Scrive Daniela Corda (esponente della MMT): «Il giornalista Enrico Mentana, in una nota su Facebook, esprime i suoi auguri e il suo proposito per l’anno nuovo. Nell’auspicare che si possano creare condizioni più favorevoli d’impiego per i giovani e i disoccupati, sottolinea che ci vuole una coraggiosa azione di riforme.

“Servono le riforme”, “le riforme le facciamo perché ci servono”, “servono riforme nazionali”, “non arretriamo, servono le riforme”, “ora servono subito le riforme”, “non allontanarsi dal cammino verso le riforme”, “servono riforme essenziali”, “le riforme di Renzi sono l’ultima occasione per la svolta in Italia”.

Nell’ordine: Draghi, Padoan, Katainen, Renzi, Letta, Merkel, Napolitano, Soros. Sono solo alcuni nomi di quelli che ripetono costantemente e in maniera incalzante la frase stereotipata della necessità delle riforme. Le tecnica è sempre quella amata dal gerarca Joseph Goebbels: “se ripeti una bugia cento, mille, un milione di volte, diventerà una verità”.

Accanto a questa, la propaganda utilizza un’altra astuta tecnica di comunicazione: associare la bugia ad eventi positivi, così da imprimere nelle persone l’idea che le riforme siano in ogni caso qualcosa di positivo. E così, il direttore del TG La7, dopo aver ribadito la “necessità” delle riforme, ha richiamato quello che secondo lui rappresenta un esempio di coraggio delle riforme: il New Deal di Roosevelt.

Quello che Enrico Mentana dimentica di dire, però, è che “le riforme” di Roosevelt, in risposta alla grande crisi del ‘29, si concretizzarono in piani d’investimento dove lo Stato interveniva più massicciamente nell’economia attraverso la spesa a deficit. Che è esattamente l’opposto delle “riforme” strutturali che invece vengono applicate oggi, dove si mira a limitare sempre di più l’intervento dello Stato in economia.

Ecco alcune delle più importanti riforme di Roosevelt: stanziò 500 milioni di dollari per impiegare i disoccupati in programmi di lavori pubblici. Creò la Works Progress Administration (WPA), con cui grandi enti statali assumevano milioni di disoccupati per costruire grandi opere pubbliche come strade, dighe e scuole. Aumentò la spesa pubblica (mentre oggi in Italia viene ridotta attraverso i tagli), con un deficit di bilancio che passò dal 4,7% al 5,6% (mentre i Paesi dell’euro zona non possono, secondo il parametro di Maastricht, superare il 3% di deficit in rapporto al PIL, che è esattamente la principale causa dell‘aumento della disoccupazione); venne istituita l’Emergency Banking Act (EBA), che stabiliva che nessuna banca avrebbe potuto operare negli Stati Uniti senza l’approvazione e la supervisione della Federal Reserve, la Banca Centrale. La EBA conteneva anche la legge Glass-Steagall Banking Act (abrogata da Bill Clinton nel 1999), con cui si sancì la separazione tra le banche commerciali (quelle che erogano prestiti) da quelle d’investimento (che fanno speculazione finanziaria), per impedire alle prime di operare nel settore finanziario a discapito dell’economia reale. Oggi, invece, grazie al sistema monetario europeo, le banche d’investimento sono proprio quelle che decidono le sorti dell’economia reale, grazie al fatto che gli Stati dell’eurozona, avendo perso la sovranità monetaria, sono costretti a finanziarsi sui mercati aperti, i quali condizionano pesantemente le politiche economiche degli Stati. Assieme alla Glass Steagall, venne varata anche la Securities and Exchange Act, con cui si istituì una commissione di controllo sulle operazioni di borsa. Insomma, se volessimo paragonare le riforme di Roosevelt con quelle di Renzi, potremmo dire che sono come il diavolo e l’acqua santa.

Per capire meglio, invece, le riforme che si stanno attuando oggi in Italia, dovremmo tenere a mente chi nel 2003 le spiegò candidamente sul Corriere della Sera, Tommaso Padoa Schioppa:

“Nell’Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità”.

Ma quando in una mail privata a Mentana, ho cercato di spiegare la differenza tra il programma di Roosevelt e le “riforme”, la sua risposta è stata: “vada dietro la lavagna“.

È un vero peccato che un importante giornalista come lui, ascoltato da milioni di persone, presti il fianco a queste strategie comunicative che nulla hanno a che vedere con la realtà e con la storia.

In questi ultimi anni non mi sono limitata ad andare dietro la lavagna, ma l’ho usata per scrivere dati, fatti e numeri e metterli insieme per capire il corretto ordine tra cause ed effetti. Ci dovrebbero andare tutti dietro la lavagna, in particolare chi per mestiere informa gli altri ma in primis dovrebbe informarsi.

