Nello Statuto del MR si trovano alcuni punti riguardanti le tematiche ambientali: “ … programma di riqualificazione paesaggistica dei territori peninsulari e continentali ... … piano di rigenerazione ambientale e di costruzione/ammodernamento di una serie di infrastrutture fondamentali … … nel contesto di un vero e proprio New Deal italiano ed europeo, … … una capillare diffusione di iniziative ispirate alla bioedilizia e alla bioarchitettura. Senza contare quello che sarà il nostro impegno per la promozione, la valorizzazione e la diffusione delle energie cosiddette rinnovabili...”, concetti ripresi anche nel Programma economico ufficiale “ … investimenti strategici in energie rinnovabili.. … piena copertura del sistema autostradale italiano con distributori di energia per le automobili elettriche … … diminuire l'inquinamento atmosferico … … programma di riqualificazione urbanistica ... ”; da qui qualche spunto di riflessione.

Alcuni evidenti segnali sono già presenti oggi, ma sempre di più nel prossimo futuro Economia ed Ecologia si intrecceranno e si avvolgeranno in un uno stretto legame, l'una non potrà prescindere dall'altra. Pensare in termini ecologici senza tenere conto della preminenza dei temi economici che governano e condizionano il mondo è un errore che non si può commettere se non per cadere in uno sterile ed inefficace ideologismo ambientalista; così come ignorare oggi l'ecologia e pensare in termini di sviluppo e crescita senza tenere conto dei cambiamenti climatici, dei nuovi stili di vita, dell'industria 4.0 oggi non è più praticabile, lo testimoniano la crescente presa di coscienza anche in gruppi e contesti che fine a poco tempo fa ignoravano i problemi ambientali ed ecologici.
Sicuramente gli interessi per il perpetuarsi dell'era del carbonio, del petrolio e dello status quo continueranno e azioni e colpi di coda in questo senso ci saranno, magari dalla attuale amministrazione Usa e/o da parte dei paesi mediorientali o di altri, disposti talvolta anche a creare conflitti e guerre pur di non perdere il loro potere economico nel mondo, ma il processo di un cambiamento e di una conversione in senso ecologico appare ormai irreversibile, anche se con tempi e costi ancora molto incerti e non facilmente decifrabili.
Le conferenze e gli accordi internazionali più concreti, la sempre più crescente diffusione di auto elettriche, di bioedilizia, di ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche, di stili di vita eco compatibili, di una diversa mobilità, stanno segnando questo cambiamento che durerà decenni ma che ormai è avviato, seppur in Italia in modo meno marcato rispetto a molti paesi dell'Europa Occidentale.
La politica, come avviene frequentemente, è in ritardo nel predisporre strumenti operativi adeguati, è indietro e rincorre, spesso è portatrice di interessi privati perdendo il significato nobile della politica come azione per il bene comune di tutti; la natura globale e internazionale dei temi ambientali rende poi ancora più difficoltosa una condivisione di direttrici, di visione comune.
Il compito che dovrebbe attendere chi si propone come guida a qualsiasi livello dovrebbe essere quello di governare nel modo migliore possibile questo cambiamento, coniugando sviluppo economico e benessere per le persone, rispetto dell'ambiente e del pianeta, lotta alla povertà, annullamento dei conflitti armati, e diventare in definitiva il promotore di una forte azione di economia ed ecologia sociale. Le forze che hanno l'ambizione di gestire il cambiamento, inoltre, dovranno lavorare per la collaborazione, per la convivenza, per una Europa diversa da quella di oggi, ma unita, federata, democratica, aperta al lungo cammino della conversione ecologica ed al superamento delle fallimentari logiche neoliberiste.

Giorgio Mosca