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Segue un articolo dal titolo “Violenza inaccettabile! Ora siamo tutti catalani contro i metodi di questa Europa”, pubblicato da “Blog - Il Giornale” (http://www.ilgiornale.it/blog/lista.html).   

Marcello Foa: «Sia chiaro: il referendum in Catalogna non si presta a facili semplificazioni. Riguarda un punto molto sensibile della storia spagnola e non può essere letto come un voto antieuropeista, sapendo che gli indipendentisti catalani vogliono uscire dalla Spagna ma desiderano restare nell’Unione europea.
Tuttavia il modo in cui è stato gestito dal governo di Madrid appare inaccettabile e clamorosamente controproducente. Le immagini che provengono da Barcellona non richiedono sofisticate interpretazioni. Si vedono centinaia di civili inermi, giovani, ragazze, donne e persino anziane che pacificamente chiedono di esercitare un diritto democratico ma vengono sgomberate da angoscianti poliziotti vestiti di nero, in tenuta antisommossa, con una violenza e una sproporzione di mezzi da regime autoritario. Quegli agenti picchiano, strattonano, sparano proiettili di gomma non contro pericolosi black bloc ma su cittadini normalissimi che manifestano a mani nude, sventolando, metaforicamente, come unica, pericolosissima arma, una scheda elettorale.
Loro, i catalani, oggi appaiono agli occhi del mondo come un popolo innocente, che subisce un sopruso inaccettabile da un governo centrale così debole da ricorrere all’estremo e meno accettabile degli strumenti a sua disposizione: la forza.
Oggi i catalani sono Gandhi. E la Spagna è l’oppressore. Loro hanno vinto, Madrid ha perso. Perché da domani mattina la causa catalana assumerà una nobiltà e una notorietà che fino a ieri non aveva. Nessuno può prevedere, ora, quale sarà l’esito finale dello scontro ma per il governo spagnolo sarà molto difficile mantenere lo status quo, come se nulla fosse accaduto.
Indirettamente, tuttavia, ha perso anche l’Unione europea, perché i drammatici fatti di Barcellona dimostrano che il principio di autodeterminazione dei popoli, tante volte invocato nelle crisi mondiali, non vale nella civilissima e progredita Europa. E poco importa che per il diritto internazionale quello alla secessione non sia acquisito, come spiegano i giuristi: in questi frangenti i fatti parlano più della legge. E i fatti sono chiari: oggi Madrid e con essa un’accondiscendente Ue negano il diritto più importante, quello della sovranità popolare, dimostrano, ancora una volta, che le regole - in questa Spagna e in questa Europa - sono imposte dall’alto e devono prevalere sulla volontà dal basso. Come non può mai accadere in una vera democrazia.
Un disastro per il governo Rajoy e per Bruxelles, che spinge molti europei - anche e soprattutto moderati - a parteggiare per le vittime e, dunque, in cuor proprio a urlare: siamo tutti catalani!»