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Quella di cui sopra è una citazione/sunto dell’intervento di un certo George Soros al Forum Economico 2017 in corso a Bruxelles.
George Soros partecipa al Forum in primis per auspicare le “società aperte”, chiedendo ovviamente l'appoggio dell'Unione Europea... Dice che «l’Unione Europea ha perso slancio e deve essere reinventata radicalmente con uno sforzo che combini l’approccio top-down delle Istituzioni europee con Movimenti di tipo bottom-up, necessari a coinvolgere l’elettorato.»
In sostanza Soros cita “Best for Britan”, di una certa Gina Miller - organizzazione nata principalmente per promuovere la causa europeista nella campagna elettorale in corso nel Regno Unito - ed altre sigle che lui definisce addirittura “spontanee”.
Ovviamente Sor Soros conosce bene Gina Miller, perché ai tempi del tentativo di “resistenza” anti responso referendario/volere del popolo fallito, guidò un gruppo di persone firmatarie del ricorso all'Alta Corte di Londra sulla Brexit ed ovviamente in quanto moglie di un certo Alan Miller   (certo, “resistenza” contro quella che è definita la massima espressione della Democrazia è simpatico - se non ridicolo -, ma questo è… in ogni caso, perfettamente in linea con il “pensiero Soros”: «Non è sufficiente fare affidamento alla legge, bisogna prendere posizione a favore di ciò in cui si crede»).
Alan Miller è Chief Investment Officer  della hedge fund “New Star”: hedge fund dove un certo Sor Soros ha investito circa 100 milioni di Dollari e di cui fanno parte anche Sajid Ramzan, Chris Beton ed altri (ex del “Soros Fund Management”, fondo che ha raccolto svariati miliardi di donazioni).
Con approccio “top-down” di Istituzioni e Movimenti di tipo “bottom-up” (che lui definisce addirittura “spontanei”), Sor Soros intende dire che gli “alti” (in pratica, lui/“loro”) devono accordarsi con i “bassi” e fare una “cosa/casa unica”... Sarebbe stato bello chiedergli: «Con quanti dei “bassi” volete fare una “cosa/casa unica”? O meglio: con chi?...»
Sor Soros, nel corso del suo intervento, ricorda la sua “amicizia” con un certo Tommaso Padoa Schioppa: «Siamo diventati amici intimi e collaboratori e abbiamo lavorato insieme per salvare l’Unione Europea quando solo pochi si erano resi conto di come la sua esistenza stessa fosse in crisi. Se Padoa Schioppa fosse oggi ancora vivo, cercherebbe di salvare l'Unione Europea e di reinventarla radicalmente, per ritrovare il sostegno di cui era solita godere»; parla di «segnali di ripresa europea» che, sempre secondo lui, sono «l'elezione di Emmanuel Macron, la sconfitta di Geert Wilders e le prospettive della vittoria di una coalizione pro-Europa in Germania»; dice che «La ripresa non avverrà spontaneamente, ci vorrà la partecipazione attiva di coloro cui sta a cuore il destino dell'Europa» ed invita a «fermare con ogni mezzo il processo estremamente nocivo della Brexit»; auspica che «Bruxelles riesca a trasformarsi in un’organizzazione a cui altri paesi, tra i quali la Gran Bretagna, vogliano aderire. In questa ipotesi, le due parti potrebbero volere una riunificazione anche prima che il processo di separazione sia completato. La Gran Bretagna è una democrazia parlamentare, dovrà indire nuove elezioni entro i cinque anni e il prossimo governo potrebbe chiamare al voto su una riunificazione con l’Europa»; attacca ovviamente i Partiti anti-europeisti e quelle che lui definisce “potenze ostili”: «Russia, Turchia, Egitto e l'America che Trump vorrebbe creare se ne fosse in grado, ma non lo è» (l'America di Obama e Clinton, naturalmente, era “amica”... quella di Trump, invece, chissà perché: è a lui “nemica”...); accusa alcuni Stati di agire a favore dei propri interessi nazionali ed a scapito di quelli di altri Paesi dell'Unione Europea... Anche qui, “easyssimo” (il super nemico Orban e confinanti): «La democrazia deve essere affermata e difesa dai popoli stessi. Sono pieno di ammirazione per il modo coraggioso con cui gli ungheresi si sono opposti ai raggiri e alla corruzione dello stato mafia instaurato dal regime Orban. La vitalità con cui le Istituzioni europee hanno fronteggiato le sfide che provengono da Polonia ed Ungheria mi incoraggia. Orban si è assunto il ruolo di difensore della sovranità ungherese ed a me ha affibbiato quello dello speculatore finanziario che ha usato i propri mezzi economici per esercitare controllo sull’Ungheria, al fine di derivarne profitto. Questo ritratto è proprio il contrario della realtà: sono l’orgoglioso fondatore della Central European University che, dopo soli 26 anni, figura tra le 50 migliori università del mondo nel campo delle varie scienze sociali. Ho fatto generose donazioni a questo ateneo, che ha potuto difendere la propria libertà accademica dalle interferenze non solo del Governo ungherese, ma anche del suo fondatore.»