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PAOLO MOSCA«Un tempo esistevano circuiti di cultura underground, poi l’undergound ha fatto successo ed è stato assorbito dal mainstream...
Ora esistono ancora artisti, Movimenti e idee che viaggiano sottotraccia. Ma non c’è più un circuito che incanali e sostenga queste energie. Paradossalmente Internet non aiuta: pur dando voce a tutti ha il difetto di frammentare. Si creano micro nicchie che parlano tra loro e per loro. La rete in sostanza non fa rete. È uno dei meccanismi più pericolosi di Internet: la vastità dello scibile che ci viene offerta è totalmente inutile se non ci sono canali che ci portano a incontrare proposte e idee nuove o diverse. Ognuno non fa che leggere i propri pochi siti di riferimento, ognuno segue gli artisti che già conosce e ognuno soprattutto si preoccupa di farsi seguire dagli altri. Internet crea per ciascuno la propria narcisistica zona di comfort telematica: ci si specchia in se stessi e nella cerchia di cose che rassicurano. È anche per questo che proposte come quella dell’MR fanno fatica a fare breccia nelle teste di persone impaurite da tutto ciò che non è omologato dal proprio sistema di riferimento. Anche qui il Movimento Roosevelt ha una grossa occasione: promuovere cultura, lanciando un nuovo circuito underground. La cosa che mi piacerebbe fare è partire da un evento annuale, una 3 giorni targata MR che promuova la cultura underground e i nostri valori. Concerti, proiezione di film con dibattiti (se ne parlava già in Commissione cultura), presentazione di libri e fumetti. Diventerebbe un importante momento d’incontro e un’occasione per renderci utili facendoci conoscere e per rilanciare i tesseramenti.
Potremmo organizzare la 3 giorni in date simbolo, intorno al 21 marzo, per esempio, per ricordare la fondazione del Movimento Roosevelt, oppure intorno al 10 dicembre per l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani