Il Regno Unito dopo la Brexit (ispirata da iperconservatori iperliberisti e non certo da keynesiani progressisti) è in uno stato di evidente disagio politico. E ci sono rischi di natura economica per il sistema britannico nel suo insieme. L'Europa di oggi è quella che è: matrigna, tecnocratica, egemonizzata dalla teologia dogmatica neoliberista e da anti-europeisti come Angela Merkel, Emmanuel Macron e satelliti vari, i quali si fingono difensori del benessere continentale: mille miglia lontana dalla prospettiva autenticamente europeista (democratica e costituzionale, fondata sul primato della politica rispetto all'economia e del popolo sovrano rispetto ad interessi particolari di gruppi privati) propugnata da personaggi come Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Victor Hugo, Carlo Cattaneo, John Stuart Mill, Aristide Briand, John Maynard Keynes, Enesto Rossi e Altiero Spinelli. E citiamo questi personaggi perché, invece, i precursori di questa specifica UE, cioè i vari Jean Monnet, Robert Schuman, Richard Coudenhove-Kalergi, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi ed altri - spesso rievocati come quei presunti "padri nobili" al cui spirito fondativo si dovrebbe tornare (allora stiamo freschi...) - furono in realtà essi stessi i colpevoli artefici di un percorso aggregativo europeo di natura economicistica, burocratica e post-democratica. C'è molta confusione sulle origini dell'attuale Dis-Unione Europea, cosi come molta confusione c'è stata sui reali moventi e sulle "manine" che hanno promosso la Brexit nel Regno Unito. Di questo si parlerà a suo tempo. Intanto, grazie all'istituzione di "Liberi e Uguali" e mercé la leadership di Piero Grasso, Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani, sicuramente l'Italia si avvia verso la salvezza e la rigenerazione politico-economica... Ci sarebbe da piangere, se non ci fosse da ridere...»
“Il Regno Unito dopo la Brexit è in uno stato di evidente disagio politico… L'Europa è quella che è… ma con Grasso, D'Alema e Bersani, sicuramente l'Italia si avvia verso la ‘salvezza’... Ci sarebbe da piangere, se non ci fosse da ridere...”
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- Postato da Vincenzo Bellisario