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di maio d98e4
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Gioele Magaldi: «Caro Luongo Roberto, la bellezza del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com), autenticamente democratico, progressista, trasversale, pluralista e social-liberale, sta proprio nel fatto che include posizioni diverse su svariati temi e persino persone che provengono da storie di militanza e simpatia politica divergente...
Nondimeno, tutti coloro che hanno sottoscritto lo Statuto MR condividono determinati principi e obiettivi, il che ci consente, nonostante la divergenza di opinioni su tale o tal altro fatto, problema o iniziativa, di recuperare serenità, armonia e unità di intenti nel perseguimento di tali finalità e valori, espressamente ispirati alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ad una idea di democrazia sostanziale e non formalistica, alla bussola di una costruzione sociale fondata su Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, Laicità, Giustizia e Solidarietà.
Nell’ambito di alcuni interessanti confronti critici che hai avuto sul Gruppo facebook Movimento Roosevelt Italia con Marco Moiso, Gabriella Toma, Patrizia Scanu, Sergio Magaldi, Roberto Tomaiuolo ed altri, a margine di https://www.youtube.com/watch?v=jjXvPft7Qhw&feature=youtu.be, integrato da http://www.libreidee.org/2018/05/magaldi-fidatevi-sara-proprio-litalia-a-cambiare-leuropa/ e da http://www.libreidee.org/2018/05/magaldi-con-savona-via-mattarella-sgominare-i-poteri-marci/, ho potuto leggere i tuoi seguenti commenti: “Smettetela, la Democrazia non può essere un paio di mutande che fino a quando il suo elastico resiste per indossarla chiunque. La Democrazia è una sola e le Istituzioni e una ed è rappresenta dal Presidente della Repubblica unico garante . Dagli anni 50 e fino agli anni 80 in Italia c'erano due blocchi, Democrazia Cristiana e Partito Comunista questi due blocchi era finanziati blocchi USA e Unione Sovietica. Ma quando si toccavano le Istituzioni la Democrazia Cristiana e PCI facevano fronte comune. Oggi si parla e si urla a complotto. Il popolo il 4 marzo a dato le indicazioni. I signori che dovevano fare il governo hanno mal governato e rispettato la volontà degli italiani. Hanno fatto un contratto, hanno nominato un non nessuno a presidente del consiglio questo signor nessuno tecncio, non ha avuto la forza di decidere e nominare ministri . Savona tecnico non ha avuto rispetto delle istituzioni. Se avessi avuto il rispetto delle istituzioni faceva un passo indietro. L'arroganza dei politici hanno voluto sforzare le Istituzioni in nome del popolo. Senza sapere che il popolo ha le sue istituzioni che li rappresenta. Chiamare il popolo in piazza per difendere la Democrazia e giusto, ma nella coerenza e non parlare al popolo con slogan e promesse impraticabili. Il popolo non deve essere preso in giro. Il popolo deve ragionare con la propria testa. L'Europa e stata fondata per rendere più liberi i popoli. Questi era l'intento di Spinelli ecc... ecc... Certo che vanno cambiate le cose. Ma non si possono cambiare sulla pelle dei popoli soli per velleità di alcuni politici ed economisti facinorosi”.

“Credo che sfugga qualcosa di molto importante . Il presidente della repubblica non è di espressione del popolo ma ben si dal parlamento. Ed è l’unico guardiano della costituzione e delle sue regole. Non si può andare oltre. Io non ritengo il Presidente della Repubblica un servo di Bruxelles e ne tanto meno dei poteri forti . Lui è il garante dei trattati e di tutto ciò che l’Italia si è impegnata ad osservare. Il Presidente della Repubblica è stato tirato per la giacca e si è trovato un gioco pericoloso per la tenuta democratica del nostro paese. Si è solo preoccupato degli italiani e dei loro risparmi. Questa è la mia opinione di cittadino che osserva le leggi e la sua costituzione voluta da uomini liberi . Dopo tanto sangue versato per colpa di un errore del vero Re d’Italia di aver ceduto al ricatto. E ci è costato venti anni di fascismo e le sue conseguenze. Per un errore di non aver bloccato la marcia su Roma. Non prestate il fianco altrimenti si parte con il piede sbagliato. È inutile chiamarsi Progressisti se mettiamo sotto accusa le prerogative del Presidente della Repubblica. Vi invito a difendere la costituzione come è stato fatto il 4 Dicembre 2017 dal 60% degli Italiani. Oggi faccio autocritica ,se il SI , avesse prevalso oggi non avremmo questa situazione . Ma , allora avevamo un nemico , Renzi. Oggi al contrario viene definito Re nudo Mattarella che a fatto il suo dovere .”

