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roberto maroni askanews 2 9362d
roberto maroni askanews 2 9362d
Qualche giorno fa ho scritto un articolo dal titolo “curioso”, il seguente: “Berlusconi ha 'finalmente' compreso che per non avere 'casini' deve essere Casini: con calma, se continua così, 'rischia' di essere assolto...” dove, tra le varie, ho postato questa dichiarazione dello stesso: «È bene che anche Salvini possa verificare che certe teorie non portano a convincere gli elettori e quindi non vale la pena di perseguirle.»
Nelle sostanza, all’interno dell’articolo cui ho accennato, parlo di “mode” da seguire e “mode” assolutamente da NON seguire con il fine esclusivo di salvare la pelle, salvare se stessi.
Secondo la mia “personale” valutazione, quindi (sempre considerando l’articolo che ho citato), la “radicale” trasformazione di Silvio Berlusconi è esclusivamente destinata a cercare di salvare se stesso dai potentissimi poteri che controllano e gestiscono UE ed EURO che in attimo possono far sì che la tua vita diventi un inferno (vedi i due miliardi di Euro in due giorni persi dal Gruppo Mediaset nel 2011 quando Berlusconi si mostrò titubante se lasciare o meno la Presidenza del Consiglio per far spazio al banchiere Mario Monti ed amici tecnico-banchieri).
Di seguito l’intrevista che Roberto Maroni (attuale Presidente della Regione Lombardia ed anche lui, ovviamente - esattamente come Berlusconi -, ancora “impegnato” in qualche processo...) ha rilasciato al giornalista Marco Cremonesi, per il Corriere della Sera, dal titolo “Fase lepenista conclusa, sbagliato disprezzare FI. La Lega torni alle origini”.

«Io credo che la parentesi lepenista si possa considerare conclusa». Roberto Maroni non è mai stato un fan sfegatato di Marine Le Pen. Ora, dopo la sconfitta dell’alleata della Lega, il governatore lombardo ritiene che «occorra tornare alle nostre origini di movimento post ideologico, né di destra né di sinistra. La nostra identità è l’identità dei nostri territori.»

Insomma: basta con la Lega populista?

«Io ho sempre considerato l’alleanza con Le Pen tattica e non strategica, lei ha un progetto diverso da quello della Lega, vuole tornare agli stati nazionali. Noi siamo per l’Europa delle Regioni.»

La Lega è diventata troppo di destra?

«Guardi che anche Le Pen ha detto che bisogna rifondare il Front national. Se lo dice lei, significa che ammette la sconfitta e si rende conto che esistono degli spazi elettorali che il Front national non è in grado di occupare. E questa è una riflessione che dobbiamo fare anche noi.»

Il congresso del 21 maggio non servirà anche a quello?

«Prima del congresso, domenica prossima ci saranno le primarie. Salvini ha detto che se non prende l’80% torna a fare il militante, ma a me pare una sciocchezza. Chi vince ha il dovere di fare il segretario, ma non è che puoi farlo soltanto se annienti chi la pensa in modo diverso.»

Dica la verità: lei voterà il suo assessore Gianni Fava, lo sfidante di Salvini in nome del nordismo.

«Io non faccio dichiarazioni di voto. Ma io sostengo chi fa certe battaglie. Detto questo, è evidente che chiunque dica che la Lega ha il dovere di difendere il Nord fa un discorso per me interessante. Io sarò anche il passato, ma sono molto legato a quelle origini. E per me le battaglie di ieri sono quelle di oggi. Lei sa perché ho annunciato il nostro referendum per le autonomie del 22 ottobre?»

Per tenere in Lombardia più risorse?

«Certo. Per tenerci più soldi e mandarne meno al Sud. Non è che io chieda mezza competenzina in più: io voglio che la metà del nostro residuo fiscale, e cioè 27 miliardi, resti in Lombardia e non vada ad alimentare altri sprechi al Sud. Non so se è chiaro. Se non lo è, farò un manifesto. Questa è la Lega Nord, questo è il messaggio forte che noi dobbiamo rilanciare.»

Lega e Forza Italia sono ogni giorno più lontane. È un problema anche per la sua ricandidatura a governatore?

«Non so se alle Politiche i due partiti andranno separati. Ma qui io credo possano restare uniti. E poi... Leggo di critiche a Berlusconi, leggo che i governi di cui ha fatto parte la Lega non hanno concluso nulla...»

A dirlo non è sempre il suo segretario.

«Ma sì. Detta così sembra che la Lega sia stata al governo per le poltrone. Cosa che invece non è mai stata. Io ricordo a chi ha scarsa memoria che anche al Sud ci si era accorti di un certo ministro dell’Interno leghista per il suo impegno contro mafia e criminalità. Va bene tutto, ma mi spiace davvero che si usino parole sprezzanti nei confronti dell’esperienza con Berlusconi e con Forza Italia.»

Lei vuole fare un election day con il referendum. Ma quando si andrà al voto?

«Ho incontrato Renzi proprio l’altra sera, a una cena. Lui mi ha detto che in ottobre il voto non glielo fanno fare. In realtà, per andare a elezioni in autunno ci sarebbe il tempo di interrompere la legislatura fino almeno a metà luglio. Quindi, io mi tengo aperte tutte le strade.»

Anche il mandare la Lombardia al voto in ottobre?

«Io voglio l’election day con le politiche. Se non si vota a ottobre per le politiche, dubito che si vada alle regionali in anticipo.»