Matteo Brandi, dalla sua Pagina Fcebook: «Dedicare un monologo al migrante in un momento di tensione sociale altissima, causata anche dall'immigrazione incontrollata, fotografa perfettamente lo scollamento totale di una parte del Paese da tutto il resto.
Qui siamo oltre la stupidità o il semplice rapporto di interessi, che pure esiste, tra mondo dello spettacolo e politica. È il disprezzo ostentato verso i dolori del popolo. È la risata sguaiata in faccia a chi sta patendo gli effetti di politiche scellerate, un dito medio proteso dal finestrino di una limousine.Forse solo negli ultimi giorni dell'Ancien Régime francese si è potuto assistere ad uno spettacolo simile. Nobili e cortigiani di corte che se la suonavano e cantavano da soli, chiusi in un bozzolo, mentre fuori i primi bagliori delle fiamme si riflettevano sulle lussuose vetrate di Versailles.
È vero, la rivoluzione deve ancora arrivare. Tuttavia la rabbia sta montando. Cresce, divampa. E potrebbe cercare altri sfoghi, sempre più grandi, più soddisfacenti.
Ma all'Ariston si applaude con forza, perché la voce del malessere rimanga in sottofondo.
Finché sarà possibile.»