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La storia del Novecento ci ha abituati a varie tipologie di guerra; quella di “trincea”,  quella “su larga scala” e quella “fredda”.  La differenza, oltre all’aspetto tecnico-militare, sta nei soggetti coinvolti e nei morti. Nel primo caso le guerre venivano agite spesso da uno Stato contro un altro e le vittime si registravano soprattutto tra i soldati combattenti, nel secondo caso le guerre coinvolgevano uno o più Stati, ma i morti riguardavano sia soldati che molti civili inermi, nel terzo caso le guerre spesso venivano pianificate da Stati che non prendevano parte neanche al conflitto limitandosi ad appoggiare politicamente e finanziariamente il contendente favorito, in una logica di ‘stay behind’. La guerra fredda ha creato una sorta di guerra a bassa intensità’ che nel manuale militare statunitense prevede l’uso di mezzi coercitivi rivolti contro la popolazione civile al fine di perseguire scopi politici, religiosi o di altra natura.    
Diciamo che si è passati da una guerra diretta ad una guerra sempre più sotterranea e ambigua, ma non meno letale e dannosa. Alcuni tecnici hanno definito questa sorta di guerra non convenzionale o a bassa intensità, come la  IV° dimensione della guerra, dove la strategia offensiva consisteva nel destabilizzare l’ordine pubblico per stabilizzare un determinato ordine politico.     Con l’operazione ‘Guerra Preventiva’ e poiEsportazione della Democrazia’ si è arrivati, a mio avviso, alla V° dimensione della guerra che è figlia legittima di quella precedente solo che il fine non sarebbe riconducibile all’eliminazione di un governo ostile, ma alla creazione di una destabilizzazione permanente. Lo storico Charles A. Beard ha intuito molti anni fa questa dimensione bellica definendola “guerra perpetua per la pace perpetua” che spinge un establishment politicamente dominante ad attaccare preventivamente un nemico prima che sia lui a farlo, senza sapere se nella realtà attaccherà mai o sia intenzionato a farlo. In psicologia una simile tendenza comportamentale sarebbe classificata come il frutto di un disordine di tipo paranoide e considerato dal senso comune come “folle”.
Naturalmente per arrivare a questo bisogna indottrinare per bene la popolazione cittadina facendo leva sulla paura e sulla disinformazione/controinformazione, amplificando quegli aspetti “incivili” che il nemico di turno manifesta e che possono in parte essere presenti.
Un altro aspetto della V° dimensione della guerra è rappresentato dall’  Invasione Umanitaria ossia l’esodo di massa di popolazioni che sono costrette dalle guerre a migrare in cerca di asilo, a cui si aggiungono anche i migranti economici. Questo è un aspetto subdolo e devastante su molti fronti in quanto mette ‘sotto scacco’ le Nazioni e i Cittadini, i quali  si prodigano in solidarismi vari, magari negati al vicino di casa il giorno prima.
Eppure invece di essere solidali oggi, bastava impedire ai nostri governi democratici di avvallare molte delle cosiddette guerre preventive.
Questa Bomba Umanitaria, a mio avviso, funge da ennesima 'False Flag' che costringe i Paesi Civili a farsi carico ad oltranza di rifugiati in nome di una falsa umanità di facciata, mettendo ‘sotto scacco’ le coscienze contrarie anche con epiteti dispregiativi.... anche con l'abusato spauracchio del razismo.  
Questa la tecnica del tenere la popolazione sotto scacco rientra negli obiettivi classici di una strategia delle tensione.
Questa Bomba umanitaria o Invasione umanitaria rappresenta uno degli aspetti strategici della V° dimensione della guerra dove si utilizzano anche le masse migratorie come fattore di Destabilizzazione  Antropologico, Sociologico, Sociale, Psicologico, Culturale e dell’Ordine pubblico, del paese che viene invaso dallo Straniero, armato solo dei suoi bisogni primari.
Ma come insegna il Field Manual della CIA, alla destabilizzazione segue sempre una Stabilizzazione destinata a limitare ulteriormente la sovranità popolare.   
n.b. (è opportuno ricordare che nell’Italia degli anni Settanta il cosiddetto spontaneismo armato esercitato dai gruppi terroristici è stato un fattore di Stabilizzazione).
In conclusione, la maschera dell’Accoglienza e della Solidarietà servirebbe a costruire una strategia subdola e sulfurea che mira a forgiare nuove generazioni di schiavi post moderni: umili e riconoscenti, ma anche fanatici e rivendicativi.