di Gianni Fraschetti


E’ ormai giunto il momento che la misura è colma. Ogni limite di guardia è stato superato e ogni barriera della decenza  infranta. L'Italia è a un passo dalla sua fine.

Sta per estinguersi, come entità statuale, come figura giuridica, come riferimento morale e identitario per sessanta milioni di individui. L'ora del lupo è proprio qui, dietro l'angolo, dove ci aspetta una società sfilacciata e disgregata nel suo tessuto connettivo e annichilita nei suoi valori fondanti e aggreganti. Una società che si sta per trasformare in un mostro dove a regnare sarà la legge del più forte.

Io non voglio che ciò avvenga, per questo andrò a Perugia,  e voi?

Forse è già troppo tardi ma dobbiamo tentare, dobbiamo profondere tutte le nostre forze, ogni residua energia, per evitare che questo destino infame che pare ormai segnato e che condannerebbe i nostri discendenti alla schiavitù e alla miseria più nera si compia. Dobbiamo muoverci subito, poi ci organizzeremo lungo il cammino ma una cosa deve essere chiara fin da subito. Noi non vogliamo partecipare al banchetto in corso e nessuno pensi di andare a occupare poltrone di qualche tipo per fini che non siano esclusivamente strumentali al raggiungimento dei nostri obiettivi.  Noi vogliamo che quel banchetto, che sta spolpando un popolo , cessi definitivamente e con esso chiudere un capitolo della nostra storia e voltare finalmente pagina.

Quindi qualsiasi tattica decideremo di adottare sarà sempre e comunque finalizzata a mandarli a casa. Tutti  e per sempre,  e dico tutti perché non otterremo niente se resteremo ancorati ai vecchi schemi di destra e sinistra. Loro sono la destra e la sinistra, le due facce della stessa moneta ed abbiamo ben visto quale infame gioco delle tre carte stanno conducendo sulla nostra pelle.

Noi saremo comunque altra cosa e andremo oltre ai soliti schemi triti e ritriti. Noi non vogliamo un posto a tavola, noi quella tavola la vogliamo rovesciare e i commensali li vogliamo vedere in galera a espiare il male che ci hanno fatto. Noi non vogliamo giocare a fare i politici, un giochino che di questi tempi pare molto in voga,  noi vogliamo fare la rivoluzione. Avete letto bene, la rivoluzione. Una rivoluzione totale, nelle menti, nei cuori, nelle istituzioni e nella nostra struttura sociale. Una rivoluzione pacifica ma non per questo meno radicale.

Qualcuno dirà che siamo comunisti, e forse avrà ragione, qualcun altro dirà che siamo fascisti, e forse avrà ragione anche lui. Una cosa è certa, le etichette non ci interessano e le parole non ci fanno paura. Quel che è certo è che  staremo sempre e comunque, sempre e dovunque dalla parte del nostro popolo, dalla parte dei più deboli, degli ultimi, degli emarginati. Saremo dalla parte di chi soffre,  di chi non può camminare e non ha  voce per farsi sentire. Essi potranno usare le nostre gambe e la nostra voce per tornare esseri umani con una loro individuale specificità e dignità dunque non mi pare poi così importante decidere la nostra etichetta, pensassero quel che più gli aggrada.

A Perugia dovremo cominciare a organizzarci intorno a delle idee. Poche, chiare, facilmente comprensibili e condivisibili. Da parte mia ne ho buttata giù qualcuna  qui sotto ma non è, e  non pretendo che sia, il Vangelo.  E' solo uno spunto di riflessione e discussione, l'inizio di un percorso. Ognuno è quindi c libero di aggiungere e di sottrarre, di discutere e di criticare, di cancellare e di correggere.  Solo una cosa vi chiedo però,  non infiliamoci a testa bassa nel labirinto della dialettica e nel tunnel senza uscita del sesso degli angeli. Il momento esige che noi si cerchi di essere concreti. Propositivi e concreti.

1- Noi vogliamo una Repubblica presidenziale col Presidente eletto direttamente dal popolo, che duri in carica quattro anni e non possa svolgere più di due mandati. ANCHE NON CONSECUTIVI.

2- Noi vogliamo due piccole Camere, non più di quattrocento elementi complessivi. Una camera delle categorie, dove vengano rappresentate le istanze del mondo del lavoro e della produzione ed una Camera delle regioni, dove siano presenti i territori e le loro necessità. I parlamentari potranno svolgere non più di due mandati, anche non consecutivi.

