chiesa ingroia mosssa del cavallo 5 81209
Gioele Magaldi: «Una iniziativa, quella della Mossa del Cavallo e della Lista del Popolo di Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia, che per certi versi assume e plagia delle proposte del MR e del PDP (che proprio Marco Moiso aveva condiviso con i due "somari", allorché costoro avevano parlato per la prima volta in privato, con Noi e con altri, di "mosse cavalline", ma senza avere le idee chiare sul piano programmatico: di ciò parleremo presto minuziosamente) e per altri versi si colloca nel filone classico della "neutralità anti-Nato di matrice eurocomunista e simil-Jugoslavia di Tito o nel solco del populismo anti-partitico che si illude di pescare elettorato, sul breve termine, tra il 60% di non votanti. Una mossa asinina, quella di Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia, intanto perché disperde il prezioso lavoro di tessitura "egualitaria" tra soggetti politici e civili diversi inaugurato meritoriamente da Franco Bartolomei (Coordinatore nazionale di Risorgimento Socialista), con una assunzione di leadership che nessuno ha conferito all'ex magistrato e al fondatore di Pandora TV. Una mossa da somari, perché un progetto politico vincente non può proporsi con le vesti di "un soggetto politico che non diventerà mai un partito" (parole di Ingroia) e la fenomenologia di una armata Brancaleone di sigle e gruppi pronti a disgregarsi un giorno dopo l'annunciato (in) successo elettorale. Il Popolo, di cui gli "aristocratizzanti" (nel profilo caratteriale e nella metodologia relazionale) Ingroia e Chiesa si sentono a torto gli interpreti autorizzati, a nostro parere ha bisogno di trovare dinanzi a sé l'offerta di un soggetto partitico destinato a durare, non un cartello posticcio e provvisorio di velleitari che cercano di raggiungere qualche poltrona parlamentare e che, al mancato raggiungimento dell'obiettivo (pressoché scontato, con questi presupposti), torneranno ciascuno a casa propria, a baloccarsi con il proprio movimentino o associazione che non hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di fondere in un progetto più vasto e solido.