L’instancabile “Rockstar” del momento, Tito Boeri: “C'è sempre più bisogno di migranti lavoratori regolari. Ma aumentano gli irregolari. Con stop arrivi 37 miliardi di costi nel 2040”
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Le false questioni che distraggono l'opinione pubblica: articolo di Daniele Cavaleiro
No vax o si vax, no mask o si mask e poi il green pass, ma sono proprio queste le tematiche così importanti che la nostra società deve affrontare?
Personalmente, non mi...
Ieri scrissi che «Sor Boeri, ormai diventato una sorta di nuovo Vasco Rossi/Rockstar (una sorta di nuovo Saviano… ma dell’INPS), ne ha almeno una al giorno...»; quindi, terminai il pezzo in questo modo: «Cosa aggiungere? Nulla… Resto/restiamo semplicemente in attesa di quella di domani… parlo della prossima “boerata”, ovviamente…»
Ecco a voi quella di oggi: «Un lavoratore in nero su tre è clandestino. È quanto emerge dai dati delle ispezioni di vigilanza Inps nel periodo 2013-2015 nelle aziende illustrati dal presidente Tito Boeri in un' audizione. Boeri spiega che la regolarizzazione dei lavoratori immigrati porta a "un'emersione persistente nel tempo di lavoro altrimenti svolto in nero": dopo le sanatoria del 2002 del 2012, l'80% degli immigrati risulta contribuente alle casse dell'Inps anche cinque anni dopo la regolarizzazione. "Il confronto pubblico - afferma Boeri - dovrebbe incentrarsi su come inserire gli immigrati stabilmente nel nostro mercato del lavoro regolare. L'integrazione nel mercato del lavoro contribuirebbe anche a migliorare la percezione che gli italiani hanno degli immigrati".
C'è sempre più bisogno di quelli regolari - "Proprio mentre aumenta tra la popolazione autoctona la percezione di un numero eccessivo di immigrati, abbiamo sempre più bisogno di migranti che contribuiscano al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale". Lo dichiara il presidente dell'Inps, Tito Boeri, presentando in un'audizione alla Camera lo studio che ha portato alla stima di costi per oltre 37 miliardi nel 2040 in caso di un azzeramento dei permessi di lavoro per lavoratori stranieri. "Il nostro paese - spiega - ha chiuso molti canali di ingresso regolare nel mercato del lavoro, mentre sta attraendo un crescente numero di rifugiati ed immigrati irregolari" anche se è proprio l'immigrazione regolare che "contribuisce a finanziare il nostro sistema pensionistico". In particolare aiuta il fatto che gli immigrati che arrivano sono giovani, lontani dall'età della pensione, con l'80% dei nuovi permessi di soggiorno che è concesso a stranieri con meno di 35 anni. La quota degli Under 25 che cominciano a contribuire all'Inps come dipendenti, poi, è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015. "Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni". Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti. In particolare, Boeri spiega che "gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell'Inps". "Con bonus temporanei non aumentano i bebé "- "Non sono i bonus temporanei a cambiare la propensione degli italiani a riprodursi". Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti dove afferma che "il contributo degli immigrati regolari al sistema previdenziale italiano rimarrebbe fondamentale anche nel caso in cui venissero introdotte delle politiche efficace per l'aumento del tasso di fecondità delle donne italiane". Queste politiche sono giudicate da Boeri "auspicabili", ma che "possono avere successo solo se percepite come durature e in grado di generare maggiore condivisione degli oneri per la cura dei figli". "In ogni caso un aumento del numero di bambini italiani avrebbe effetto sul sistema pensionistico solo nel lungo periodo, perché sarebbe necessario aspettare che neonati raggiungono l'età per lavorare e per poter contribuire attivamente al sistema previdenziale"» (ANSA).