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Buñuel f9ae2Gioele Magaldi: «Il grande Luis Buñuel (1900-1983), non estraneo ai templi massonici, nel 1974 dirige Le fantôme de la liberté, “Il fantasma della libertà”, film dove mette a nudo, con la consueta finezza surreale e non poco sarcasmo, alcuni aspetti paradossali del mondo dello spettacolo e della creazione artistica. Oggi, se il fratello Buñuel fosse ancora vivo, sceneggerebbe, filmerebbe e produrrebbe un lungometraggio dal titolo “Il fantasma della democrazia”.
Certamente, un tale film lo ambienterebbe nei Paesi dell’attuale Dis-Unione Europea e particolarmente in Italia, dove i valori progressisti e social-liberali di una democrazia compiuta e sostanziale sono ampiamente disattesi e dove regnano messinscene post-democratiche a cura di politicanti (di sedicente centrodestra e centrosinistra) che fingono di alternarsi e combattersi di giorno, per poi spartirsi prebende e poltrone di notte, tutti ugualmente proni all’ideologia dogmatica neoliberista che spadroneggia presso tecnocrazie e cancellerie europee.
Non parliamo poi di quei “morti viventi” che si azzannano a vicenda non per proporre al Paese una riscossa decisiva sul piano civico, sociale ed economico, ma solo per piantonare un’idea ammuffita, ottocentesca e anacronistica di “sinistra” o di “sinistra della sinistra”.
Altrove si creano armate brancaleonesche- in larga parte alimentate da istanze clerical-confessionali, anti-laiche, fascistoidi e comunistoidi- le quali, nel segno del “no-euro”, “anti-euro”, “no-globalizzazione”, no-Nato, no-America, no-Israele, no-Capitalismo, “no-gender”, morte ai demo-pluto-giudaico-massoni, oltre ad essere irrilevanti sul piano numerico e culturale, appaiono anche grottesche nella velleità di poter rappresentare una qualche forma di “quarto polo”.
Il Movimento 5 Stelle vivacchia sull’onda lunga degli entusiasmi suscitati nel recente passato, ma non è più in fase ascendente e non riesce a liberarsi della confusione programmatica, delle perduranti fisime anti-politiche, della retorica e dalla prassi sparagnina “anti-sprechi” (di inconsapevole matrice neoliberista, evidentemente antitetica a una prospettiva sanamente keynesiana, incline agli investimenti strategici e lungimiranti, che non sono mai uno “spreco”) e della vocazione autoreferenziale.
La democrazia, in Italia e in Europa, è un fantasma».
Un link utile: http://www.democraziaradicalpopolare.it/Democrazia_fantasma.html

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