samarasCome è evidente a tutti quelli che non sono in cattiva fede, l’attuale costruzione europea è incompatibile con il rispetto della democrazia e della volontà popolare. Il Partito Popolare Europeo, insieme al Partito Socialista ed altre forze minori definite con ironia orwelliana “responsabili”, forma un monolite di potere che impone dappertutto le stesse scellerate linee di indirizzo politico. I sedicenti socialisti Renzi e Hollande, ad esempio, in cosa divergono dai presunti destrorsi Merkel e Rajoy? In nulla. Demonizzazione della spesa pubblica, competitività, privatizzazioni, aumento dell’età pensionabile, precarizzazione del lavoro, svuotamento del welfare e compressione dei salari sono oramai da tempo in Europa “patrimonio tristemente condiviso”. Quella che i giornalisti miopi chiamano “Europa”, è nient’altro che la germanizzazione del Vecchio Continente, vecchio sogno hitleriano realizzato ora grazie all’euro e senza l’utilizzo dei panzer. All’interno di un congegno siffatto, dominato dai tecno-nazisti tedeschi Merkel e Schaeuble, a loro volta fiancheggiati da nuovi Pètain come Valls e Renzi, non è semplice per nessuno ritagliarsi uno spazio di autonomia e di libertà. Tsipras, per esempio, nonostante la demonizzazione subita ad opera dei media mainstream di tutta Europa, è riuscito a vincere le elezioni in Grecia. Come ha reagito il politburo di Bruxelles di fronte a tale inaspettata eventualità? In sostanza aumentando la pressione e i ricatti nei confronti del nuovo esecutivo greco, isolato politicamente dalla Germania e strangolato economicamente dalla Bce di Mario Draghi. Come può la piccola Grecia fronteggiare da sola questa specie di quarto reich che oggi come ieri l’opprime? Semplicemente non può. A Tsipras e Varoufakis non resta quindi che “abbozzare” a Bruxelles per “colpire” ad  Atene. Cerchiamo insieme di individuare i punti deboli della costruzione oligarchica ora dominante, al fine di elaborare una strategia razionale in grado in breve tempo di invertire la rotta e di punire adeguatamente i responsabili di cotanta barbarie. Per quanto nascosto da una retorica ipocrita e di maniera, il potere decisionale rimane ancora oggi prerogativa dei singoli Stati nazionali. Nessuna legge o nessun trattato potrebbe mai impedire a nessun capo di Stato di assumere, in nome e per conto del Paese che pro-tempore rappresenta, posizioni politiche alternative rispetto a quelle che predicano il rispetto  dell’ ortodossia del rigore. Per scongiurare e depotenziare l’autonomia decisionale dei diversi capi di governo, infatti, il gotha massonico reazionario che guida l’Europa deve continuamente cooptare e corrompere le figure più in vista che il panorama politico continentale di volta in volta propone. Le Ur-Lodges più reazionarie creano cioè endemicamente dei leader di cartapesta attorniati da oppositori di cartapesta, tutti eterodiretti dagli stessi occulti burattinai. Pensate al caso Italia. Per quanto fra di loro formalmente contrapposti, Monti, Letta e Renzi  hanno applicato e applicano politiche di fatto sovrapponibili, scritte, approvate e supervisionate dal Maestro Venerabile Mario Draghi con il consenso complice di quasi tutte le forze partitiche presenti nel parlamento italiano. Questo meccanismo, per quanto ben oliato, non può reggere all’infinito. I Paesi torturati da una crisi creata in laboratorio ad un certo punto si ribellano, accordando consenso elettorale alle forze cosiddette “antisistema”. La Grecia è solo l’antesignana di una slavina che presto attraverserà l’Europa intera. La gabbia di ferro della Ue è però costruita in maniera tale da portare all’esasperazione prima i paesi più piccoli e fragili, il cui peso specifico è perciò molto ridotto. Tsipras non può cambiare le politiche avallate dalla Commissione guidata dal pessimo Juncker, potendo di fatto scegliere soltanto se adeguarsi o andarsene. In Patria invece il premier ellenico ha molti più margini di manovra. Sono stato ad esempio molto felice di sapere che il parlamento greco ha approvato il varo di una Commissione di inchiesta destinata a fare luce sull’accordo capestro stipulato dai predecessori di Tsipras con gli emissari della famigerata Troika (clicca per leggere). Proprio sulle pagine de Il Moralista scrissi tempo fa un editoriale per spingere Syriza a prendere una decisione in tal senso (clicca per leggere). I reali rapporti di forza rendono oggi impossibile l’imminente predisposizione di un nuovo tribunale  di Norimberga che giudichi i crimini dei vari Draghi, Merkel, Schaeuble e compagnia. In compenso il Parlamento greco ha oggi la facoltà di accendere i riflettori sulle malefatte dei vari Samaras e Venizelos, moderni Quisling che hanno svenduto la Patria per entrare nelle grazie dei conquistatori. Allo stesso modo, sulla scia del voto spagnolo, portoghese, italiano e francese, sarà possibile “processare” i vari Rajoy, Passos Coelho, Renzi e Hollande, forti e tracotanti se riuniti sotto le stesse insegne in Europa, ma nudi e tremebondi se messi nel mirino dai singoli parlamenti nazionali finalmente liberi e consapevoli.