La recente tornata amministrativa svoltasi in Francia è stata raccontata dai media italiani alla stregua di un grande trionfo di Nicolas Sarkozy accompagnato da una mezza sconfitta di Marine Le Pen. Non mi pare che la lettura dei freddi numeri confermi la giustezza di una simile interpretazione, evidentemente deliberata prima del voto dai soliti soloni alla Polito e Battista, notoriamente eccelsi nel ricoprire di incenso e bava pessimi figuri alla Mario Draghi e Wolfang Schaeuble. Ma il punto non è questo. Non ci vuole un fenomeno per capire come i partiti tradizionali stiano finalmente franando dappertutto. Per riappropriasi della capacità di influire sui processi decisionali, però, i cittadini dovrebbero quantomeno avere una idea circa la vera natura dei personaggi che si candidano a rappresentarli. Quanti francesi sanno per davvero chi è Nicolas Sarkozy? Credo pochi. In caso contrario sarebbe legittimo sospettare di autolesionismo una buona parte dell’elettorato transalpino. Sul piano della comunicazione profana, gestita e manipolata da pochi noti centri di interesse, Sarkozy appare come un “conservatore moderato”, saggio rappresentante di una cultura di governo che in fin dei conti rassicura tanto l’Europa quanto i mercati. Hollande, anch’esso naturalmente “responsabile”, risulterebbe in questa ottica ostaggio della solita “sinistra massimalista”, lasciando alla sola Le Pen il compito di incarnare il sempreverde ruolo del cattivo che attenta ai valori repubblicani di tolleranza e continenza. Questo, in estrema sintesi, è il quadretto che i media, in Francia come dappertutto, offrono ai neosudditi con il preciso obiettivo di renderli ciechi e acritici. I pochi che trovano il coraggio di grattare la patina posta in superficie riescono a cogliere una realtà assolutamente diversa. Come sanno i lettori de Il Moralista, infatti, le vere scelte di indirizzo al tempo della globalizzazione non vengono prese all’interno dei luoghi formalmente deputati. Hollande, tanto per citarne uno a caso, segue una agenda politica scritta e supervisionata all’interno di logge tenebrose e perverse come la Der Ring, officina potente che esprime Wolfang Schaeuble in qualità di Maestro Venerabile. In loggia i capi decidono, mentre all’Eliseo il potere mette in scena se stesso. Senza cogliere questo meccanismo, è impossibile capire perché Hollande abbia deciso di rimangiarsi tutte le promesse elettorali diventando conseguentemente un sicuro campione di impopolarità. Di Marine Le Pen, espressione pubblica di una forza di destra dura, ignoro il ben più pregnante ancoraggio esoterico. In compenso, avendo letto con attenzione (a differenza di Giannuli) il libro di Gioele Magaldi, conosco bene vita, opere e miracoli del marito di Carla Bruni, membro forte di una Ur-Lodge fondata da Bush padre, la Hator Pentalpha, che ha recentemente dato vita all’Isis del califfo Abu Bakr al-Baghdadi (clicca per ascoltare). Per paradosso, quindi, i cittadini europei vengono indotti a credere che un uomo organico ad un consesso tanto sanguinario possa in realtà rappresentare un argine democratico in grado di frenare la “deriva populista” (sic!, direbbe il solito Giannuli). Alla luce del prepotente ritorno in pista di Sarkozy, salutato con gioia dal circuito mediatico prevalente, sarebbe forse il caso di guardare con occhi rinnovati alla recente strage di Charlie Hebdo, costata la vita a molti giornalisti. Invito quindi i miei lettori a rileggere oggi una importante intervista rilasciata tempo fa da Gioele Magaldi al quotidiano on-line “Affari Italiani” (clicca per leggere). A precisa domanda riguardante i tragici fatti parigini, Magaldi testualmente rispose: “Lo ribadisco con molta chiarezza: lo spregevole attentato di Parigi è avvenuto con la complicità di svariate istituzioni di controllo locali, in combutta con manovalanza terroristica e mandanti che si muovono nell’area delle Ur-Lodges Hathor-Pentalpha, Geburah, Amun, Der Ring, ecc.”. Non a caso, aggiunse inoltre Magaldi nel corso dell’intervista, il massone Barack Obama non prese parte all’ipocrita parata di cordoglio messa in scena dai principali leader internazionali in prossimità dei fatti per rispondere “all’emergenza terrorismo”. Se prima rimaneva in sospeso un tacito quesito, “cui prodest?”, oggi il dubbio finalmente sembra risolto. In vista delle presidenziali del 2017, i pericoli per la democrazia francese sono evidentemente più compositi e numerosi di quanto a prima vista non sembri.
Articolo pubblicato originariamente su Il Moralista il 26 marzo 2015
http://www.ilmoralista.it/2015/03/26/sarkozy-organico-alla-ur-lodge-hathor-pentalpha-punta-alla-riconquista-delleliseo/
Sarkozy, organico alla ur-lodge Hathor Pentalpha, punta alla riconquista dell’Eliseo
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- Postato da Francesco Toscano