quelli che vivono in Grecia. Una battaglia in difesa del diritto dei singoli popoli di autodeterminare le rispettive scelte in virtù di un legittimo mandato elettorale ricevuto dal basso. Sembrerebbe tautologia. Ed invece, all’interno di questo mostro di Ue, perfino il rispetto dell’ovvietà è diventato affare alquanto complicato. E’ stomachevole sentire i diversi leader europei, compresi buona parte di coloro i quali tendono ad autodefinirsi “progressisti”, consigliare impunemente e a viso aperto al governo greco di tradire le aspettative del popolo votante. Tsipras ha vinto le elezioni promettendo la fine delle politiche di austerità, medicina insensata e dannosa che ha determinato l’esplodere di una vera e propria emergenza umanitaria. Perché mai ora Tsipras dovrebbe firmare un accordo con i cosiddetti creditori internazionali improntato al proseguimento senza fine di quelle assurde ricette già risultate fallimentari alla prova dei fatti? Che diritto hanno Merkel, Juncker, Lagarde, Hollande e Renzi di decidere al posto dei greci? La mia speranza è che la fierezza dimostrata al mondo dal popolo greco, induca tutte le pubbliche opinioni dei Paesi più avanzati a sposare senza remore la causa ateniese. Gli strozzini internazionali non possono pensare di mettere in naftalina l’essenza stessa della democrazia, da sacrificare sull’altare del rispetto di alcune regole astruse e irricevibili, inserite all’interno di leggi e trattati cucinati e approvati nell’ombra e nel silenzio. Per quale motivo i vari Merkel, Renzi e Schaeuble intendono estromettere a tutti i costi i greci dalla comune casa europea? Come si concilia il tanto sbandierato e astratto “europeismo” rivendicato di continuo da simili figuri, con la pratica e cinica scelta di abbandonare al proprio destino la patria del pensiero e della filosofia? In realtà, dietro un europeismo di facciata, si nasconde soltanto il desiderio di alcune élite schiaviste di ridisegnare i rapporti sociali, fomentando dappertutto una spirale fatta di ingiustizie, disoccupazione e disuguaglianze funzionale alla cristallizzazione del potere dei pochi sui molti. Per queste ragioni nessuno di noi può voltarsi dall’altra parte e fare finta di non vedere il dramma che è sotto i nostri occhi. La fine del processo di integrazione europea- scontato, prossimo e inarrestabile in caso di Grexit- non sarà indolore. Dappertutto si affermeranno forze politiche revansciste e risolutamente nazionaliste (già in chiara ascesa), pronte a far rinascere nel cuore del Vecchio Continente atmosfere lugubri e bellicose che pensavamo ingenuamente di avere abbandonato per sempre. Sulla signora Merkel, ottusa come solo una tedesca formatisi sotto un regime sovietico può essere, ricadrà una responsabilità storica paragonabile per infamia a quella dei suoi peggiori e più indegni predecessori. E mentre Obama, Hollande, Renzi intonano la cantilena dei “buoni sentimenti” nella speranza di nascondere così facendo la pochezza delle rispettive proposte, Mario Draghi utilizza la Bce come formidabile arma di pressione e di ricatto nella speranza di indurre i greci a rivoltarsi contro Tsipras e Varoufakis, macchiatisi della grave colpa di avere restituito dignità ad un popolo intero. Tutti quelli che amano la giustizia e la libertà oggi non possono non sentirsi greci. Il Mezzogiorno d’Italia in particolare, anche in virtù dei fortissimi legami storici e culturali che gelosamente conserva con l’Ellade, dovrebbe sentire forte e impellente il bisogno di prendere posizione al fine di aiutare i greci a respingere al mittente la ferocia tecnocratica insita nell’agire della famigerata Troika. Spero che molti rappresentanti istituzionali vogliano nelle prossime ore, ad ogni livello, testimoniare nei fatti vicinanza e solidarietà al popolo greco. Difendendo loro, difendiamo noi stessi.

Francesco Maria Toscano

(articolo del 30 giugno 2015)

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