“Lettera 43”: «L'annuncio ufficiale non è ancora arrivato, ma pare ormai scontato il via libera di Beppe Grillo alla deroga al doppio mandato per gli eletti del Movimento 5 stelle. Se davvero, come appare sempre più probabile, si dovesse tornare alle urne tra l'estate e l'autunno, i pentastellati rieletti nella 18esima legislatura, che rischia di essere la più breve della storia repubblicana, potranno ricandidarsi per le nuove elezioni, in barba a uno dei vincoli sacri del Movimento. La regola, infatti, presente sin dalla campagna per il parlamento pulito lanciata nel primo Vaffaday di Beppe Grillo, nel 2007, obbliga tutti gli eletti M5s a lasciare le istituzioni al termine del secondo mandato.
MANCATA PARTENZA DELLA LEGISLATURA
Luigi Di Maio all’assemblea dei parlamentari in cui ha comunicato la scelta di opporsi alla proposta del governo neutrale fatta dal presidente della Repubblica Mattarella aveva già fatto trapelare il lasciapassare di Beppe Grillo alla deroga. In caso di elezioni a luglio, il M5s giustificherebbe questa scelta con la mancata partenza dell'attuale legislatura.
DI MAIO POTRÀ ESSERE DI NUOVO CANDIDATO PREMIER
La deroga al vincolo del doppio mandato è essenziale per il capo politico dei Cinque stelle per confermare la sua candidatura a premier, che in questo modo non verrebbe messa in discussione. Già qualche giorno, fa il deputato Carlo Sibilia aveva dato per certa l'ipotesi di un terzo mandato per Di Maio. Eppure non sono lontani i tempi in cui Beppe Grillo ricordava sul blog che «una delle regole fondanti è quella dei due mandati elettivi a qualunque livello. Consigliere comunale, sindaco, consigliere regionale, parlamentare nazionale ed europeo. Questa regola non si cambia né esisteranno mai deroghe ad essa». Era il marzo 2017. E per attribuire ancor più peso al comunicato citava una frase emblematica di Gianroberto Casaleggio: «Ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli».