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Segue un articolo di Cesare Sacchetti, pubblicato da “Medium” (https://medium.com/), dal titolo “Il Pentagono USA: 'Assad non ha armi chimiche dal 2014'...”

Cesare Sacchetti: «Assad non ha scorte di gas sarin dal 2014. La conferma di questo arriva direttamente da un rapporto interno del Pentagono pubblicato dal Washington Times. Secondo il documento ottenuto dal quotidiano di Washington tramite un Freedom of Information Act (FOIA) - l’atto amministrativo in vigore negli USA per declassificare documenti riservati - Assad ha accettato di distruggere volontariamente le proprie scorte di gas nel 2013, e l’operazione è stata compiuta sotto la supervisione congiunta di Stati Uniti e Russia nell’estate del 2014.
Secondo il rapporto del Pentagono, a seguito delle accuse sollevate durante l’estate del 2013 contro Assad dalla stampa internazionale sull’utilizzo del gas sarin contro le forze ribelli, gli Stati Uniti avrebbero minacciato raid aerei contro obbiettivi militari siriani per interrompere il ricorso alle armi chimiche proibite dal diritto internazionale. All’epoca il presidente siriano disponeva ancora di un arsenale di armi chimiche, anche se le prove che questo sia stato effettivamente utilizzato contro i ribelli e la popolazione civile non sono mai state trovate. Una circostanza confermata anche da Carla Dal Ponte, membro della commissione ONU internazionale indipendente di inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Siria, la quale dichiarò che le indagini della commissione avevano dimostrato un utilizzo del gas sarin non da parte delle forze regolari siriane, ma delle fazioni ribelli.
Nonostante questo, Assad acconsentì ugualmente di consegnare il proprio arsenale chimico su proposta di Putin per evitare un intervento armato degli Stati Uniti in Siria. Obama accettò la proposta del Cremlino, e furono proprio gli Stati Uniti ad essere incaricati della distruzione delle armi chimiche. L’operazione è stata realizzata durante l’estate del 2014 da un’agenzia del Pentagono per la riduzione dell’utilizzo delle armi di distruzione di massa, la Defense Threat Reduction Agency (DTRA), a bordo del container americano Cape Ray. A seguito dell’operazione concordata da Russia e Stati Uniti, sono state distrutte 600 tonnellate di gas chimici, 580 dei quali erano a base di dicloruro metilfosfonico, componente chimico utilizzato per la produzione del gas sarin.
Da allora, Assad non dispone più ufficialmente di nessun arma chimica e lo stesso ex segretario di Stato USA John Kerry confermò che l’intero arsenale chimico a disposizione del presidente siriano era stato interamente distrutto. Se dunque gli stessi vertici della difesa americana sostengono che Assad non ha più ufficialmente alcuna arma chimica nel suo arsenale, cosa è successo a Khān Shaykhūn, il luogo dell’attacco chimico avvenuto la scorsa settimana, e da dove proveniva il gas sarin? Le crepe della versione ufficiale aumentano sempre di più alla luce di quanto sta emergendo in questi giorni. Ad avere notizia dell’attacco chimico in anticipo erano diverse persone, come il giornalista anti-Assad Feras Karam, che in un tweet datato 3 aprile 2017, un giorno prima dell’attacco, annuncia che il giorno successivo “sarà lanciata una campagna dei media per seguire l’intensità degli attacchi aerei sulla città di Hama e l’utilizzo di armi chimiche contro la popolazione civile”.
Come faceva Karam a sapere dell’attacco il giorno prima e del fatto che sarebbero state utilizzate armi chimiche? Karam non era il solo a quanto pare a sapere con anticipo dell’attacco chimico. Il dottor Shajul Islam, attivo nella zona di Khān Shaykhūn, ha ricevuto il 1 aprile diversi carichi di maschere anti-gas. La figura del dottor Islam è piuttosto controversa perché è stato considerato coinvolto nel rapimento di due giornalisti occidentali dal governo britannico, ed è stato accostato anche al boia dell’ISIS, Jihadi John.
Diverse figure dell’opposizione siriana dunque erano informate in anticipo di quello che sarebbe accaduto a Khān Shaykhūn, ma non è il solo aspetto che ha fatto sorgere dubbi sulla versione ufficiale. Nelle immagini delle operazioni di soccorso del gruppo anti-Assad degli elmetti bianchi, considerati da alcuni osservatori vicini ai miliziani di Jabhat Al-Nusra, si notano alcune incongruenze. Le vittime dell’attacco chimico vengono toccate dai soccorritori a mani nude, senza guanti e la protezione necessaria per evitare di essere contagiati a loro volta dal gas sarin. Neanche le maschere anti-gas sono adatte, in quanto semplici maschere anti-polvere.
Cosa è accaduto dunque a Khān Shaykhūn? I media e l’amministrazione Trump hanno individuato il colpevole in Assad, ma ad oggi non esiste nessuna prova che dimostri tale accusa.»

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