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La Sinistra italiana, in sostanza, non ha mai proposto nulla e non propone nulla (questo da circa trent’anni a questa parte). Ogni tanto sussurravano cose sui poveri - in campagna elettorale -, ma vanno sempre, solo ed esclusivamente a braccetto coi “ricconi” (da alcuni anni a sta parte non parlano più  manco dei poveri... troppo fuori moda e soprattutto inutili... meglio Rom e Migranti... meglio spendibili e, sicuramente, molto ma molto più redditizi... “tirano tanti soldi”!).
A proposito di poveri e Sinistra, come giustamente affermò Indro Montanelli: «La sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al potere li aumenta di numero.»
La Sinistra italiana ha semplicemente lavorato per sterminare il Paese per UE ed Euro e l’ha ammesso senza vergogna: poverini, non ci arrivano (come giustamente ha affermato l’economista Nino Galloni – Vicepresidente e Supervisore Economico del Movimento Roosevelt): «La Sinistra non capisce niente»... aggiungo: eccetto alcuni “Prodi”! (anche se poi si chiamano Napolitano, Ciampi, Andreatta, Scognamiglio, Saccomanni, Padoa Schioppa, Padoan, D’Alema, Amato, Draghi, Monti ed altri, fa niente... sempre “Prodi” sono!).
Gli “Amici di Piero Grillo” dicevano che per “salvare il Paese” bisognava essere “casticidi”... adesso, ormai, anche loro hanno le “poltrone”: sono parte del “castificio”... e si è visto e si vede alla grande! (N.B. essere parte del “castificio”, per loro, significava e significa semplicemente avere “la poltrona”... solo che quando la occupano loro e “salva”, “casta” e “con stelle”; quando la occupano gli altri, invece: e' corrotta, ladra, mafiosa e perché no: anche razzista, fascista, nazista, populista, xenofoba, sessita, maschilista, femminista e “triccheballacche-ista”... vanno talmente di moda le fregnacce appena scritte che le uso anche io... per gioco... certi termini li lascio a Boldrini and friends!).
Poi c'è Macron: quello per cui la “Sinistra italiota” è innamorato da “paura” (ringrazio “Grande Oriente d'Italia Democratico”: http://www.grandeoriente-democratico.com/ che, considerando quanto da me appena affermato - riguardo a Macron e Silvio Macron -, ha capito tutto e lo ha divulgato anzitèmpo... nell’immensa “piattezza planetaria”, fortunatamente, esistono ancora isolati cervelli!).
Poi c'è Silvio Berlusconi che, “finalmente”, dopo circa venti anni, ha “capito tutto”... in pratica è diventato di “Sinistra nei modi”! (ha capito che per non avere problemi deve parlare senza dire, proporre le persone “giuste” - vedi Mario Draghi - e soprattutto non agire... Confalonieri Docet?... I think so!).
Silvio Berlusconi: «Da questi risultati il Centrodestra può partire in vista della sfida decisiva per tornare a guidare il Paese, sulla base di un programma condiviso, che in larga parte già abbiamo, e di una coalizione fra forze politiche diverse, caratterizzata da un chiaro profilo liberale, moderato, basato su radici cristiane, secondo il modello di Centrodestra vincente in tutt'Europa e oggi anche in Italia.»
Ovviamente, però, deve fare “i conti” con i suoi eventuali alleati...
Giorgia Meloni: «La moderazione è una categoria che in politica non esiste più: a me non interessano le etichette, mi interessano i contenuti. Parliamo di quelli e da quelli voglio partire per costruire la coalizione di centrodestra». Matteo Salvini: «Berlusconi deve scegliere tra me e la Merkel. E comunque si può rimanere anche nel PPE ma dipende come: Orban l'anno scorso ha concesso l'asilo solo a 500 persone». Quindi, Claudio Borghi: «Senza la Banca Centrale sotto il diretto controllo pubblico non è pensabile fare nulla del programma elettorale da loro presentato»; ancora: «è indispensabile spiegare alla gente l’assoluta necessità di uscire dall’euro senza paura di spaventarli!»
Nino Galloni, qualche giorno fa, ha affermato: «Se vogliamo cambiare, dobbiamo cambiare. I giovani, parte della sinistra, parte della destra, i Cinque Stelle possono confluire su di un progetto diverso per favorire l’Europa nell’uscita dalla trappola deflattiva in cui si è ed è stata cacciata. Si deve lavorare per far andare oltre i vecchi logori e dannosi schemi seguiti finora»; Gioele Magaldi dice che «Punto primo: andare a Bruxelles a dire che l’Italia straccia tutti i trattati europei, a meno che non vengano interamente rivisti, da cima a fondo. Bisogna Porre le condizioni per una finanza pubblica espansiva, che torni a produrre posti di lavoro. Alle attuali condizioni è semplicemente impossibile. Bisogna quindi avere il coraggio di dire all’Unione Europea che l’Italia non ci sta più, se non si cambia tutto. Nessun partito lo dice? Questo è il problema, oggi. Votare Renzi, Berlusconi o Grillo è perfettamente inutile: il Paese ha bisogno di risposte, di soluzioni vere»; Giorgio Cremaschi dice che «La Sinistra in Italia può risorgere solo con un progetto totalmente alternativo, in contrapposizione al Pd e con un progetto sociale di rottura totale con il liberismo, il che vuol dire rompere con l’euro e fare le nazionalizzazioni»; l'economista indipendente Alberto Bagnai, pochi giorni fa, ha affermato: «Se desiderate mantenere un barlume di fiducia nel funzionamento della democrazia, domani dovete schiantare il PD, cioè l'artefice della più colossale e protratta distruzione del benessere dei cittadini italiani di tutta la storia dell'Italia unita.»
Finirà come dicono/scrivono Paolo Becchi e Cesare Sacchetti su “Libero Quotidiano”?
Becchi e Sacchetti: «Se appare pacifico, di fronte ai risultati, che il centrodestra unito è vincente non lo è altrettanto il contenzioso sul partito che ha guidato i successi della coalizione. Berlusconi ha provato ad intestarsi il merito della vittoria parlando di un successo dei moderati, seguito da Brunetta che ha parlato di Forza Italia come «partito leader della coalizione». Questa lettura sembra coincidere poco con il risultato delle amministrative. A Genova il partito primo nella coalizione è stato la Lega Nord con quasi il 13%, mentre Forza Italia segue a distanza con l’8. A Verona il Carroccio ha raggiunto l’8,8%, i forzisti solamente il 3,4%. Al Sud Forza Italia può rivendicare la sua prevalenza, come a Catanzaro dove raggiunge il 10% ma su base nazionale la Lega prende più voti dei forzisti. Questo è il dato politicamente rilevante di queste elezioni.
Salvini adesso vuole provare a «esportare il modello di queste amministrative a livello nazionale» e ciò significa ricostruire la coalizione anche su base nazionale. Tutto dipenderà dal sistema elettorale. Un’impresa comunque complicata visti ancora i disaccordi su chi debba essere il leader del centrodestra e le posizioni ancora distanti sull’uscita dalla moneta unica...»
Insomma, tutto dipenderà ancora una volta - come sempre - esclusivamente dalla legge elettorale e quindi dalla convenienza politica?... Spero e mi auguro di no!

N.B. Quanto sopra rappresenta esclusivamente il pensiero dell’autore, NON quello del Movimento Roosevelt...