Danilo Taino: «I socialdemocratici tedeschi hanno deciso di aprire un confronto con l’Unione Cdu-Csu di Angela Merkel per cercare di dare un governo alla Germania. Ieri, il leader della Spd si è recato dal presidente federale Frank-Walter Steinmeier, suo compagno di partito, per discutere della crisi politica che si è aperta dopo il fallimento, domenica scorsa, dei colloqui per formare una coalizione tra Unione, Liberali e Verdi. Incontro teso, da quel che si è saputo dalle poche indiscrezioni, nel quale Steinmeier ha detto che la Spd deve contribuire alla ricerca di una soluzione di governo a uno Schulz che aveva sempre sostenuto che il partito sarebbe andato all’ opposizione «in ogni circostanza», dopo la sconfitta elettorale del 24 settembre.
Il confronto tra i due socialdemocratici è durato 70 minuti. Poi, Schulz è andato alla sede berlinese della Spd dove ha incontrato il vertice riunito. La discussione è stata lunga e a tarda notte è stata ufficializzata la posizione del partito: «La Spd ha la ferma convinzione che si debba parlare. La Spd non si negherà ai colloqui», ha detto il segretario generale Hubertus Heil. La linea di Schulz delle scorse settimane, di fatto, è stata rovesciata e ora si aprirà un confronto per verificare se è possibile formare un nuovo governo di Grande Coalizione tra Cdu-Csu e Spd, come nella legislatura scorsa, oppure un governo di minoranza appoggiato dall’ esterno dai socialdemocratici.
Aperta è la questione di chi guiderebbe questi governi, Merkel oppure no. Per tutto il giorno, ieri, sono anche circolate voci sull’ intenzione di Schulz di dimettersi e la questione sarebbe stata sollevata durante il vertice di partito. La questione si porrà forse al congresso della Spd del 7-9 dicembre, anche se ufficialmente le voci osno state smentite.
La pressione sul vertice della Spd affinché cambiasse posizione e smentisse il suo leader va vanti dal fallimento dei colloqui a quattro di domenica scorsa. Ieri hanno raggiunto l’ apice. Non solo ispirate dalla presidenza federale ma anche dai cristiano-democratici. Una serie di esponenti del partito di Merkel ha sostenuto la necessità di aprire un confronto per una nuova Grosse Koalition. Addirittura, la Cdu ha pubblicato una serie di scelte politiche di ordine sociale ed economico che erano state raggiunte nelle trattative con Liberali e Verdi, per mostrare che sui contenuti c’ è un’ intesa possibile con i socialdemocratici.
Il risultato di questa pressione è stato un silenzio «orientato» del vertice socialdemocratico: nessuno ha criticato pubblicamente Schulz ma nessuno l’ ha sostenuto e alcuni hanno affermato la necessità di aprire un colloquio con i cristiano-democratici. Schulz non è l’ unico capo di partito a subire la ricaduta della sconfitta elettorale del 24 settembre. A Monaco, anche Horst Seehofer combatte per il suo futuro politico di leader della Csu e di ministro-presidente della Baviera: ieri notte, il vertice del partito era riunito per parlare della futura guida. Dei tre partiti sconfitti alle elezioni, insomma, due vacillano. La terza è Angela Merkel.»