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Segue un articolo di Luca Fantuzzi dal titolo “Sbankati - Il pastrocchio veneto. Il governo Gentiloni-Padoan ha appena certificato il fallimento di due importanti banche italiane. Ma si sa, la legge ordinaria non si applica ai banchieri”, pubblicato da “Il Format” (http://ilformat.info/). 

Luca Fantuzzi: «Il governo Letta-Saccomanni sottoscrisse, ne 2013, in un tripudio di festeggiamenti, l’Unione bancaria, che ci avrebbe dato stabilità e ordine finanziario. Il governo Gentiloni-Padoan ha appena certificato il fallimento di due non secondari Istituti italiani. Nel mezzo, i tre sciagurati anni del governo Renzi, con all’attivo la risoluzione di quattro banche popolari, la sostanziale insolvenza del Montepaschi per conclamata incapacità politica,l’introduzione del bail-in nel nostro ordinamento.
Minimo comune denominatore di tanto scempio, il Partito Democratico, che ieri sera è stato infatti punito, anche se non tanto quanto sarebbe stato logico aspettarsi.
Da proni esecutori dei diktat comunitari, coloro che hanno retto nell’ultimo quinquennio questo Paese sono riusciti a creare un sistema in cui da un lato la nazionalizzazione (cioè la socializzazione delle perdite, ma anche dei ricavi prospettici) è esclusa per legge, dall’altro il bail-in non può essere applicato per evidente impraticabilità elettorale. Il risultato è un pastrocchio in cui quello che lo Stato avrebbe potuto comprare, spendendo 6 miliardi di Euro, sarà regalato a Intesa, con aggravio quasi triplo per il contribuente (si parla di massimi 17 miliardi, comprese le garanzie).
E con due ulteriori questioni aperte, che - alla lunga - avranno un loro peso, anche politico.
Gli evidenti Aiuti di Stato a Intesa (che non solo incassa piena garanzia sui crediti potenzialmente problematici delle banche acquistate e incentivi significativi per la gestione degli esodi, ma anche soldi freschi per non vedere annacquati i propri ratio patrimoniali), che oggi la Commissione fa finta di non vedere, salvo eventualmente riprendere in mano la situazione quando l’opportunità politica lo renderà opportuno (cioè, come prossimo ricatto in occasione della ventura legge di stabilità).
L’impressione che il Decreto, lungi dall’essere stato meditato dai tecnici del Tesoro, sia stato dettato dalla Banca meneghina, la quale ha potuto scegliere fior da fiore, prendendo gratis il buono delle due venete e lasciando il marcio allo Stato, agli azionisti azzerati (primo fra tutti Atlante, che alla prima prova impegnativa ha fallito miseramente) e agli obbligazionisti subordinati. Per la verità, ai sensi dell’art. 216, Legge Fallimentare, sarebbe “punito con la reclusione da uno a cinque anni il fallito, che, prima o durante la procedura fallimentare, a scopo di favorire, a danno dei creditori, taluno di essi, esegue pagamenti o simula titoli di prelazione”.
Ma si sa, la legge ordinaria non si applica ai banchieri.»