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Il “Manifesto di Ventotene” è il documento per l'unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann tra il 1941 ed il 1944 sull'isola di Ventotene.

Fu successivamente pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse la prefazione.

Al Manifesto fu dato il seguente  titolo: “Per un’Europa libera e unita. Progetto d'un Manifesto”.

Gli estensori del “Manifesto di Ventotene”, inoltre, pensarono ad una forza politica esterna ai Partiti tradizionali. Il 27-28 agosto 1943, quindi, in primis per volere di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, a Milano, nacque il Movimento Federalista Europeo.

A differenza del progetto “Pan-Europa” del conte Richard Nikolaus Kalergi (progetto pubblicato nel 1923 e che auspicava un Europa a guida tecnocratica), nel “Manifesto di Ventotene” si prefigurava la necessità di una Federazione Europea con Parlamento Europeo eletto a suffragio universale e Governo Democratico.

Il “Manifesto di Ventotene” è costituito da 4 capitoli: La crisi della Civiltà moderna; I compiti del dopo guerra - l’unità europea; I compiti del dopo guerra - la riforma della società; La situazione rivoluzionaria: vecchie e nuove correnti.

Nel primo capitolo venivano sottolineati alcuni aspetti positivi e negativi dell’indipendenza nazionale: «L’ideologia dell’indipendenza nazionale è stata un potente lievito di progresso; ha fatto superare i meschini campanilismi in un senso di più vasta solidarietà contro l’oppressione degli stranieri dominatori; ha eliminato molti degli inciampi che ostacolavano la circolazione degli uomini e delle merci; ha fatto estendere, dentro il territorio di ciascun nuovo Stato, alle popolazioni più arretrate, le istituzioni e gli ordinamenti delle popolazioni più civili. Essa portava però in sé i germi del nazionalismo imperialista,che la nostra generazione ha visto ingigantire fino alla formazione degli Stati totalitari e allo scatenarsi  delle guerre mondiali.»

Nel “Manifesto”, quindi, si auspicava a qualcosa di più grande del concetto di Nazione, in quanto, secondo la tesi esposta, esso veniva indicato principalmente come entità negativa: «In conseguenza, lo Stato, da tutelatore della libertà dei cittadini, si è trasformato in padrone di sudditi, tenuti a servirlo con tutte le facoltà per rendere massima l’efficenza bellica.»

Nel secondo capitolo si criticava anche la Società delle Nazioni: «La federazione europea è l’unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventipossibile l’unità politica dell’intero globo.»

Nel terzo capitolo si pensava al futuro di un’Europa più libera e unita ad ispirazione socialista: «Proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la creazione per esse di condizioni più umane di vita». Inoltre si affermava che «La bussola di orientamento per i provvedimenti da prendere in tale direzione, non può essere però il principio puramente dottrinario secondo il quale la proprietà privata dei mezzi materiali di produzione deve essere in linea di principio abolita, e tollerata solo in linea provvisoria, quando non se ne possa proprio fare a meno» e che «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa, caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio.»

In questo capitolo si cita anche la Chiesa:«La Chiesa cattolica continua inflessibilmente a considerarsi unica società perfetta, a cui lo Stato dovrebbe sottomettersi, fornendole le armi temporali per imporre il rispetto della sua ortodossia. Si presenta come naturale alleata di tutti i regimi reazionari, di cui cerca di approfittare per ottenere esenzioni e privilegi, per ricostruire il suo patrimonio, per stendere di nuovo i suoi tentacoli sulla scuola e sull’ordinamento della famiglia. Il concordato con cui in Italia il Vaticano ha concluso l’alleanza col fascismo andrà senz’altro abolito, per affermare il carattere puramente laico dello Stato, e per fissare in modo inequivocabile la supremazia dello Stato sulla vita civile. Tutte le credenze religiose dovranno essere ugualmente rispettate, ma lo Stato non dovrà più avere un bilancio dei culti, e dovrà riprendere la sua opera educatrice per lo sviluppo dello spirito critico.»

Nel quarto capitolo, tra l’altro, si afferma che «La caduta dei regimi totalitari significherà per interi popoli l’avvento della “libertà” sarà scomparso ogni freno ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione.Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani. Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell’attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l’eredità di tutti i movimenti di elevazione dell’umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo.»

Lungi da me attualmente entrare anche minimamente nella “interpretazione” dei vari passaggi del “Manifestodi Ventotene”(positiva o negativa, poco importa...).

L’attuale Unione Europea? Senza troppi giri di parole, la espongo “magicamente” in una citazione di uno dei “pesi massimi” italiani nell’applicazione di questa “creazione ammazza Diritti”: «Nell'Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev'essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l'individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere.»

Naturalmente ho appena citato Tommaso Padoa-Schioppa: Ministro dell'Economia e delle Finanze del Governo Prodi, Direttore Generale per l'Economia e la Finanza della Commissione Europea, Vice Direttore di Banca d'Italia,  membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea, dirigente del Fondo Monetario Internazionale ed altro... uno dei massimi applicatori!

