Correnti progressiste e loro distanza da orientamenti negazionisti e revisionisti
- Dettagli
- Categoria: Blog
- Postato da Davide Crimi
Con riferimento ad alcuni interventi emersi in area social network, prodotti per dire che "tanto è tutto uguale", che "Roosevelt non è poi diverso da Mussolini" o addirittura che "Roosevelt ha copiato dal fascismo", esortato a fornire chiarimenti, intendo subito mettere luce, prima ancora che sui contenuti, sul metodo. E' ben noto, infatti, che equiparare posizioni diverse e distanti è un facile meccanismo che rende tutto banalmente uguale e in questo modo annulla qualsiasi possibilità di discernimento e intellezione. Poiché non è possibile cedere a queste logiche strumentali - consapevolmente utilizzate per generare confusione - chi vuole troverà qui la spiegazione di dettaglio di quanto è da intendersi utilizzando i termini "revisionismo" e "negazionismo". Prima di darne le definizioni d'uso scientifico, permettetemi di precisare che chi scrive è e vuol essere persona modesta e umile, ma mai servile. Questa condizione ontologica si manifesta come indisponibilità a linguaggi offensivi e violenti pertanto, non verrà data risposta a domande o osservazioni prodotte con provocazione o con tratti di attacco personale. Il pluralismo delle idee non deve mai tradursi in offesa dell'altro. Grazie per la comprensione. Ecco dunque le definizioni: il negazionismo (di un evento storico come un genocidio o una pulizia etnica o un crimine contro l'umanità) è una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo. Esso consiste in un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico stesso. Spesso i negazionisti non accettano tale etichetta e in taluni casi accusano la storiografia che essi stessi negano: così ad esempio chi nega l'Olocausto cerca di essere accreditato come revisionista.