Giovanni Drogo: «Cosa succederà con il tanto agognato e molto promesso “reddito di cittadinanza” declinato secondo le interpretazioni del MoVimento 5 Stelle? A quanto pare, per scoprirlo, ci vorrà qualche anno, giusto il tempo attuare la riforma dei centri per l’impiego. Nel frattempo però nei comuni amministrati dai sindaci del M5S si sperimentano forme di reddito di cittadinanza a livello locale. A Castelfidardo (Ancona) lo hanno chiamato reddito di cittadinanza ma in realtà sono “borse lavoro”. Un contributo di 400 euro mensili della durata sei mesi (per un impegno lavorativo di 20 ore settimanali) erogato dal Comune per favorire l’occupazione.
Come funziona il reddito di cittadinanza a Castelfidardo
In buona sostanza, il Comune paga e le imprese locali assumono, a costo zero. Con l’ovvia soddisfazione da parte delle aziende che possono “ottenere” stagisti pagati meno di 5 euro l’ora. Ben al di sotto della soglia del reddito minimo che vorrebbe il M5S e anche meno dei tanto criticati e contestati voucher. E proprio a differenza dei voucher non è previsto il versamento degli oneri pensionistici. Una volta scaduto il periodo dei sei mesi sarà l’azienda a valutare o meno l’assunzione del “borsista” con reddito di cittadinanza. Della vicenda, visto che sono tutti curiosi di sapere se il reddito di cittadinanza potrà funzionare, si è occupata qualche giorno fa la trasmissione di Rai 3 Agorà. I requisiti per partecipare al progetto sono semplici: bisogna avere un’età compresa tra 30 e 65 anni, un reddito Isee inferiore a 25mila euro e avere la residenza nel comune da dieci anni. Il reddito si può ottenere però solo una volta, come se quei sei mesi risolvessero tutti i problemi.
Il Comune di Castelfidardo, governato dal sindaco Roberto Ascani, ha stanziato 188 mila euro in due anni per lanciare il suo progetto di reddito di cittadinanza. Ma l’opposizione denuncia che non si tratta di una vera misura in grado di favorire la fuoriuscita dalla disoccupazione, se non in maniera temporanea. Una volta scaduto il periodo di prova (e quindi l’incentivo pubblico) le aziende non assumono gli “stagisti” che quindi tornano a casa. C’è poi il dubbio su quanto 400 euro al mese possano realmente incidere sul bilancio familiare.
Se il reddito di cittadinanza è un affare solo per le aziende
Enrico Santini, consigliere del Partito Democratico, è stato il primo a denunciare i “lati oscuri” del reddito di cittadinanza di Castelfidardo. Un’azienda che ha una cassa integrazione in corso ha deciso di usufruire della “borsa lavoro” del Comune per “assumere” sei nuovi stagisti. Le ragioni sono ovvie: i costi per l’azienda sono irrisori (assicurazione e INAIL) ed evidentemente l’inserimento dei “borsisti” non pregiudica l’erogazione della cassa integrazione. Più che un sostegno all’occupazione sembra un sostegno alle imprese per fornire lavoratori sottopagati a costo zero.
Poi, prosegue Santini, c’è un “noto albergo locale che avrà sì e no 4 o 5 dipendenti” che ha attivato sei percorsi con le “borse lavoro”. Ed infine il caso più clamoroso: “una società che ha in gestione un servizio comunale (asilo nido) ha pensato bene di licenziare una dipendente con contratto a tempo indeterminato per sostituirla con due redditi di cittadinanza”. Personale che difficilmente, visto il comportamento dell’azienda, verrà assunto al termine del progetto. Per il sindaco si sta facendo “troppo rumore per un solo caso” e ricorda che “su 35 borsisti abbiamo avuto 6 assunzioni”, ma evita di conteggiare che quelle sei assunzioni sono costate la perdita di almeno un posto di lavoro. La capogruppo del PD di Castelfidardo Laura Piatanesi ci va giù dura: «Siamo di fronte a un caso gravissimo: una donna è stata licenziata per far posto ad altre due persone assunte a costo zero proprio grazie al reddito di cittadinanza». Prosegue Santini: «La coop che gestisce l’asilo comunale con contratto di servizio di 139 mila euro per due anni ha prima ridotto l’orario di lavoro e poi licenziato una dipendente con contratto a tempo indeterminato da 9 anni».
Manca poi la formazione, una persona intervistata da Rai Tre ha raccontato di essere assunto per fare il cuoco, ma in cucina era da solo. E non è chiaro se tra i criteri per le assunzioni temporanee si guardano anche le competenze pregresse. Il rischio è di trovare, come spiegava Luigi Di Maio qualche anno fa, un geologo a coltivare un campo di patate. Secondo il Capo Politico del M5S per finanziare il reddito di cittadinanza era necessario chiudere gli enti inutili (e mandare a casa i dipendenti, con l’ormai storico esempio del geologo). A Castelfidardo hanno fatto meglio: hanno fatto licenziare una lavoratrice per poter erogare due “redditi di cittadinanza”. Tutto a spese della collettività.»