Cosa fare? Il Direttorio Generale del Movimento Roosevelt, nel pezzo intitolato “Il fallimento dell’UE ed il progetto degli Stati Uniti d’Europa”, scrive: «Nella giornata di ieri, 22 Agosto 2016, Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi si sono incontrati per discutere di come rilanciare il Progetto Europeo in un meeting pieno di gesti simbolici e di significato.

Infatti, i tre leaders si sono incontrati a Ventotene, dove venne scritto il famoso ‘Manifesto di Ventotene’ (considerato tuttora un caposaldo ispiratore dell’attuale Unione Europea) e hanno fatto visita alla tomba di Altiero Spinelli, autore, insieme ad Ernesto Rossi e Ursula Hirschman, di tale manifesto.

Quindi hanno discusso di tematiche continentali sulla portaerei Garibaldi (intitolata ad un eroe cosmopolita italiano), oggi parte dell’operazione Sophia per il pattugliamento del Mediterraneo, operazione cui partecipano anche due navi tedesche.

Il meeting ha voluto provare al mondo che il “Sogno Europeo” non è morto e che andrà avanti, nonostante il Brexit.

Eppure, la situazione è molto complessa e coloro che oggi si dicono protettori del progetto europeo rischiano di diventare i carnefici del Sogno Europeo a causa della loro palesata incapacità di capire il significato, profondo, che quel sogno ha e potrebbe avere per il Popolo Europeo.

Il Sogno Europeo parla di un’Unione Federale delle Nazione Europee, gli Stati Uniti d’Europa, volta a creare una società libera dalla paura, dal bisogno e dalle costrizioni; in cui ci sia uguaglianza nelle opportunità di realizzazione personale e collettiva; ed in cui sia diffuso un senso di fratellanza che vada oltre la diversità di razze, nazionalità e religioni.

L’Unione Europea odierna ha molto poco da spartire con quello che sarebbero dovuti essere, e che potranno essere, gli Stati Uniti d’Europa (USE).

Infatti, la crisi dell’Unione Europea non è la crisi del Sogno Europeo, ma la crisi di un’unione tecnocratica e poco democratica e le proposte messe sul tavolo non hanno la minima possibilità di riaccendere gli entusiasmi rispetto ad un’Unione del Popolo Europeo sotto un’unica bandiera ed un unico governo.

Noi del Movimento Roosevelt crediamo profondamente nella costituzione degli Stati Uniti d’Europa secondo quei principi che contraddistinguono l’identità social-liberale e democratica delle Nazioni Europee; federazione da realizzarsi o tramite un’evoluzione dell’attuale Unione Europea o tramite la sua dissoluzione.

Nella valutazione delle conversazioni che hanno avuto luogo ieri a Ventotene, ci rammarichiamo del fatto che tutte le proposte discusse siano contingenti al contesto politico attuale e completamente incapaci di ridisegnare il Progetto Europeo, per ridargli senso e finalità.

Infatti, se è auspicabile identificare un gruppo di nazioni disposte a proseguire verso una Federazione degli Stati Europei, non è certo con i temi dell’esercito, della difesa e del rigore finanziario che si possono riaccendere gli animi per far ripartire il processo di unificazione europea.

L’unione Federale delle Nazione Europee è un progetto ambizioso ed è con ambizione che bisogna affrontarlo, senza cedere a particolarismi nazionali e comprendendo la necessità e l’opportunità, nel 21° secolo, di un’unione politica, economica e sociale del Vecchio Continente.

I futuribili Stati Uniti d’Europa dovranno essere capaci di restituire dignità (economica e sociale) e sovranità (politica) al Popolo Europeo, rimettendo l’Uomo al centro del confronto politico e ridando al Parlamento continentale -eletto tramite suffragio universale- il ruolo di legislatore, di fulcro del processo integrativo e della governance complessiva dell’Europa: ruolo oggi usurpato malamente dalla Commissione Europea e sciaguratamente da una Banca Centrale Europea asservita ad interessi privati.

Noi del Movimento Roosevelt crediamo che sarà tramite la ridefinizione del ruolo e delle finalità degli Stati Uniti d’Europa che il 21° secolo potrà vedere un’ulteriore evoluzione della società in senso democratico ed egualitario, su scala globale. 

E’ per questa ragione, e con questi orizzonti, che a breve lanceremo, in qualità di Movimento politico meta-partitico, la proposta dell’apertura di un cantiere, trasversale alle identità partitiche e movimentiste, che avrà la finalità di riscrivere la Costituzione Europea per rilanciare un progetto sinceramente democratico e social-liberale.»

 

Appoggio totalmente, senza se e senza ma, la posizione del Direttorio Generale del Movimento Roosevelt: posizione che al momento giusto rilancerò a modo mio non “semplicemente”, ma con “aggiunta”...


Vincenzo Bellisario

(Articolo del 29 Agosto 2016)

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