Segue un articolo di Cesare Sacchetti dal titolo “Trump pronto alla guerra commerciale con la Cina e la Germania”, pubblicato da “Medium” (https://medium.com/). Cesare Sacchetti: «Una riunione piuttosto tesa tenutasi alla Casa Bianca all’inizio di questa settimana tra Trump e alti membri della sua amministrazione avrebbe delineato la linea del Presidente americano: dazi doganali sulle importazioni dall’estero e probabile guerra commerciale in arrivo. Secondo quanto riportato dal sito Axios, già noto per aver anticipato la decisione di Trump di recedere dall’accordo di Parigi, lo scorso lunedì avrebbe avuto luogo un incontro nella sala Roosevelt della Casa Bianca.
Al briefing era presente l’intero gabinetto presidenziale, e l’oggetto della discussione sarebbe stato la politica commerciale degli USA verso i suoi partner commerciali. A questo proposito il segretario al Commercio USA, Wilbur Ross, ha presentato ai membri dello staff presidenziale il suo piano che prevede l’imposizione di dazi e tariffe doganali sulle importazioni del 20%. In particolare i prodotti interessati dai dazi sarebbero i lavorati in acciaio, l’alluminio, la carta e gli elettrodomestici.
La decisione avrebbe un notevole impatto in particolare sul principale partner commerciale degli USA, la Cina, e con probabili ricadute anche verso la Germania. Solamente nel 2016 le importazioni dalla Cina verso gli USA sono state pari a circa 418 miliardi di dollari, mentre le esportazioni USA verso la Cina hanno raggiunto l’ammontare di 115 miliardi di dollari. La riduzione del deficit commerciale con i cinesi è stato uno degli obbiettivi annunciati da Trump durante la sua campagna elettorale, ed è parsa come l’annuncio della fine del libero scambio e della Globalizzazione.
La decisione non è stata ancora ufficializzata, ma durante la riunione Trump ha tracciato la linea da seguire. Tra i 25 presenti, ben 22 si sono opposti, e solamente 3, tra questi Trump, hanno mostrato un’attitudine favorevole verso l’imposizione di tariffe doganali. Il piano è stato anche sostenuto da Peter Navarro, uno dei consiglieri economici del Presidente più critici delle politiche commerciali “aggressive” della Germania.»
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