3-Noi vogliamo una società aperta a tutti: multietnica, multirazziale e multiconfessionale. Il concetto di Nazione deve abbattere le frontiere geografiche e di sangue per identificarsi in una comunità di destino che si riconosca in valori condivisi. Il razzismo biologico è una bestialità e quello identitario è una bestialità ancora più grande. Abbattere i recinti e gli steccati dunque e non costruire nuovi ghetti ove rinchiuderci.     L'identità è figlia. Della condivisione di valori e prospettive, dello sgobbare insieme e del versare il sudore e il sangue, se occorre, insieme per raggiungere un obiettivo comune in nome di principi che ci accomunano e ci rendono fratelli, senza distinzioni di razza e di religione. Che ci piaccia o meno noi siamo i discendenti dei romani e della razza italica. Roma riuscì a costruire una società di questo tipo e a farla durare duemila anni, se c'è dunque qualcuno al mondo che può riuscirci nuovamente siamo noi e abbiamo il dovere di provarci.

4- Noi vogliamo fare scomparire la parola povertà  dal nostro vocabolario e sostituirla ovunque con la parola dignità. La giusta dignità umana che la Repubblica riconoscerà a ogni essere vivente, fin dal suo concepimento. Il reddito di cittadinanza dovrà pertanto essere uno dei pilastri  giuridici e sociali sui quali si fonderà la nuova organizzazione dello Stato. Un reddito che dovrà consentire a chiunque di poter vivere dignitosamente senza degradarsi nella miseria e nelle privazioni. Così come comanda la nostra Costituzione.

5- Le tasse vanno pagate. Il sistema impositivo deve essere giusto ed equilibrato e ognuno deve contribuire in proporzione al proprio reddito. CHI EVADE FINISCE IN GALERA E SCONTA LA PENA PROPORZIONALMENTE ALLA EVASIONE ACCERTATA. Mai si potrà pagare complessivamente più del 35% del proprio reddito ma MAI qualcuno si dovrà permettere di non contribuire. Tre unici scaglioni oltre la fascia di esenzione totale. Redditi bassi, redditi medi e redditi alti.

6- La Banca d' Italia verrà nazionalizzata e svolgerà  la funzione di prestatore di ultima istanza. Laddove si dovesse rimanere nell' Eurozona, gli Euro verranno emessi e posti in circolazione direttamente dalla nostra Banca centrale  che sarà l'unica deputata alla attuazione della nostra politica monetaria e alla sorveglianza,  utilizzando al massimo la leva della spesa a deficit per rilanciare la nostra economia e dotare l'Italia delle necessarie infrastrutture.

7-Entro cinque anni tutte le Banche italiane operanti sul territorio della repubblica verranno nazionalizzate e fuse in un unico, grande istituto che opererà senza fini di lucro, fornendo al sistema produttivo e ai singoli cittadini tutti i servizi tipici bancari, al costo delle sole spese, ivi compresi  i settori del credito speciale e fondiario che verranno nuovamente scorporati dal credito ordinario.

8-Tutta la struttura produttiva del paese, a scendere fino alla dimensione di dieci unità lavorative, verra' socializzata. Vale a dire che le maestranza diverranno comproprietarie degli strumenti di produzione fino a pervenire alla abolizione stessa del concetto di lavoratore dipendente.

9-Istruzione, ricerca, energie alternative, valorizzazione e rinascita del territorio saranno i settori nei quali dovrà essere prodotto il massimo sforzo. L' Italia dovrà garantirsi il massimo livello possibile di indipendenza energetica che è alla base della indipendenza tout-court e dovrà  valorizzare l' istruzione delle nuove generazioni in un contesto di totale ed effettiva uguaglianza sociale e pertanto di diritti e opportunità. La ricerca dovrà essere posta ai primi posti nelle nuove priorità  per fermare una volta per tutte l'emorragia dei nostri migliori cervelli.

10-La casa è un diritto inalienabile e la Repubblica si impegna a fare sì che ogni famiglia ne possieda una tramite mutui con i relativi costi di mutuo garantiti dallo stato . La prima casa sarà esente da ogni tassazione in quanto si presuppone acquistata con proventi già tassati.

11- Base della Repubblica è il lavoro in ogni sua manifestazione. Il lavoro e la sua dignità verranno  posti pertanto al centro dell'economia che dovrà sempre ricercare, in ogni sua fase, la massima occupazione, utilizzando se è il caso piani d' investimento infrastrutturali volti  a mettere definitivamente in sicurezza un territorio ormai indifeso anche dalle forme meno catastrofiche di eventi naturali. Laddove fosse necessario si ricorrerà al deficit spending nelle quantità occorrenti a finanziare detti piani.