Il termine “Gatekeeping” significa “custodia al cancello”. Come ben spiegato da Wikipedia: «Il gatekeeper è colui che attua l'azione di gatekeeping. Occupa la posizione di “esperto” (politici, scienziati, sociologi, scrittori) in un determinato ambito della società e ha il compito di filtrare le informazioni in quello specifico ambito. Può agire in diversi modi: in maniera inconscia, poiché anch'egli può essere influenzato o condizionato da informazioni che possono essere giuste o sbagliate, o consciamente per scopo personale o economici. I gatekeepers usano come principale strumento i veicoli d’informazioni perché è importante ciò che appare nei media. Tutti i personaggi che hanno particolare rilievo positivo sui media di massa sono potenzialmente gatekeeper.»
I gatekeepers, quindi, sono coloro che hanno la possibilità ed il potere di esercitare un controllo e favorire alcune notizie e/o realtà su altre. I gatekeepers vengono anche definiti “guardiani del potere” (questo è uno dei termini più incisivi e diretti coniati dagli studiosi di questo fenomeno). Il Gatekeeping è un fenomeno tutt’altro che nuovo: esiste, infatti, già dagli anni Cinquanta. I gatekeepers sono coloro che hanno avuto da qualcuno molto influente/importante la possibilità di parlare al “grande pubblico”, senza dire mai la verità. Gli obiettivi principali dei gatekeepers sono la disinformazione, la distrazione e soprattutto il condizionamento, che ha come fine unico quello di non mettere in pericolo il sistema messo in piedi da qualcuno molto influente/importante e che sta sempre bene a quel determinato qualcuno affinché non cambi… MAI! I giornalisti sono la colonna portante del Gatekeeping, ma l’elenco dei gatekeepers è ampio: scrittori, opinionisti, intellettuali, scienziati, politici, economisti, sindacalisti e quant’altro. Le persone comuni (il 97/98% delle persone) basano praticamente quasi senza se e senza ma tutte le loro conoscenze su ciò che gli “esperti” (o i gatekeepers) gli dicono. Gli studiosi di questo fenomeno suddividono i gatekeepers in tre tipi: quelli inconsapevoli, quelli che agiscono esclusivamente per timore di perdere privilegi, visibilità, soldi e lavoro, e quelli consapevoli di esserlo, avendolo scelto liberamente, ritenendo giusto esserlo. A tal proposito, segnalo quello che scrive Antonella Randazzo: «Da alcuni anni negli Usa e in Europa si parla di “left gatekeepers” ad intendere personaggi, scrittori, intellettuali e giornalisti anche di fama mondiale, che agirebbero per conto delle “sinistre” politiche, al fine di denunciare, in modo non pericoloso per il sistema, alcuni crimini delle corporations, senza però andare a smascherare completamente il gruppo di potere. Si tratterebbe di persone che devono apparire degne di fiducia per assolvere il compito di canalizzare il malcontento o i sospetti dei cittadini in modo non nocivo all’assetto di potere. Questi gatekeepers possono essere riconosciuti dal fatto che non sollevano, ad esempio, il problema del potere della Federal Reserve o della BCE, e non condannano l’intero sistema. Di solito questi personaggi trattano i problemi come se si trattasse semplicemente di schierarsi (pro o contro, a Destra o a Sinistra), anziché capire a fondo la realtà. I “left gatekeepers” sarebbero indispensabili poiché è proprio il cittadino più critico a dover essere tenuto sotto controllo da personaggi che appaiono come lui, ma che di fatto propongono una percezione della realtà che non minaccia affatto l’assetto di potere. In altre parole, il sistema ha oggi bisogno di creare gli stessi dissidenti o intellettuali critici, affinché i cittadini più attenti non si rivolgano ai veri dissidenti, tenuti ai margini della realtà mediatica. Questi gatekeepers fungono da esche, per tenere ancorate al sistema persone che altrimenti se ne allontanerebbero pericolosamente. Smascherare i gatekeepers può essere facile se non si è soggiogati ai meccanismi tipici della cultura di massa. Può essere difficile quando un determinato personaggio che svolge funzioni di “Gatekeeping” raggiunge una notevole popolarità e ha i suoi “fans”, esercitando una certa suggestione e influenza. Addirittura, in alcuni casi, gli