Ivo Caizzo: «Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso una apertura a un eventuale governo tra M5S e Lega, rafforzandola con la fiducia nel rispetto dei valori dell’Europa garantito dal capo dello Stato Sergio Mattarella e accompagnandola con seri dubbi provocati dall’attuale incertezza politica a Roma. Nel summit dei capi di Stato e di governo dell’Ue a Sofia il caso Italia, pur non essendo in agenda, è stato al centro di molte discussioni informali a margine. Lo ha confermato il premier uscente Paolo Gentiloni del Pd, rivelando «le preoccupazioni» espressegli da molti leader. Anche il presidente della Camera Ue, Antonio Tajani di Forza Italia, ha evocato i rischi che potrebbero spuntare «dalla Borsa e dai mercati» a causa dell’«incertezza politica». «Bisogna accettare quello che i popoli decidono — ha affermato Macron su un governo di M5S e Lega —. La democrazia produce delle realtà politiche, bisogna guardarle in faccia e lavorare con i leader che ne conseguono». Non è entrato nei programmi perché non conosce «le posizioni di un governo ancora non formato». Vede «forze eterogenee e paradossali con possibilità di allearsi» e che «hanno smentito» le ipotesi di uscita dall’euro e di azioni «molto dure» sull’immigrazione.
Gentiloni preoccupato
Il presidente francese ha segnalato una «parte di incertezza» nel contesto politico italiano. Ma l’ha considerata bilanciata da Mattarella, indicato come «elemento di fiducia» perché ha garantito che il governo sarebbe «legato a una strategia e a una coerenza europea». Esprimendo un giudizio positivo su Gentiloni, ha anticipato al successore che «la Francia farà quello che ha sempre fatto, ovvero lavorare sempre con i nostri vicini, partner e amici, perché la nostra storia e i nostri popoli vanno oltre la realtà politica del momento». Gentiloni ha confermato le «preoccupazioni dei leader europei» sull’incertezza politica in Italia soprattutto in relazione alle «grandi scelte internazionali sempre condivise dall’Europa al di là del colore politico dei governi, sulla tenuta dei conti e sui risultati delle politiche migratorie, che qui sono vissuti come grandi successi. Se si andasse fuori strada, sarebbero danneggiati gli italiani, non gli euroburocrati». Ha esortato il prossimo esecutivo a evitare «politiche a debito» per rispettare «promesse elettorali e post elettorali mirabolanti», escludendo però il rischio per l’Italia di scenari come quello del crollo della Grecia.»