A prescindere dal giudizio personale di ognuno sul reddito di cittadinanza - per il quale, prima di parlare, bisognerebbe sempre informarsi - provo un senso di nausea nei confronti dell'informazione italiana e nei confronti di coloro che non aspettavano altro, erano lì in attesa dell'occasione per scagliarsi contro il partito che rappresenta, in ogni caso, un terzo dell'elettorato italiano, e per il quale bisognerebbe provare più rispetto.
Abbiamo appurato che la notizia secondo cui "migliaia di persone" si sono recate al CAF per richiedere il reddito di cittadinanza, subito dopo le elezioni, è palesemente una BUFALA. Tale scemenza è stata pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno e poi subito rilanciata a livello nazionale dalla stampa mainstream - tra cui La Repubblica di quell'Eugenio Scalfari, personaggio sinistro dalla mentalità oligarchica (per sua stessa ammissione), poco democratico e anche poco lucido, le cui analisi sono sempre più un'accozzaglia di follie, che finiscono per rivelarci la sua vera essenza - e dalle TV naturalmente.
Pare che la fake news in questione sia stata costruita ad arte dal PD locale, secondo un'inchiesta del Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/09/meridionali-in-coda-per-il-reddito-di-cittadinanza-come-il-pd-inventa-una-fake-news/4214199/).
Quello stesso PD, il cui Segretario dimissionario "post-datato", all’inizio della sua campagna elettorale, affermava solennemente: “Ho creato un milione di posti di lavoro e ogni quindici giorni farò un report contro le fake news".
La smentita è arrivata da Porta Futuro, un centro per l'orientamento al lavoro di Bari, con il seguente comunicato:
"In questi giorni stanno circolando notizie sul Reddito di Cittadinanza su tutti i media locali e nazionali.
Alcuni cittadini sono passati dal nostro sportello per chiederci informazioni e approfondimenti su questo tema. Vogliamo chiarire che tutto ciò è normale nel nostro Paese: succede ogni volta che vengono divulgate notizie rilevanti per le politiche del lavoro e per la vita dei cittadini, come è avvenuto per altre proposte legislative promosse negli ultimi mesi.
Il nostro compito è esattamente questo: informare e fornire chiarimenti su tutto ciò che riguarda le politiche del lavoro.".
Ora, nel rilanciarla, i media nazionali, non contenti di aver fatto circolare una bufala grande quanto un palazzo, si sono anche permessi il lusso di fare la morale al presunto meridionale nullafacente, pigro e anche stolto e credulone, secondo una retorica abbastanza razzista nei contronti della gente del sud; anzi stupidamente auto-razzista, per cui ancora peggio.
Partendo da questa vicenda, invito tutti a fare molta attenzione a chi propone battaglie del genere. In Italia si tratta di gente come Matteo Renzi, Marco Minniti, Laura Boldrini, Enrico Mentana, Giovanni Pitruzzella (presidente dell'Antitrust), Angelo Marcello Cardani (presidente AGCOM), Andrea Orlando, Gabriella Carlucci, e tutti i firmatari del disegno di legge presentato il 7 Febbraio 2017, intitolato "Disposizioni per prevenire la manipolazione dell’informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica".
Questa crociata, tra l'altro, è stata "recepita" dagli USA, all'indomani della vittoria di Donald Trump - che si dice basata su delle fake news (boh...) - e avviata dalla falsamente progressista Hillary Clinton (personaggio sulla quale bisognerebbe indagare seriamente la natura dei lauti finanziamenti che riceve) e tutto il mondo fake-liberal (loro sì) che le ruota attorno.
La battaglia contro le fake news è più pericolosa delle fake news stesse. E' un pericolo contro la Democrazia e la libertà di pensiero.
Se le si vuole combattere, bisogna sottoporle ad un attento vaglio critico e decostruirle, tramite un'operazione di fact checking. Questo fenomeno non può e non deve essere combattuto con la legge, poiché in questo modo corriamo seriamente il rischio di aprire le porte all'incubo orwelliano.
Chi deciderà cosa è vero e cosa è falso? Un ente? Un "Ministero della Verità" in stile "1984"?
Questo sarà soltanto il primo passo verso la soppressione dell'informazione libera e alternativa, ovvero tutta una serie di blog SERI, o testate giornalistiche e quant'altro, che cercano di analizzare criticamente la realtà, divesamente dall'informazione mainstream, spesso in mano a circuiti sovranazionali sospetti, interessati a far passare determinati messaggi e manipolare - come già fanno e anche molto bene - la pubblica opinione, fornendo quotidianamente una descrizione mistificatoria della realtà che ci circonda.
Inoltre, andando poi ad analizzare attentamente la questione, ci si può rendere conto che tale battaglia sembra - più che una lotta alle fake news - una lotta per il monopolio sulla diffusione delle fake news, oltre che sulla censura. Quella del reddito di cittadinanza è solo un piccolo esempio, ma ne possiamo citare tanti altri del passato, in merito soprattutto alla situazione economica, all'isteria generalizzata sul debito pubblico, al "consolidamento della ripresa" (ripresa? consolidamento?).
Questo è un messaggio rivolto soprattutto a chi si definisce di "sinistra", visto che quando Berlusconi era Presidente del Consiglio, ci si stracciava spesso le vesti perché controllava e manipolava sia Mediaset che la Rai.
Facciamo molta attenzione a queste dinamiche e facciamo molta attenzione a determinati personaggi.
Qui si tratta della nostra libertà di pensiero, che viene presa di mira da molto lontano e, se ora possiamo ancora scrivere liberamente sui social, discutere al bar e associarci, magari un giorno tutto questo potrebbe esserci negato.
EDITORIALE - Il reddito di cittadinanza e la battaglia contro le fake news.
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- Postato da Rosario Picolla