Ora, rispettando e garantendo (sempre e comunque) il tuo diritto-dovere di avere opinioni diverse dalla Presidenza MR, dalla mia personale, da quella di Marco Moiso e da quella di chicchessia su tutto quello che vuoi e vorrai (perché il MR è un luogo per donne e uomini liberi che si confrontano liberamente e pacatamente), ti faccio nondimeno osservare quanto segue.

1 Dopo il 4 marzo, nessuno ha avuto la possibilità di ben governare o mal governare, semplicemente perché nessun governo è stato mai insediato, rimanendo piuttosto in carica il grigio esecutivo Gentiloni.

2 E’ inesatto dire che Paolo Savona non avrebbe avuto rispetto delle Istituzioni e il contrario è dimostrato sia dalle sue dichiarazioni di domenica 27 maggio, all’ora di pranzo, che qui sottopongo alla tua attenzione, sia dal comunicato inviato poco fa, a commento di quanto accaduto in queste ore. Questo è il comunicato di ieri: «Non sono mai intervenuto in questi giorni nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema dell’euro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate all’Editore il 31 dicembre 2017, circolate a stampa in questi giorni, in particolare alle pagine 126-127. Per il rispetto che porto alle Istituzioni, sento il dovere di riassumerle brevemente:

– Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica …..

– Assegnare alla BCE le funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale ..…

– Attribuire al Parlamento europeo poteri legislativi sulle materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale, …..

– Conferire alla Commissione Europea il potere di iniziativa legislativa sulle materie di cui all’art. 3 del Trattato di Lisbona…

– Nella fase di attuazione, prima del suo scioglimento, assegnare al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo compiti di vigilanza sulle istituzioni europee per garantire il rispetto degli obiettivi e l’uso dei poteri stabiliti dai nuovi accordi.

Per quanto riguarda la trasposizione di questi miei convincimenti nel programma di Governo non posso che riferirmi al contenuto del paragrafo 29, pagine 53-55, del Contratto stipulato tra la Lega e il M5S, nel quale vengono specificati gli intenti che verranno perseguiti dal Governo che si va costituendo “alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni“; queste inducono a chiedere all’Unione Europea “la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo” che nel testo che segue vengono specificati.
Anche per le preoccupazioni espresse nel dibattito sul debito pubblico e il deficit il riferimento d’obbligo è il paragrafo 8 di pagina 17 del Contratto in cui è chiaramente detto che “L’azione del Governo sarà mirata a un programma di riduzione del debito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del PIL, da ottenersi con un rilancio della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni.”
Spero di aver contribuito a chiarire quali sono le mie posizioni sul tema dibattuto e quelle del Governo che si va costituendo interpretando correttamente la volontà del Paese.
Sintetizzo dicendo : Voglio un Europa diversa, più forte, ma più equa» (PAOLO SAVONA - “COMUNICATO PROF. PAOLO SAVONA - 27 maggio 2018, h. 13.20”).

3 E’ altrettanto inesatto dire, come tu hai detto, che il Presidente della Repubblica “è l’unico guardiano della costituzione e delle sue regole. Non si può andare oltre”. Infatti, è la Corte Costituzionale che è chiamata, in ultima istanza, a giudicare dell’operato costituzionale o anticostituzionale dello stesso inquilino del Quirinale. Anzi, gli articoli 90, 134 e 135 della Costituzione disciplinano il modo in cui il Presidente della Repubblica possa prima essere accusato di alto tradimento o attentato alla costituzione dal Parlamento e poi eventualmente messo a processo dalla Corte Costituzionale in composizione ampliata. Questo, caro Roberto, perché nessuno è “legibus solutus”, in democrazia, neanche il Capo dello Stato, qualora commetta atti di tradimento o di violazione dello spirito delle norme costituzionali.

