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checco 43d73
checco 43d73
Incredibile ma vero (ma è ovvio che quando si parla di “progressisti” tutto è possibile e nulla è incredibile o impossibile…): Checco Zalone, autore, tra le varie, della canzone “I uomini sessuali”, ha subito pesanti attacchi dai “progressisti” del pensiero e del linguaggio unico a livello mondiale.
Un passaggio della canzone “I uomini sessuali” che dovrebbe e potrebbe (ma alla fine ci credo poco che i “derelitti” possano comprendere) servire anche ai “derelitti”: gli impossibilitati… coloro che vivono e si omologano al “branco”… coloro che non sanno mai cosa dire e cosa fare in nessuna occasione… quindi seguono il “branco”.
Checco Zalone: «Quanta cattiveria in questa società, nei confronti di chi tiene un'altra “sessuità”. Quanta gente che vi ingiuria, quanta gente che vi attacca… solo pecché… non vi piace la “patacca”…».
Quanto sopra dovrebbe bastare… ma “giro la palla” a Massimo Gramellini (per certi versi “mi fa specie” affidarmi ad una firma del “Corriere”, ma questo è quanto…). 
Segue un articolo dal titolo Kiss me Checco”, pubblicato da “Corriere della Sera”: http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_dicembre_15/kiss-me-checco-caffe-gramellini-aa57eb52-e1db-11e7-980c-f1b8f0b331b7.shtml

Massimo Gramellini:
«Siamo qui, davanti al tribunale del Politicamente Corretto, allo scopo di giudicare l’imputato Zalone Checco, accusato dalla comunità gay di grettezza, oltraggio e tentata ricostituzione del partito fancazzista per essersi permesso di pronunciare l’espressione «frocio» durante una parodia televisiva della canzone Kiss me Licia di Cristina D’Avena. Nel dare fiato alla parola proibita lo Zalone ha sorriso, come fanno i bambini quando sanno di dire qualcosa di trasgressivo. Era quindi nel pieno possesso delle sue facoltà mentali di saltimbanco smanioso di suscitare una reazione negli spettatori.
Chiedo alla giuria di abbandonare lo stato di indignazione permanente in cui vive e di osservare la questione con la stessa lucidità di chi l’ha creata. Ogni testo dipende dal contesto: il “frocio” canticchiato sul palco da un comico non è identico a quello pronunciato per strada da un energumeno armato di mazza. E sarebbe disonesto, e un po’ ricattatorio, affermare che l’energumeno viene legittimato dal comico. Se esiste una speranza che l’energumeno posi la mazza e cominci a rispettare gli altri, questa passa dall’effetto terapeutico del riso. Un grande comico costringe il pubblico a specchiarsi nei tabù della sua epoca. La risata non sale al cervello, ma scende direttamente nel cuore e lo lava dalle incrostazioni del perbenismo. Propongo perciò di condannare l’imputato Zalone Checco ai lavori forzati televisivi, mandandolo in onda ogni sera fino a quando il potenziale eversivo delle parole proibite si sarà dissolto in un gigantesco sghignazzo».
Il video della canzone incriminata dai “progressisti”: https://www.youtube.com/watch?v=EdoJtTTcALc 

N.B. Per evitare di spendere il mio tempo per rispondere a qualche eventuale “derelitto” che potrebbe venire da ste parti a postare uno dei suoi “derelitto-comment”, anticipo, citando colui che ho sempre definito e che definisco “l’impressionante”.
Sergio Magaldi: «La connotazione di “progressista”, checché ne pensi il senso comune, non caratterizza necessariamente le formazioni della sinistra, tant’è che vi si richiamano ancora oggi nel mondo, e indifferentemente, partiti e movimenti politici liberali, di centro, di destra e di sinistra. Del resto, l’idea stessa di progresso sconta l’ambiguità contenuta nel suo proprio concetto, allorché rimanda ad un tragitto da compiere, il cui unico comune denominatore tra coloro che lo percorrono è rappresentato dal passaggio da un punto a un altro, da un prima a un dopo, da un presente a un futuro la cui natura soltanto è chiamata a qualificarne il senso. Il termine sconta anche la sua etimologia, perché il latino progredior, “vado avanti”, significa semplicemente che mi sto muovendo, non in quale direzione fisica o ideale stia andando. In altri termini, non qualifica la mia marcia, né il senso dello spostamento se non per quello che io stesso gli assegno come fine. Non a caso gli antichi non avevano l’idea di progresso o perché ritenevano che la storia rappresentasse piuttosto un “regresso” rispetto ad una mitica e felice condizione originaria o perché la loro concezione del tempo era di tipo circolare. Per quanto paradossale possa sembrare fu solo con il cristianesimo che l’idea di progresso entrò nella storia, con l’abbattimento della circolarità temporale e l’assunzione del tempo lineare visto in funzione di un progressivo avvicinamento a Dio. Solo con l’Illuminismo la concezione di progresso comincia ad essere scandita in termini propriamente umani, perché la fede in Dio è sostituita dalla fiducia nella ragione umana, mentre il Positivismo del secolo successivo coniugherà l’idea di progresso con la divinizzazione della scienza. Nessuna concezione umana, tuttavia, scompare veramente, anche se si traveste in modo tale da non essere riconosciuta: così l’idea di progresso, quando non si dia un contenuto specifico e si prefissi una meta oggettivamente perseguibile, riconduce alla sterile e mitica età dell’oro degli antichi o, peggio ancora, resta un proclama generico per attrarre gli ingenui, ma si dà anche il caso di una sua palese contraddizione, testimoniata dal ripresentarsi costantemente di vicende umane caratterizzate da crudeltà, violenza e sopraffazione»… tutto il resto è “derelitto”, aggiungo.
J'espère que vous avez compris… ho tempo solo per alcuni, non per tutti!

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