Segue un articolo dal titolo “L’addio di Borrelli è un terremoto. Ombre sui conti del M5S in Europa”(L’ex fedelissimo di Casaleggio passa al gruppo misto. Mistero sui “motivi di salute”), pubblicato da “La Stampa”: http://www.lastampa.it/2018/02/14/italia/politica/laddio-di-borrelli-un-terremoto-ombre-sui-conti-del-ms-in-europa-fRIU2p5HIWz048P1dsM6oN/pagina.html
Ilario Lombardo: «Perché uno dovrebbe passare a un altro gruppo per motivi di salute? Non poteva dimettersi?». A Luigi Di Maio spunta una smorfia nervosa: «È un disastro...». Il candidato premier è incredulo quando gli leggono il comunicato del capo delegazione Laura Agea: David Borrelli ha lasciato il gruppo degli europarlamentari e contemporaneamente ha abbandonato per sempre il M5S, «obbligato da motivi di salute». Borrelli non è uno qualsiasi nel M5S: primo consigliere grillino eletto, a Treviso nel 2008, è il numero tre dell’associazione Rousseau, ed è assieme a Max Bugani il braccio destro di Davide Casaleggio, uno che si sentiva al telefono con il padre Gianroberto un paio di volte al giorno. Era nel cuore della macchina della propaganda e del potere del M5S. Borrelli non aveva anticipato nulla a nessuno e come se niente fosse, a mezzogiorno, ha scritto un post su Facebook. Poi, è scomparso. Ha chiuso il telefono e si è reso irrintracciabile.
Le domande che si rincorrono dopo si ripetono uguali. Perché lascia pure il M5S? Perché non ha scritto lui il comunicato? Di Maio è asserragliato nella sede del comitato elettorale, con tutto lo staff. Non hanno una risposta chiara. I sospetti che voglia lasciare proprio ora perché è al secondo mandato, cioè l’ultimo per i 5 Stelle, si sprecano. Finché le troppe coincidenze cominciano a sbrogliare il giallo.
Le Iene, ancora loro. Il programma Mediaset è sulle tracce di Borrelli. Qualcosa non tornerebbe del totale dei versamenti che il gruppo dei grillini europei ha dichiarato di aver versato nel fondo per la microimprenditorialità del Mise: 606 mila euro. Era un impegno preso volontariamente. Gli europarlamentari infatti sono esentati dalla regola che impone ai 5 Stelle il taglio dello stipendio. Di loro iniziativa avevano deciso di devolvere la quota fissa di mille euro per le piccole e medie imprese, un settore che Borrelli ha avuto sempre a cuore. Ma in quella cifra ci sarebbe un buco. Le Iene stanno cercando Borrelli per chiedergli una spiegazione. Il grillino non è solo il fedelissimo di Casaleggio, ma anche il capo-ombra della squadra europea: fu lui a tentare il blitz segreto per portare - e avere così accesso a maggiori fondi - il M5S dal gruppo degli euroscettici, di cui era copresidente in condivisione con Ukip, ai liberali filo-Ue dell’Alde. Nigel Farage chiese e ottenne la sua testa. Sempre a lui, poi, il M5S aveva affidato l’organizzazione di Italia a 5 Stelle a Rimini e quindi i contributi raccolti per la festa di settembre.
Pubblicata la notizia del suo addio, La Stampa è stata contattata da una fonte che ha chiesto l’anonimato. Si tratta di un suo ex collaboratore veneto. «Andate a vedere le due case che possiede, a Bruxelles e a Strasburgo. Poi chiedetegli delle ristrutturazioni della sede della sua società, la Trevigroup, in via Castagnole a Treviso». Nella casa a Bruxelles ha anche il suo ufficio e vive con la compagna Maria Angela Riva, da cui aspetta un bambino. Fu per lei che Borrelli finì nella bufera, a ottobre: si scoprì che, per averla con sé, la fidanzata era stata assunta da un’altra europarlamentare grillina, Isabella Adinolfi. E sarebbe stato sempre questo il motivo di recenti screzi con Casaleggio. Attraverso la biografia di Borrelli si può leggere gran parte della storia del M5S. Licenza di terza media, pizzaiolo, poi tecnico informatico, il blog di Grillo lo lancia come «il consigliere più povero d’Italia». Borrelli però è un ambizioso. Scala il M5S e diventa l’anello di congiunzione tra Casaleggio Sr e il mondo delle pmi venete. È membro del pensatoio di Confapri, l’associazione delle piccole imprese fondata dal futuro assessore di Roma Max Colomban e da Arturo Artom, due nomi chiave nel mondo imprenditoriale della galassia dei Casaleggio. Nel 2014 viene accusato di stalking dall’ex senatrice Paola De Pin che parla di sue pressioni a favore delle imprese venete. Due anni dopo l’ex collaboratore del M5S Caris Vanghetti dimostra, intrecciando i dati, che molti soldi del fondo per la microimpresa finiscono alle aziende associate della Confapri. Una vera e propria lobby grillina. Nel frattempo Borrelli diventa europarlamentare e la sua società raddoppia il fatturato.
«Grazie alla rete Confapri, le aziende comprano da lui i software gestionali». La vita privata di Borrelli spesso si intreccia alla sua attività politica. «L’ufficio di rappresentanza da europarlamentare in Italia, pagato con i soldi dell’Ue, è la casa dell’ex fidanzata fatta declassare da uso abitativo a commerciale» spiega la fonte. Paga anche una collaboratrice a Treviso: Valentina Gerosa, moglie del candidato sindaco del M5S, Domenico Losappio. «Se dovete cercarlo - suggerisce la fonte - andate in Argentina. Anni fa ci ha lavorato e ci torna spesso da europarlamentare.»