stessi “fans” diventeranno piccoli gatekeepers, pronti a reagire contro coloro che smascherano la malafede dei loro idoli, utilizzando metodi propri della cultura di massa, ovvero cercando di colpire la persona, non potendo confutare i concetti» e continua: «Oggi le tecniche mediatiche per suscitare consensi politici, o per vendere prodotti, sono diventate sempre più sottili ed efficaci, ci vedono ignari di subirle, e pochi sospettano della loro esistenza. Ad esempio, una tecnica si basa su quello che è stato denominato effetto “interazione parasociale” (IPS), ovvero la creazione di personaggi che producono affezione e dunque agiscono da esche per catturare consenso o per vendere prodotti (commerciali o ideologici). L’effetto IPS è la tendenza psicologica a stabilire legami con personaggi dei media. E’ stato appurato che la presenza di un determinato personaggio può alzare gli indici di ascolto, così come il successo di un programma può dipendere dalla capacità del conduttore di stabilire un “legame” affettivo con il pubblico. L’effetto IPS agisce in modo da farci dimenticare che le persone che hanno ruoli mediatici non sono così empaticamente vicine come possono apparire. Si tratta di persone che ovviamente i cittadini conoscono soltanto come immagini mediatiche, ma esse ispirano fiducia per ciò che dicono e per lo spazio mediatico che viene loro riservato, e di conseguenza giungono ad avere potere di influenzare una certa quantità di persone. Il loro guadagno e la loro importanza mediatica saranno proporzionali al grado di fiducia suscitato e al conseguente potere di condizionare le persone. I personaggi più efficaci, nei periodi in cui i cittadini nutriranno poca fiducia nelle istituzioni, saranno quelli che si mostreranno come paladini della gente comune, ma al contempo saranno guidati da chi detiene il potere, curandosi di nascondere accuratamente la loro vicinanza verso gli ambienti da essi criticati a parole. L’effetto IPS farà in modo che le persone percepiscano il personaggio come positivo, e qualora si diventasse consapevoli dell’effetto, il potere condizionante sarebbe drasticamente ridotto. La caratteristica principale di questi “legami” affettivi è quella di non avere una vera conoscenza del personaggio, che potrebbe avere una personalità completamente diversa rispetto all’immagine mediatica, e nemmeno potrà esistere una reciprocità, poiché i “fans” non avranno modo di avvicinare il personaggio per sviluppare un vero rapporto umano. La relazione rimarrà dunque sbilanciata e fittizia. Il fan potrebbe dire “Io so chi tu sei, conosco la tua immagine mediatica, ma tu non mi conosci, ed io rimango anonimo anche se nutro fiducia verso di te e baso la mia opinione sulle informazioni che tu mi dai”. L’effetto IPS crea un legame emotivo con il personaggio mediatico, basato sull’immagine creata dai media, e sulla fiducia suscitata dal gatekeeper. È ovvio che la persona comune non sospetterà di un personaggio che, ad esempio, si propone come colui che svela gli inghippi del potere, e critica aspramente i politici. In tal caso si crea fiducia, e dato che il sistema potenzierà una notevole disinformazione, molti non si accorgeranno dell’inganno. L’effetto IPS fa dimenticare che le persone che appaiono spesso sui media non possono essere veramente “nemici” del sistema, in quanto personaggi ospitati da chi regge le fila della realtà mediatica. In altre parole, sarebbe assurdo ritenere che coloro che spendono miliardi di Euro per tenere sotto controllo l’opinione pubblica tramite i mass media, poi facciano l’errore grossolano di dare importanza mediatica a chi ostacola il loro potere. Essi sanno benissimo quanto è importante ciò che appare nei media. E’ chiaro che tutti i personaggi che hanno particolare rilievo positivo sui media di massa sono in realtà gatekeepers. Per verificarlo con certezza si deve semplicemente ascoltare attentamente quello che dicono e fare la “lista” di quello che non dicono o che mistificano.» Antonella Randazzo, concluderà affermando: «L’unico modo per difendersi da questo fenomeno è quello di cercare per quanto possibile di informarsi correttamente e di dubitare di qualsiasi personaggio