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Nel pezzo “In cosa credono i keynesiani”, il Nobel per l’Economia Paul Krugman, afferma: «Gli attacchi contro gli economisti keynesiani fanno leva solitamente su una sfilza di argomenti inventati, che prendono di mira cose che quelli come me avrebbero predetto o affermato, anche se non hanno nulla a che vedere con quello che abbiamo detto nella realtà.

Ma forse abbiamo il demerito (quantomeno io) di aver trascurato di fornire una semplice spiegazione degli elementi di base della visione keynesiana. Non parlo dei modelli, parlo delle implicazioni di politica economica.

E allora eccovi un tentativo di riassumere brevemente in quattro punti la posizione keynesiana, seguito da un campione delle tesi infondate più diffuse.

1. Le economie a volte producono molto meno di quanto potrebbero (e danno lavoro a molte meno persone di quanto dovrebbero), semplicemente perché non si spende abbastanza. Può succedere per diversi motivi: il problema è come rispondere.

2. Di regola, ci sono forze che tendono a riportare l'economia verso la Piena Occupazione. Ma queste forze agiscono lentamente. Scegliere di non fare niente per un'economia depressa significa accettare senza alcuna necessità un lungo periodo di patimenti.

3. Spesso è possibile abbreviare drasticamente questo periodo di sofferenze e ridurre enormemente i costi umani e finanziari “stampando moneta”, cioè usando il potere della Banca Centrale di creare moneta per spingere in basso i tassi di interesse.

4. A volte, però, la politica monetaria perde efficacia, specie quando i tassi sono prossimi allo zero. In quel caso, una fase temporanea di spesa in disavanzo può dare una spinta utile all'economia. Inversamente, politiche di austerity in un'economia depressa possono produrre grossi danni.

Vi sembra una dottrina complicata e involuta? A me no, e le implicazioni di politica economica per il Mondo in cui viviamo dal 2008 a oggi mi sembrano molto chiare: un'espansione aggressiva della massa monetaria unita a stimoli di bilancio finché l'efficacia della politica monetaria è limitata dallo zero lower bound. Ma nella mente dei nostri contestatori succedono cose strane, e continuiamo a vedere gente che sostiene cose come queste, a proposito delle teorie keynesiane:

A. Qualsiasi ripresa economica, anche se lenta e tardiva, dimostra che le teorie keynesiane sono sbagliate. Per smentire questa tesi rimando al punto 2.

B. I keynesiani sono convinti che stampare moneta risolva tutti i problemi. Tornate al punto 3: stampare moneta può risolvere il problema specifico di un'economia che opera nettamente al di sotto delle proprie capacità. Nessuno ha mai detto che stampare moneta possa evocare per magia un aumento di produttività o curare il raffreddore.

C. I keynesiani sono favorevoli alla spesa in disavanzo in qualsiasi condizione. Come ho detto nel punto 4, le condizioni per invocare stimoli di bilancio sono piuttosto restrittive: si dev'essere in presenza di un'economia depressa e di una politica monetaria pesantemente limitata nella sua efficacia; insomma, il Mondo in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni.

Non mi illudo che questa spiegazione possa dissuadere i soliti sospetti dal ripetere le solite falsità.

Ma forse aiuterà gli altri a replicare più efficacemente.»

Krugman afferma che «Le economie a volte producono molto meno di quanto potrebbero»; che «scegliere di non fare niente per un'economia depressa significa accettare senza alcuna necessità un lungo periodo di patimenti»; che «è possibile abbreviare drasticamente questo periodo di sofferenze e ridurre enormemente i costi umani e finanziari “stampando moneta”, cioè usando il potere della Banca Centrale di creare moneta per spingere in basso i tassi di interesse» e che «a volte, però, la politica monetaria perde efficacia, specie quando i tassi sono prossimi allo zero.»

 

Come giustamente scrive Domenico Pesce nel pezzo “Lo Stato non è un azienda come un azienda non è uno Stato”: «“Un Paese non è un azienda”, scriveva magistralmente anni fa Paul Krugman...»

Ancora: «Un’azienda per sopravvivere deve fare profitti, mentre uno Stato giusto e vero non può fare profitti sugli stessi Popoli che lo compongono.»

Insomma, lo Stato NON ha bisogno di chiedere i soldi ai cosiddetti “contribuenti” per fare cassa: semplicemente perché lo Stato stampa ed a fine anno, attraverso i deficit, decide quanto lasciare in tasca ai cittadini (deficit significa che le uscite superano le entrate).

Se lo Stato chiede meno di quello che mette in circolazione questo é un BENE per i cittadini, in quanto genera ricchezza.

Se lo Stato chiede più di quello che mette in circolazione é un MALE per i cittadini, perché genera perdita di ricchezza.

