Tutti gli articoli

160622082801 brexit markets down 780x439 1600x1200 1600x1200 1600x1200 9a5d7
160622082801 brexit markets down 780x439 1600x1200 1600x1200 1600x1200 9a5d7
«Con l’addio di Londra da dopo il 2020 si apre un buco da 10-11 miliardi di Euro all’anno per il bilancio UE che, se moltiplicato per il prossimo periodo di programmazione finanziaria di 5-7 anni, scopre un ammanco da almeno 50-70 miliardi. A farne le spese rischiano di essere regioni e agricoltura: l’unico modo per poter finanziare le nuove priorità UE tra cui migranti, difesa comune e lotta al terrorismo, è infatti il taglio dei fondi di coesione e per la politica agricola comune, a oggi le voci principali del bilancio UE. È il quadro che si prospetta per il futuro delle finanze europee, secondo gli scenari che apre il paper di riflessione della Commissione UE destinato ad alimentare un dibattito che si preannuncia acceso», scrive “La Stampa” (ma la “catastrofe” non doveva essere esclusiva della Gran Bretagna... Paese che stampa moneta propria... a differenza di quelli per cui “l’Euro”... e per tanti versi anche per quelli per cui “UE”!).
Quindi, il Commissario al Bilancio Guenther Oettinger: «I tagli saranno necessari nei prossimi 10 anni. Non possiamo far finta che niente sia cambiato con la Brexit. Mancheranno 10-11 miliardi ogni anno al bilancio UE, perché nonostante lo “sconto” la Gran Bretagna era un contributore netto». Ancora: «Lo status quo non è un’opzione, dovranno essere fatte scelte dure. Il gap nelle finanze UE che nasce dall’uscita del Regno Unito e dai bisogni finanziari delle nuove priorità deve essere chiaramente riconosciuto... E questi ultimi, secondo fonti UE, ammonterebbero a una quindicina di miliardi l’anno che, se sommati alla decina della Brexit, arrivano a 25 miliardi, pari a 125 su 5 anni o 175 su 7.»
Poi ci sono le “proposte” di Sor Mario Monti: «Carbon tax, tassa sui visti d’ingresso nell’UE, aumento del signoraggio delle banconote, tagli e razionalizzazione della spesa.»
Poi, più di qualcuno, prima di leggere quanto segue (dichiarazioni a firma Commissione Europea), dovrebbe andare a rivedersi o a studiare “The Crisis of Democrazy” per comprendere quando segue (dichiarazioni a firma Commissione Europea): «Nessun taglio ulteriore al personale UE, metterebbe a rischio il buon funzionamento delle Istituzioni.»
Considerando tutto quanto sopra ed a distanza di oltre un annetto da quel “famoso” 23 giugno 2016, qualcuno riesce a compredere perché “zio Soros” and friends (quindi Borse, Agenzie di Rating, ONG - quasi tutte, non tutte... -, le potentissime banche d’affari, tutte le multinazionali della guerra, del gas, del petrolio, dei farmaci e le innumerevoli altre - sia quelle lecite che quelle illecite e non pervenute... per esempio quelle che producono droghe ed altre sostanze... -, le potenti compagnie di assicurazioni, il 99,9% abbondante di tutti i media che contano ed influiscono a livello mondiale e chi più ne ha più ne metta...) erano ed ancora oggi sono assolutamente ed in tutto e per tutto contro la Brexit (ed ovviamente contro il “cavallo pazzo Trump”, per il NO al Referendum in Italia ed altro), quindi, contro l’unica attuale forma di Democrazia esistente al Mondo... i Referendum?... I hope so!