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Segue un articolo dal titolo “Brexit, si parte. Al via le negoziazioni per il divorzio tra Londra e l'UE”, pubblicato da “Economia Il Messaggero” (http://economia.ilmessaggero.it/).

“Economia Il Messaggero”: «Le jeux son faits, la strada senza ritorno sta per essere intrapresa. Nonostante i numerosi appelli al ripensamento - sempre respinti al mittente con ferma gentilezza - questa mattina, alle 11.00, nell'edificio Berlaymont di Bruxelles, inizieranno ufficialmente le trattative per l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea alla luce dello storico referendum dello scorso anno. A condurre i giochi saranno il Capo negoziatore della Commissione europea, Michel Barnier, e il segretario di Stato di Sua Maestà,  David Davis, incaricato da Londra di seguireil delicato iter. I due saranno a capo di un ampio gruppo composto da tecnici, economisti, politici, deputati, ministri e Premier, tutti chiamati a definire le condizioni dell'addio. Addio che potrebbe essere doloroso o indolore, a seconda degli accordi che saranno via via approvati. Le opinioni in tal senso sono tutt'altro che concordi: chi si occupa di business e finanza vorrebbe dare priorità assoluta all'economia per preservare l'accesso del Regno Unito al mercato unico europeo. Cinque lobby britanniche, ossia la Camera di Commercio, la Confindustria (Confederation of British Industry, o CBI), la federazione dei datori di lavoro (Engineering Employers' Federation, o EEF), l'Associazione delle piccole e medie imprese e quella dei dirigenti, hanno chiesto ai negoziatori di dare priorità alle garanzia per i cittadini UE che lavorano in Gran Bretagna e per quelli inglesi che vivono in Paesi UE. "L'accordo sulla Brexit avrà un'importanza fondamentale per l'economia, le società e i cittadinio britannici. Se supporterà la crescita, consentirà alle aziende di assumere di più, con conseguenze positive sulla qualità di vita" si legge nella nota congiunta dei cinque gruppi che rappresentano centinaia di aziende e, indirettamente, milioni di lavoratori britannici. In estrema sintesi, le lobby vogliono che vengano mantenute le garanzie di libero scambio di merci tra UK e UE, minimi obblighi doganali e un sistema di impiego flessibile. Inoltre si chiede che gli accordi transitori, che saranno in vigore fino al deal finale del 2019, mantengano gli attuali benefici economici dati dall'accesso al mercato unico. Una "soft Brexit", insomma, che potrebbe però non trovare i sostenitori necessari. La partita è iniziata, e l'esito è incerto. Per ora risuonano solo le parole di Davis, che ha descritto queste trattative come "le più complicate di sempre.»