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Segue un intervento di Gioele Magaldi dal titolo “Il Libero Mercato nell’accezione del metapartitico Movimento Roosevelt e in quella del nascente Partito Democratico Progressista” (intervento in risposta ad una questione posta da un membro del Gruppo Ufficiale Facebook Movimento Roosevelt Italia).  

Gioele Magaldi: « Traendo spunto da una interessante provocazione di Fabrizio Carrozzini, iscritto al Gruppo facebook “Movimento Roosevelt Italia”, che cosi recita, a commento di uno dei principi guida del PDP (il primo, quello che riguarda la preminenza della politica sull’economia).
Fabrizio Carrozzini: “Il PDP ritiene che la politica, e quindi gli interessi del popolo possano e debbano determinare alcune scelte fondamentali di natura economica. L’economia diventa quindi uno strumento di azione politica, nel rispetto del libero mercato.
Cosa è il Libero Mercato?
Quello delle Banche italiane che hanno Liberamente venduto Azioni di MPS a 3 euro... mentre non dovevano venderle?
O quello delle banche USA che hanno fornito prestiti ai nulla tenenti, provocando in seguito la crisi del 2007/8?”
Rispondiamo volentieri: “Il Libero Mercato è quella cosa che si differenzia tanto dall'economia curtense di epoca feudale/medievale, allorché esistevano servi della gleba e altre figure di lavoratori che producevano scarsamente e a beneficio di pochissimi privilegiati, in un contesto di generale penuria e incapacità di generare ricchezza e prosperità collettiva; tanto dall'economia corporativa di origine medievale e poi emulata in epoca fascista e in vari regimi fascistoidi (con alcune sopravvivenze anche nell'Italia attuale), là dove si può esercitare un mestiere o intraprendere un'attività soltanto nel quadro di rigidi gruppi di appartenenza che ti danno la "patente" per farlo; tanto dall'economia mercantilista (che persegue un surplus di esportazioni in danno delle importazioni e applica il protezionismo a beneficio di industrie e commerci nazionali/locali mediante pesanti dazi su merci "straniere", giustificando cosi che altre nazioni facciano altrettanto e innescando una spirale imperialista e guerrafondaia), in voga nei periodi più bui dell'era contemporanea, allorché il tentativo nazionalista di ricerca di mercati esteri sfocia in guerre cruente e terribili; tanto dall'economia comunista e statalista, che soffoca ogni libertà di intraprendere e genera miseria, scarsità di merci di pregio e di merci tout-court, sottoproduzione e repressione tirannica e liberticida verso chi si ribelli a questo stato di cose; tanto dall'attuale sistema neoliberista, che in teoria sostiene di ispirarsi alla libera concorrenza del mercato, ma in realtà favorisce politiche neo-mercantiliste in Europa (vedi il caso Germania, con il suo illegale surplus di esportazioni: illegale anche rispetto alle vigenti norme europee) e la concorrenza sleale, a livello globale, di attori come la Cina (solo per fare un esempio, perché la questione riguarda anche altre nazioni), che produce e commercializza world-wide prodotti e servizi generati da un lavoro sottopagato, neo-schiavile e privo di tutele sindacali. Il Libero Mercato, invece, nell'accezione proposta dal MR e dal nascente Partito Democratico Progressista (PDP: www.partitodemocraticoprogressista.it ) è un sistema che a livello infra-nazionale e locale consente a singoli player di intraprendere liberamente qualsivoglia attività economica (senza troppi lacci e lacciuoli) e di concorrere a generare ricchezza e abbondanza di beni e servizi, mentre a livello di rapporti internazionali implica la libera circolazione di merci e capitali purché accompagnata dalla capillare diffusione di tutele sindacali e di diritti inalienabili civili ed economici di tutti i lavoratori, garantiti da autorità politiche (democraticamente elette e legittimate) che siano sempre sovraordinate e non subordinate ad organizzazioni economiche e finanziarie di diritto pubblico o privato. Un Libero Mercato cosi concepito (in termini storicamente, ideologicamente ed etimologicamente corretti), inoltre, si coniuga benissimo con una prospettiva GLOCAL (invece che meramente GLOBAL), volta a garantire, oltre alla libera circolazione ordinaria di merci e capitali (accompagnati da diritti universali, anche economici, e democrazia), anche la extra-ordinaria tutela di determinati segmenti produttivi di pregio che, questi si, possono essere protetti e valorizzati mediante misure speciali, onde non subire la concorrenza al ribasso di determinati players esogeni. Ma la tutela di speciali e specifici prodotti, beni e servizi, dal momento che ogni nazione o regione del pianeta ha delle eccellenze e rarità locali, non diventa sinonimo del ritorno ad un mercantilismo selvaggio e aggressivo, bensì un sistema pacifico di promozione - a livello internazionale e a beneficio dei consumatori globali - delle ricchezze endogene di ogni entità partecipante al libero mercato planetario.
Questo è il Libero Mercato, secondo l'accezione maggioritaria interna al MR e, auspicabilmente, anche al nascente PDP.
Saremmo lieti di conoscere, invece, quali sarebbero le alternative proponibili alla libera economia di mercato (cosi come è stata in questa sede espressa e non nelle sue versioni falsificate offerte dall'internazionale neoliberista).
Forse il sistema curtense di epoca alto medievale? Oppure il sistema corporativo in voga nel Basso Medioevo e, mutatis mutandis, in regimi fascisti o fascistoidi? Oppure il sistema mercantilista, protezionista, nazionalista e imperialista? O ancora l'incubo statalista, liberticida e pauperista (per i molti, perché le oligarchie di vertice, in tali sistemi, hanno sempre prosperato) dei regimi comunisti? O l'attuale sintesi della superpotenza cinese, un mix di fascio-comunismo dirigista in casa propria e liberista nella prospezione esterna, che prospera grazie alle regole truccate dell’ attuale globalizzazione?
Rispetto a tutti questi modelli, w il Libero Mercato, quando è accompagnato da diritti universali (anche economici) e istituzioni democratiche e social-liberali”».