PAOLO MOSCA: «Se noi guardiamo la TV, è anche la TV che ci guarda, “If you can see me, I can see you”, cantava Bowie. La TV non è solo uno specchio della realtà, ma è un mezzo che plasma la realtà stessa. Le doti pedagogiche del mezzo televisivo sono enormi, se negli anni ’50 la TV ha costruito la nazione Italia, creando un humus comune a un popolo quanto mai etnicamente, linguisticamente e storicamente variegato, dagli anni ’80 in poi è diventata soprattutto lo specchio di Biancaneve, l’oracolo che ci dice come dobbiamo essere...
Per farlo la TV attinge ad alcuni poteri che le sono propri: innanzitutto la ripetizione. Le pubblicità sono l’esempio più lampante di come una cosa ripetuta all’infinito diventi reale. È linguaggio magico, è la stessa tecnica adottata dai mantra delle religioni orientali. Poi c’è la mimesi: nella ripetizione finiamo per sprofondarci, fino a imitare gli atteggiamenti e i pensieri di ciò che vediamo proposto. Viene poi la dissociazione: diventa più veritiero ciò che è ripetuto e imitato di quello che ci accade nella cosiddetta vita reale. Questo è il meccanismo sommo della propaganda, che funziona benissimo come arma di distrazione di massa: creo falsi problemi per far sì che tu non ti accorga dei problemi veri.La TV è tante cose, è pubblicità, è informazione e disinformazione, è talk show, è quiz, è serie TV, è divertimento. Il passeggero oscuro è l’istinto omicida che abita Dexter, il protagonista di una delle serie TV più belle di sempre. È il suo alter ego nascosto, la verità che si cela al suo interno e che Dexter difende con maschere e stratagemmi.
Qui vogliamo analizzare le serie TV da una prospettiva filosofica, esoterica, teatrale, vogliamo parlare di misteri e di propaganda rivelandone i passeggeri oscuri, i volti nascosti a una visione superficiale e disattenta. Perché è in quest’ambito televisivo che il pensiero riesce a farsi più intenso, al di là dell’immaginario che si vuole costruire. Ed essendo tante le televisioni, essendo tanti gli anni di produzione televisiva che abbiamo alle spalle, le visioni del mondo che emergono possono essere variegate e contrastanti. Come se ci fosse una guerra in atto tra Weltanschauung opposte o solo similari. Le narrazioni TV offrono mondi di pensiero attraverso la mediazione delle storie, sta a noi andare in fondo all’intreccio o goderne solo i colpi di scena. Torniamo alla frase di prima e ribaltiamola… se la TV ci guarda anche noi la guardiamo, siamo noi gli interpreti finali dei messaggi e se impariamo a decifrarli saremo in possesso di un grandissimo strumento di controllo sui meccanismi del potere. Ciò detto, si inizi pure la lettura di questo libro, tenendo ben presente un dato fondamentale: siamo tutti suggestionabili. Anche quando pensiamo di avere gli anticorpi culturali necessari per difenderci dai mass media e dal pensiero comune (così strettamente connesso al pernicioso “buon senso comune”), beh non è così. Gli anticorpi non sono mai abbastanza e il nostro orgoglio ci fa abbassare continuamente la guardia…»