Paola Di Caro: «Siamo seri: chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Non può passare il messaggio che il 4 marzo è stato uno scherzo. Sette italiani su dieci hanno votato per Salvini e Di Maio, lo facciano loro il governo se sono capaci. Noi non possiamo con un gioco di palazzo rientrare dalla finestra dopo essere usciti dalla porta», ma c’è la disponibilità a scrivere «le regole» elettorali e costituzionali per rendere stabile il Paese. Se c’erano dubbi, Matteo Renzi li ha spazzati via nell’intervista concessa ieri sera a Fabio Fazio a Che tempo che fa. Non è possibile un patto di governo con il M5S: non solo per gli insulti ricevuti in campagna elettorale — «Ci hanno detto mafiosi, corrotti, amici delle banche, dei petrolieri...» —, ma soprattutto perché non esiste un progetto comune per l’Italia: «Andiamo pure a parlare con loro, facciamolo in streaming», concede Renzi. Che però aggiunge subito: «Vediamo se hanno cambiato idea su vaccini Tav, Ilva, reddito di cittadinanza. Io non voglio dare soldi alla gente per non lavorare, loro spieghino a chi li ha votati perché non si può fare, non nascondendosi dietro la foglia di fico dell’accordo col Pd. Non possiamo fare il socio di minoranza di Casaleggio».
Sederci con M5S e Lega per scrivere le regole
Durissima la replica di Luigi Di Maio: «Il Pd non riesce a liberarsi di Renzi col suo ego smisurato. Il Pd ha detto no ai temi per i cittadini e la pagheranno». Niente «prese in giro degli italiani», dice Renzi. E a pensarla come lui, assicura l’ex segretario del Pd, è la stragrande maggioranza del suo partito: «A Palazzo Madama servono 48 senatori del Pd su 52 per far nascere un governo con il M5S: io non ne conosco nemmeno uno». Invece «ci sono molte più similitudini tra Lega e M5S», e Salvini «ha vinto», quindi siano loro a fare un governo se si metteranno d’accordo sulla premiership «visto che dicono entrambi “o io o niente”». Il Pd farà «l’opposizione», senza scendere negli attacchi personali per esempio al presidente della Camera Roberto Fico il cui comportamento sui contributi alla colf è comunque «grave». Ma se Salvini e Di Maio non saranno in grado di governare, lancia la sua idea Renzi, «prima di tornare a votare chi ha vinto faccia una proposta per cambiare la legge elettorale» inserendo il ballottaggio e «per fare una modifica costituzionale. Siano capaci di fare una proposta per il Paese: un anno e mezzo, due e poi si torna a votare. Siamo disponibili a sederci con M5S e Lega per scrivere le regole. Con quale governo? Decide il presidente della Repubblica».
Un governo aperto alla partecipazione di tutti
Se Renzi non va oltre, è il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda a lanciare una formula: «Serve un governo istituzionale, aperto alla partecipazione di tutti i partiti» ma non composto «da figure dei partiti» e non «un governo dei professori». Non quello a cui, almeno ufficialmente, punta il centrodestra. L’azzurro Antonio Tajani insiste per un governo di minoranza del centrodestra che cerca voti in Parlamento «sul modello spagnolo», senza lasciare spazio ai populismi che «spaventano l’Europa». Matteo Salvini, intanto, sembra voler riprendere il discorso con il M5S.»