Solo analizzando seriamente i dati e studiando per davvero ci si può liberare dalle superstizioni economiche. E solo così si può smascherare chi vuol spacciare il New Deal con “le riforme”.»

Riguardo a quella che volutamente e per non confondere definisco “informazione ufficiale” mi sono espresso più di una volta, non ho altro da dire. Quello che invece mi preme dire è questo: in Italia c’è una persona (Nino Galloni) che non molte settimana fa, intervistato da Claudio Messora, per Byoblu, ha affermato: «Nello scenario europeo, noi abbiamo parlato di “Piano A”, che era un incontro fra i vari Paesi, che si mettevano d’accordo per superare i Trattati, e affrontare il tema dell’Euro, anche abbandonandolo. Ma a questo “Piano A” io non ci credo perché, in pratica, quelle stesse intese, che sono all’origine dell’Euro, sono per deindustrializzare l’Italia, dannare i Paesi latini, eccetera…; quindi non si vede perché, quelli che ne hanno avuto dei vantaggi, o meno svantaggi, cioè i Paesi del Nord Europa, dovrebbero convenire con noi e aiutarci. “Piano B”, di cui spesso parlano “Scenari Economici”, Antonio Rinaldi e altri, invece, sarebbe la fuoriuscita di un singolo Paese dal sistema. Questo è possibile, a mio avviso, solo se poi questo singolo Paese si appoggia su un’altra potenza internazionale che gli garantisca protezione dalla speculazione finanziaria. Invece io propongo un “Piano C”, e ne parlo appunto nel mio testo “L’economia imperfetta”, in cui noi affianchiamo all’Euro, delle monete complementari, delle monete locali, delle monete fiduciarie, anche di tipo pubblico, sia di tipo privato, sia di tipo pubblico. E piano piano la gente, senza spaventarsi… dell’Euro che c’è, dell’Euro che non c’è, dei risparmi che vanno qua, dei mutui che vanno là, dei crediti che salgono, dei crediti che scendono, cominciano ad utilizzare quest’altra moneta, che essendo moneta cattiva, gira più velocemente, finché poi ad un certo punto usciamo dall’Euro e neanche ce ne accorgiamo.»

Come scrissi nel finale del pezzo “Quo Vado?, l’analisi macroeconomica della MMT sul film di Checco Zalone, Nino Galloni, il M5S e la realissima possibilità della costruzione della Terza Repubblica partendo dal Comune di Roma”:

«Nino Galloni è davvero la “realissima possibilità” che abbiamo a disposizione per costruire la Terza Repubblica; una Terza Repubblica che metta assieme in poco tempo la moneta ed il “buonismo protettivo” della Prima Repubblica ed allo stesso tempo la “severità” della Seconda Repubblica; una Terza Repubblica che parta proprio attraverso l’applicazione di quel “Piano C” che Nino Galloni spiega a Messora ed è contenuto nel suo libro “L’economia imperfetta”; quel “Piano C”, che ad oggi, sembra essere l’unico realmente applicabile per uscire con “sicurezza” da questa catastrofe europea, senza spaventare nessuno, in modo che, come affermava Nino Galloni, “ad un certo punto usciamo dall’Euro e neanche ce ne accorgiamo”, partendo proprio dal Comune di Roma.»

Nino Galloni (per chi non lo sapesse) è un economista, docente universitario, manager pubblico e alto dirigente di Stato. Nino Galloni è socio fondatore e consigliere di presidenza del Movimento Roosevelt. Nino Galloni, com’è scritto nel proseguo del comunicato diramato il 28 Novembre 2015, sul blog del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com) e, riprendendo il passaggio che parla della Massoneria e dei distinguo ad oggi presenti nei confronti dei liberi muratori da parte del Movimento 5 Stelle, non è massone; Nino Galloni è una persona eccellente sotto diversi profili, ma non è massone; Nino Galloni si intende anche di esoterismo, in particolare di dottrine kabbalistiche, ma non è un massone; Nino Galloni è un raffinato economista e intellettuale, che ha anche servito lo Stato italiano in posizioni prestigiose, pur rimanendo saldo e a schiena dritta rispetto a chi voleva conculcarne la libertà di pensiero e azione; Nino Galloni, non per caso, è tra i soci fondatori del metà-partitico Movimento Roosevelt, cioè tra coloro che il 21 marzo 2015 si riunivano a Perugia per costituire un soggetto politico (metà-partitico) che cambierà la storia italiana, europea e globale; Nino Galloni è anche uno dei più alti dirigenti del Movimento Roosevelt, con lo status di Consigliere di Presidenza; Nino Galloni è un uomo di rara onestà, un uomo tutto di un pezzo e di grande lungimiranza politica ed economico-sociale; insomma, Nino Galloni potrebbe veramente essere la persona giusta al momento giusto.