che gode di un certo rilievo mediatico, potendo appurare che egli apparirà reticente sulle sopraelencate questioni.» Chiusa questa parentesi MOLTO importante, vengo al Movimento Roosevelt… Il Movimento Roosevelt ha natura politica meta-partitica ed ha l’intenzione di aggregare i progressisti, i democratici e i libertari di sensibilità socialista (in senso democratico-liberale) di tutte le latitudini politiche, civili e culturali. In quanto entità politica di natura meta-partitica il Movimento Roosevelt e perciò aperta, oltre che ad ogni rappresentante della società civile (imprenditori, professionisti, commercianti, artisti, intellettuali, artigiani, impiegati, operai, contadini, studenti, disoccupati o male occupati), anche a dirigenti, attivisti, militanti, simpatizzanti e votanti di qualsiasi Partito o Movimento (di sedicente Sinistra, Destra o Centro), purché animati da ideali autenticamente progressisti, democratici, libertari, liberali e vocati al principio della giustizia sociale. A coloro che già militano in Partiti o Movimenti politici, il Movimento Roosevelt offre una dimensione ideologica e operativa di natura meta-partitica, bipartisan e trasversale, in grado di convogliare su specifici obiettivi di interesse collettivo soggettività e gruppi di interesse solitamente contrapposti in modo sterile e infecondo. Il Movimento Roosevelt ha anzitutto l’obiettivo di difendere, rigenerare e promuovere la sovranità popolare sostanziale e non solo formale (democrazia compiutamente dispiegata e funzionante, in termini sia rappresentativi che diretti) a tutti i livelli delle istituzioni pubbliche (e/o di interesse pubblico) locali, comunali, provinciali, regionali, nazionali, internazionali e sovranazionali dell’ecumene globalizzata, a partire dal fondamentale (per le sfide macro-politiche e macroeconomiche in corso nel XXI secolo) territorio italiano ed europeo ed inoltre intende difendere e promuovere l’affermazione ideale e concreta dei diritti stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata all’ONU il 10 dicembre 1948 (sotto l’egida e il “matrocinio” di Eleanor Roosevelt), procedendo, laddove occorra, anche ad un loro ulteriore approfondimento e ampliamento intensivo ed estensivo e desidera: 1. Implementare in ogni ordinamento costituzionale, il principio della piena occupazione lavorativa per tutti e per ciascuno, equamente e dignitosamente retribuita, coniugata con la massima libertà imprenditoriale del settore privato e un'accorta, sapiente ed efficiente gestione degli investimenti e dell’impiego pubblico. 2. Riformare radicalmente la riscossione fiscale, abbassando drasticamente le aliquote di tutte le imposte (rimarranno solo due aliquote: 20% per chi abbia un reddito annuo sino a 100.000 euro e 23% per chi superi tale soglia, con l’IVA riportata al 20% e la drastica riduzione di ogni altra imposta indiretta legata a servizi e consumi dei cittadini), svincolandole dalla necessità di finanziare la spesa pubblica e razionalizzando, grazie all’informatica, gli interi meccanismi di controllo fiscale, consentendo inoltre ai cittadini di detrarre moltissime spese per servizi vari, sinora non detraibili. 3. Informare adeguatamente la pubblica opinione sul carattere mistificatorio, manipolatorio e truffaldino della cosiddetta “isteria da debito pubblico” e del presunto “rigore nei conti pubblici”, come invece viene raccontato da decenni all’opinione pubblica da parte di media spesso asserviti a potentati oligarchici privati, che hanno tutto l’interesse a veicolare simili e spudorate menzogne. 