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ConsultaTempo fa un report della banca d’affari Jp Morgan, dominata da uomini organici ai peggiori circuiti latomistici sovranazionali, sosteneva che l’Europa doveva al più presto liberarsi delle Costituzioni antifasciste (clicca per leggere). Come gli assidui lettori de Il Moralista sanno, l’obiettivo finale e dissimulato perseguito dai vari Mario Draghi e Wolfang Schaeuble, è proprio quello di re-impiantare nel Vecchio Continente i semi del fascismo, pronto a risorgere sulle ceneri di una Europa avvelenata dalle politiche di austerità. In Finlandia, in Francia, in Inghilterra e perfino in Polonia avanzano le forze di destra nazionalista, dolosamente aiutate da una retorica che alimenta l’astio fra i popoli del sud e quelli del nord Europa (“presunti spreconi del sud contro presunti virtuosi del nord”). Oggi, grazie all’opera malefica svolta dai soliti figuri nel buio di logge perverse come la “Der Ring” e la “Hathor Pentalpha”, la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa sembra molto lontana, materializzandosi invece a passi veloci lo spauracchio rappresentato dal prepotente riemergere di nuove e più sottili forme di nazifascismo. In Italia, uno degli ultimi baluardi posto a difesa della democrazia è rappresentato dalla Corte Costituzionale. I recenti e sguaiati attacchi rivolti ai giudici della Consulta, per via della sentenza che stabilisce l’incostituzionalità delle legge Fornero che prevedeva il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, sono parte integrante e coerente di quel processo di progressiva fascistizzazione appena dipinto. Non c’è bisogno di richiamare alla mente il famoso scontro concettuale fra due giuristi che hanno fatto la storia del Novecento, come il liberale Hans Kelsen e il filonazista Carl Schmitt, per rendersene conto. Il nazismo tecnocratico di Schaueble, esattamente come il nazismo classico di Hitler, non tollera e accetta l’esistenza di un contropotere che ne limiti il raggio d’azione. L’attacco indiscriminato ai diritti acquisiti, sulla base di una furba teoria dell’emergenza non a caso teorizzata con chiarezza proprio dal principale architetto giuridico del regime nazista hitleriano (clicca per leggere), trova nella Consulta un limite per ora insormontabile. Come possono i nazisti moderni svuotare fino in fondo la nostra democrazia senza prima sbarazzarsi del potere di controllo esercitato dalla Corte Costituzionale? E’ chiaro quindi come la declinazione in senso autoritario dello Stato contempli necessariamente la pianificazione di una specifica e martellante campagna di delegittimazione in danno degli Ermellini. La Corte Costituzionale non è immune dal commettere errori. Basti pensare a quella assurda sentenza con la quale si riconosceva al precedente Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, finito al centro di una verminosa vicenda entrata nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia, una specie di immunità assoluta dal sapore anacronistico e medievale.  E’ possibile quindi che, pressati dalla violenza di alcuni politici influenti, i giudici finiscano saltuariamente per piegare il diritto alle ragioni della forza. Non è però possibile pensare che un organo collegiale come la Corte Costituzionale, per quanto minacciato, possa mai derogare completamente dal delicato compito di vigilanza che la Costituzione gli assegna. I nazisti moderni, come quelli passati, sanno che va abbattuto ciò che non si può corrompere. Gli articoli di stampa volti a gettare fango sui giudici che hanno osato smascherare le condotte infingarde e illegali messe in atto al tempo di Mario Monti, proseguiranno perciò senza sosta. I circuiti che parlano per bocca del Venerabile Maestro Mario Draghi controllano i media e controllano i leader dei principali partiti che eleggono tanto i singoli parlamentari quanto il Presidente della Repubblica. Per instaurare una nuova forma di potere assoluto non resta quindi che colpire e ridimensionare i giudici costituzionali, difensori di quella Magna Carta che tanto infastidisce i vertici della Jp Morgan.

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