4 Mi sembra poi incomprensibile, più che inesatto, quanto tu dici a proposito delle ansie di Mattarella, il quale si “sarebbe preoccupato degli italiani e dei loro risparmi”. Mi sfugge, in effetti, in che modo e in che senso un signore della competenza di Paolo Savona- già Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato prescelto a suo tempo dal Fratello Carlo Azeglio Ciampi in veste di Presidente del Consiglio e nominato da Oscar Luigi Scalfaro in quanto Presidente della Repubblica- avrebbe, in qualità di Ministro dell’Economia del Governo Conte, messo in pericolo “gli italiani e i loro risparmi”. Ha detto al riguardo Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale, caro Roberto, e non un pericoloso eversore in camicia “giallo-verde”: "Sul piano strettamente giuridico può dire “io non firmo”. Ma guardiamo alla logica del sistema: il presidente della Repubblica ha fatto un lungo giro di consultazioni per verificare l’esistenza di una maggioranza. Alla fine la maggioranza è emersa: i suoi esponenti hanno concordato una certa ipotesi di governo, invocando rigidamente la necessità di nominare Savona. Di fronte a questo il capo dello Stato si è opposto per ragioni politiche, non personali. A mio parere Mattarella è andato contro l’idea che il nostro sistema è un sistema parlamentare. Se Mattarella avesse avuto obiezioni in merito al programma di governo, avrebbe potuto farlo presente, rilevando aspetti di incostituzionalità. Ma non si è opposto per nulla al contratto di governo. Si è opposto solo a una persona, temendo che potesse mettere in pericolo la stabilità dei mercati finanziari, e la difesa dei risparmiatori. Così facendo si dà ai creditori dello Stato un potere immenso, che va al di là delle obbligazioni di un debitore. Un debitore non può diventare così politicamente asservito da accettare ingerenza sulla maggioranza. In questo caso mi sembra sia andato un po’ troppo oltre". Ma soprattutto ti domando, caro Roberto, in che senso Carlo Cottarelli, rappresentante della destra economica neoliberista in forza al Fondo Monetario Internazionale e uomo perfettamente in linea con l’ideologia dell’austerity introdotta da Mario Monti e proseguita da Letta, Renzi e Gentiloni, sarebbe più rassicurante per “gli italiani e i loro risparmi” di Savona e Conte? E inoltre, caro Roberto, da uomo “di sinistra”, ti sei reso conto che, proprio nei giorni scorsi, diversi costituzionalisti di sinistra, pur non apprezzando l’idea del governo “Lega-M5S”, hanno dichiarato pubblicamente che Mattarella non aveva il diritto di respingere la nomina di Paolo Savona in virtù di una “diversità di opinioni” su eurozona e UE o su qualsivoglia tema politico-economico?

5 D’altra parte, credo che la “testa al toro” la taglino definitivamente le impeccabili parole che lo stesso Savona, poco fa, ha diramato pubblicamente. Parole, caro amico e fratello mio Luongo Roberto, che ti invito a meditare con attenzione e con animo pacato e sgombro da pregiudizi, come tutto il resto di questa Nota che ho voluto dedicare ad un confronto amichevole e fraterno tra di noi e tra tutti coloro che- come noi- si appassionano di politica, società, economia e storia.

6 Scrive dunque Paolo Savona, poco fa: "Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti. Insieme alla solidarietà espressa da chi mi conosce e non distorce il mio pensiero, una particolare consolazione mi è venuta da Jean Paul Fitoussi sul Mattino di Napoli e da Wolfgang Münchau sul Financial Times. Il primo, con cui ho da decenni civili discussioni sul tema, afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri; aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione, perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espresso pubblicamente. Nell’epoca dei like o don’t like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda.
Più incisivo e vicino al mio pensiero è il commento di Münchau. Nel suo commento egli analizza come deve essere l’euro per non subire la dominanza mondiale del dollaro e della geopolitica degli Stati Uniti, affermando che la moneta europea è stata mal costruita per colpa della miopia dei tedeschi. La Germania impedisce che l’euro divenga come il dollaro “una parte essenziale della politica estera”. Purtroppo, egli aggiunge, il dollaro ha perso questa caratteristica, l’euro non è in condizione di rimpiazzarlo o, quanto meno, svolgere un ruolo parallelo, e di conseguenza siamo nel caos delle relazioni economiche internazionali; queste volgono verso il protezionismo nazionalistico, non certo forierodi stabilità politica, sociale ed economica. È il tema che con Paolo Panerai ho toccato nel pamphlet recentemente pubblicato su Carli e il Trattato di Maastricht, dove emerge la lucida grandezza di Paolo Baffi. L’Italia registra fenomeni di povertà, minore reddito e maggiore disuguaglianze. Il 28 e 29 giugno si terrà un incontro importante tra Capi di Stato a Bruxelles: chi rappresenterà le istanze del popolo italiano? Non potrà andarci Mattarella, né può farlo Cottarelli. Se non avesse avuto veti inaccettabili, perché infondati, il Governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron, così incanalando le reazioni scomposte che provengono dall’interno di tutti indistintamente i paesi-membri europei verso decisioni che aiutino l’Italia a uscire dalla china verso cui è stata spinta. Münchaugiustamente afferma che “teme non vi sia un sostegno politico nel Nord Europa” e quindi non ci resta che patire gli effetti del protezionismo e dell’instabilità sociale. Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell’UE o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi.”

N.B. Rinvio tutti, comunque, alla lettura di una interessante intervista che ho rilasciato ad “Affari Italiani” ( www.affaritaliani.it ) e che sarà pubblicata domattina (Gioele Magaldi).

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