Di seguito la mia analisi politica per l’Italia dal 1992 (anno in cui è nata ufficialmente l’Unione Europea) ad oggi: perdita dei Diritti, perdita delle sovranità, perdita dell’italianità, perdita della dignità, milioni di persone abbandonate a se stesse senza alcuna speranza presente e futura (basta avere una minima conoscenza monetaria e macroeconomica per comprendere…).

Cosa fare? “Semplice”. A giugno si vota a Roma. Chi vince a Roma, solitamente, come la storia ricorda, vince le elezioni politiche. Ad ottobre ci sarà il referendum sulle riforme costituzionali. Il referendum quasi sicuramente non passerà, quindi il Governo cadrà e a marzo/aprile 2017 si andrà al voto per le politiche. Chi ne ha voglia costruisce con il Movimento Roosevelt un “New Deal” per Roma Capitale improntato sulla PIENA OCCUPAZIONE con Galloni Sindaco, applicando il “Piano C” di Galloni per uscire “indolore” dall’Euro improntato sulla PIENA OCCUPAZIONE. Stessa roba nel 2017: chi ne ha voglia costruisce con il Movimento Roosevelt un “New Deal” per l’Italia improntato sulla PIENA OCCUPAZIONE e vince in Italia, applicando il “Piano C” di Galloni a livello nazionale per uscire “indolore” dall’Euro ed improntato sulla PIENA OCCUPAZIONE. Chi deciderà di fare questo sarà ricordato per sempre in Italia e nel Mondo per aver completamente RIBALTATO la faccia dell’Italia, dell’Europa e del Mondo. Chi non lo farà, sarà ricordato come colui che ha volutamente contribuito alla perdita dei Diritti, delle sovranità, dell’italianità, della dignità, oltre che alla “perdita” di milioni di persone abbandonate a se stesse senza alcuna speranza presente e futura.

L’alternativa? Non esiste. O meglio: si, una c’è (“alternativa” per pochi eletti: continuare con l’attuale bombardamento quotidiano). Semplicemente bisogna continuare a raccontare a quelli che gli Amici di Giuseppe Piero Grillo chiamano “il popolo” o “la gente” le stesse ed identiche robe che ci raccontano in maniera sempre più amplificata dal 1992: “Servono le riforme”, “le riforme le facciamo perché ci servono”, “servono riforme nazionali”, “non arretriamo, servono le riforme”, “ora servono subito le riforme”, “non allontanarsi dal cammino verso le riforme”, “servono riforme essenziali”, “le riforme di Renzi sono l’ultima occasione per la svolta in Italia”, “lotta alle mafiette locali e regionali”, “l’evasione fiscale”, “abbassare il debito”, “ridurre il deficit”, “lotta al lavoro nero”, “il Sud”, “la corruzione”, “i razzisti, fascisti, nazisti, comunisti, estremisti, falsi buonisti, rom, immigrati, destra, sinistra, centro”; la casta, i costi della casta, gli stipendi della casta, le pensioni d’oro della casta, le auto blu della casta, i privilegi della casta”… Risultato dei virgolettati di cui sopra (e di cui sotto tra un attimo) che ci ripetono quotidianamente dal 1992? Nessuno, ovviamente... Chi vuol capire, capisca. Altrimenti, avanti tutta, ancora più forte e per sempre con “Servono le riforme”, “le riforme le facciamo perché ci servono”, “servono riforme nazionali”, “non arretriamo, servono le riforme”, “ora servono subito le riforme”, “non allontanarsi dal cammino verso le riforme”, “servono riforme essenziali”, “le riforme di Renzi sono l’ultima occasione per la svolta in Italia”, “lotta alle mafiette locali e regionali”, “l’evasione fiscale”, “abbassare il debito”, “ridurre il deficit”, “lotta al lavoro nero”, “il Sud”, “la corruzione”, “i razzisti, fascisti, nazisti, comunisti, estremisti, falsi buonisti, rom, immigrati, destra, sinistra, centro”; la casta, i costi della casta, gli stipendi della casta, le pensioni d’oro della casta, le auto blu della casta, i privilegi della casta”…

Ripeto: “Signor Enrico Mentana e tutti gli altri (economisti, politici e giornalisti): il New Deal è l’esempio di riforma strutturale”…