4. Proporre un ambizioso e concretissimo programma di riqualificazione paesaggistica ed ambientale, nonché la costruzione/ammodernamento di una serie di infrastrutture fondamentali (grandi, medie e piccole opere capillarmente diffuse, specie per quel che attiene alla viabilità generale e particolare, nonché alla fruizione ottimale di città, paesi, campagne, parchi, boschi, fiumi, laghi, lungomari, zone montuose, in rapporto simpatetico con le esigenze della popolazione) per il territorio Italiano, secondi i principi ispirati dalla bioedilizia e dalla bioarchitettura e vario altro. Saranno ammessi come tesserati del Movimento Roosevelt cittadine e cittadini di qualunque simpatia o militanza filosofica, religiosa, politica o associativa, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, di qualunque livello di istruzione, ceto e professione, nonché i disoccupati ed i parzialmente occupati. Saranno ammessi inoltre i rappresentanti di aziende, associazioni, enti, gruppi e Movimenti preesistenti, sia a titolo personale che come espressione delle entità collettive delle quali abbiano la responsabilità gestionale e/o legale. Insomma, il Movimento Roosevelt non è una sorta di “setta politica” estrema ed a numero chiuso aperta solo a pochi eletti; il Movimento Roosevelt non nasce per dividere, per mettere l’uno contro l’altro, per seppellire per sempre ogni minima speranza e tentativo di aggregazione e rinascita; il Movimento Roosevelt non nasce per distruggere la possibilità di creare qualcosa finalizzata al miglioramento della vita di tutti, al miglioramento dei luoghi in cui tutti noi viviamo; il Movimento Roosevelt non nasce per contenere il malcontento ed impedire che possa materializzarsi il cambiamento radicale di qualsiasi cosa esistente a questo Mondo; il Movimento Roosevelt non è una di quelle false realtà come in giro per il Mondo se ne vedono a bizzeffe (pagate e volute chissà da chi e chissà per quali precisissimi scopi... forse quelli da me appena elencati?!); il Movimento Roosevelt è ben altro… Il Movimento Roosevelt, in due parole, propone quanto segue: mettiamoci immediatamente insieme e lavoriamo nell’immediato per mettere insieme all’interno di una Coalizione Roosevelt il meglio esistente a questo Mondo, ovunque nel Mondo; costruiamo un programma politico/nuovo New Deal finalizzato alla Piena Occupazione ovunque sia indispensabile nel Mondo; mettiamoci assieme e sopprimiamo per sempre la “spazzatura politica” che ha fatto si che l’essere umano sia diventato molto meno importante di un’inutile oggetto abbandonato e battiamoci per cercare finalmente di dare a tutti la possibilità di avere una possibilità… ma facciamolo in fretta, non c’è più tempo da perdere: questo perché li fuori ci sono miliardi di persone inermi, che soffrono e che non hanno alcuna possibilità; persone letteralmente abbandonate a se stesse che soffrono come solo pochi possono immaginare. Il Movimento Roosevelt, nella sostanza, propone a tutti, ma proprio a tutti quelli che non si riconoscono nell’attuale gestione della cose a livello locale, nazionale, sovranazionale e planetario di aggregarsi/unire immediatamente tutte, ma proprio tutte le forze senza se e senza ma per cercare di abbattere i «massoni controiniziati che sognano una involuzione neo-aristocratica e tecnocratica della governance euroatlantica e mondiale attraverso l’applicazione di un processo di macelleria sociale globalizzata (che riprende su un piano infinitamente più raffinato gli esperimenti oligarchici e antidemocratici fascionazisti degli anni Venti e Trenta del Novecento), pianificato dai teorici della Nuova restaurazione quasi mezzo secolo fa e attuato in progressione geometrica, sulla carne viva della popolazione europea, occidentale e planetaria, specie negli ultimissimi anni.» Il Movimento Roosevelt è una realtà che racchiude e propone la soluzione ai mali che da sempre affliggono il Mondo ed è la migliore sintesi possibile ed immaginale ad oggi presente. Come affermavo nel titolo del pezzo, alcuni soggetti e forze sono letteralmente terrorizzate dalla nascita di questa nuova realtà per l’Italia, l’Europa ed il Mondo intero: questo perché il Movimento Roosevelt non è un soggetto politico “Gatekeeping”; il Movimento Roosevelt non è una “setta politica” nata, pagata, voluta e sostenuta da “criminali” per fingere l’indignazione (ma che in realtà sostengono e sono complici dell’attuale “spazzatura politica” globale) ed urlare falsamente ai quattro venti il cambiamento che non ci sarà mai: ecco perché alcuni soggetti e forze sono letteralmente terrorizzate dalla nascita di questa nuova realtà per l’Italia, l’Europa ed il Mondo intero; ecco perché alcuni soggetti e forze sono letteralmente terrorizzate dalla nascita del Movimento Roosevelt…

(Articolo del 4 Gennaio 2016)