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Garibaldi 2e185
Garibaldi 2e185
Gioele Magaldi: «Garibaldi è stato un eroe che, insieme agli ultimi veri eroi che l'Italia abbia avuto, ha regalato agli italiani, dopo secoli di asservimento a dinastie e interessi geopolitici stranieri, uno stato unitario, costituzionale, liberale e laico, avviato a successive conquiste di maggior democrazia. Quelli che hanno fatto il Risorgimento e l'Unità d'Italia- cioè i tanti patrioti meridionali, settentrionali e del centro peninsulare che accorsero ad ingrossare le fila del cosiddetto "Esercito meridionale" con il supporto anche di membri dell'internazionale democratico-progressista e massonica provenienti dagli Usa, dalla Germania, dall'Ungheria, dalla Polonia, dalla Russia, dalla Francia, dal Regno Unito, ecc., trasformarono i 1126 garibaldini originari in decine di migliaia di soldati. E non combattevano solo per l'Unità d'Italia, ma anche per dare alle popolazioni del Sud (governate da una dinastia assolutista, illiberale, clericale e tirannica) una Costituzione, un Parlamento, uno stato di diritto e delle libertà politiche e civili. Il malgoverno del Meridione va attribuito all'epoca post-unitaria (dopo il 1861), quando Garibaldi fu fatto fuori da qualsiasi decisione al riguardo ed è responsabilità anzitutto della Destra storica parlamentare e della monarchia sabauda, che non seppero armonizzare al meglio lo sviluppo dei territori del Nord e del Centro con quelli del Sud della Penisola. Garibaldi aveva tutt'altre idee per l'evoluzione politica, sociale ed economica del Meridione e dell'Italia in genere (era un democratico radicale, con simpatie socialisteggianti), ma fu emarginato dopo il 1861, al pari di Giuseppe Mazzini. Dopo di che, tu e gli estensori asini e risibili del testo che qui hai postato, non sapete proprio nulla, né di storia italiana in generale, né della storia del Meridione in particolare e men che meno della biografia eroica di Giuseppe Garibaldi e di migliaia di altri patrioti italiani (tra cui il mio avo Vito Maria Magaldi, che all'età di 12 anni fu il più giovane combattente dell'Esercito meridionale garibaldino, nel 1860) che, dalla Sicilia alla Campania, dall'Umbria alla Lombardia, dalla Lucania al Veneto, da ogni regione di quella che era allora solo un' "espressione geografica" (come ci definiva sprezzantemente la nomenklatura austriaca che dominava la Penisola), lottarono e morirono per conquistare l'Unità, la Libertà e forme di governo più liberali e laiche, compiendo i primi passi verso la democrazia. In realtà, il tipo di articolo che hai postato su Garibaldi e una complessiva propaganda denigratoria nei confronti dei patrioti risorgimentali nasce per ispirazione di ambienti tradizionalisti, clericali, reazionari, antidemocratici, anti-laici e anti-moderni che sono relitti vomitevoli della Storia. Relitti che, al pari di certo "revanscismo borbonico" particolarmente grottesco, sono stati a suo tempo fomentati anche da alcune componenti culturali della Lega Nord e persino da Silvio Berlusconi (che andava a sponsorizzare i testi anti-risorgimentali di Angela Pellicciari), in anni in cui in Vaticano dominavano reazionari come Joseph Ratzinger e Camillo Ruini. Onore ai patrioti risorgimentali - Giuseppe Garibaldi, primo Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia in testa - e disgusto profondo per gli epigoni di quella tradizione che negava al Popolo libertà, diritti e l'affrancamento dal potere temporale coercitivo delle gerarchie ecclesiastiche vaticane e dal potere vessatorio e iniquo di aristocrazie latifondiste e sfruttatrici.»

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