Se lo Stato decide di chiudere in “pareggio”, per i cittadini non cambia assolutamente nulla.

Come “giustissimamente” é scritto nel pezzo “Il M5S di Monfalcone (FVG) alle elezioni comunali presenta il programma del Direttore Dipartimento Economia MR Domenico De Simone. A Roma, in attesa di Galloni, si pratica la decrescita infelice…”, precisamente nel passaggio “Reddito di cittadinanza e moneta complementare”: «Nell'economia dell'Euro le Amministrazioni comunali sono le più penalizzate da manovre restrittive  (patto di stabilità) e da impietosi tagli di risorse da parte delle Regioni e dello Stato. Fare cassa attraverso le multe e le antenne è l'unica entrata certa, salvo ricorrere ad ulteriori indebitamenti bancari o, peggio ancora, alienando beni pubblici in disuso.

Quindi, garantire uno stato sociale dignitoso e sbandierare promesse elettorali senza fare i conti con l'Euro, diventa pura demagogia, pertanto il nostro programma sociale prevede di adottare un processo di emissione di obbligazioni a tasso negativo, con cui finanziare nuovi servizi pubblici ed erogare un reddito di cittadinanza ai residenti, senza aumentare il debito del Comune.

Il progetto è riconducibile al modello di FAZ o Zona Autonoma Finanziaria, il cui dettaglio è descritto nel sito di Domenico De Simone, il quale la definisce così:

“La FAZ è una proposta concreta per un cambiamento economico strutturale e sostenibile   attraverso un  innovativo  modello  di aggregazione socio-produttiva, basato sulla partecipazione, che facilita allo stesso tempo la creazione di ricchezza e la sua redistribuzione sociale garantendo il sostegno, la protezione e lo sviluppo dell’economia locale, la salvaguardia delle fasce economicamente più deboli della popolazione locale e l’aumento dell’erogazione di servizi di pubblica utilità, senza generare debito.”

Attraverso questo strumento di moneta complementare, utilizzata anche in Germania e Svizzera, si rivitalizza davvero il mondo dei consumi e dell'economia locale, permettendo ai cittadini di tesaurizzare l'Euro.

Il reddito di cittadinanza (comunale) diventa di conseguenza il mezzo attraverso cui redistribuire equamente la ricchezza del territorio al territorio, senza rischi di speculazione, grazie al tasso negativo che svaluta la moneta col passare del tempo, in quanto va fatta circolare.»

Cito un altro passaggio del pezzo “Lo Stato non è un azienda come un azienda non è uno Stato” di Domenico Pesce: «Un’azienda per sopravvivere deve fare profitti, mentre uno Stato giusto e vero non può fare profitti sugli stessi Popoli che lo compongono.»

“Lo Stato non è un azienda come un azienda non è uno Stato”, scrive Domenico Pesce.

Putroppo, però, attualmente, l’Italia e tutti gli altri Paesi che hanno adottato l’Euro come moneta, funzionano esattamente come un’azienda. Quindi, per sopravvivere, devono assolutamente fare profitti sugli stessi Popoli che lo compongono...

Non a caso (cito nuovamente Paul Krugman) il Nobel per l’Economia Paul Krugman, a proposito dell’Euro e dell’Italia, ha più volte affermato: «Adottando l'Euro, l'Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica». Ancora: «Quando negli anni Novanta citavo l'Italia quale esempio di come i Paesi avanzati possano sopportare pesanti debiti pubblici, non ero “naif” (il termine “NAIF” significa ingenuo). All'epoca l'Italia aveva una propria moneta, e il suo debito era denominato in tale valuta, è vero che era ancorata al marco tedesco, ma c'era sempre la possibilità di sganciarsi. Con l'adesione all'euro, l'Italia di fatto si è trasformata macro-economicamente in un Paese del Terzo Mondo, con i debiti in valuta straniera, e si è esposta a crisi del debito.»

Ecco perché forze come il Movimento Roosevelt ed economisti come Domenico De Simone, Nino Galloni ed altri, per cercare di far si che il Paese non affondi completamente e definitamente, cercano di applicare un alternativa monetaria all’Euro (che NON é moneta sovrana e quindi non può essere stampata “liberamente”...) per cercare di rendere una vita diciamo normale anche a tutti quei cittadini che vivono nei Paesi che funzionano esattamente come i Paesi Terzo Mondo: in questo caso, l’Italia...

Ecco perché Domenico De Simone ha lanciato l’idea dei FAZ (Zona Autonoma Finanziaria): «Processo di emissione di obbligazioni a tasso negativo, con cui finanziare nuovi servizi pubblici ed erogare un reddito di cittadinanza ai residenti, senza aumentare il debito del Comune.»

Ecco perché Nino Galloni ha lanciato l’idea dei BAC: «Buoni di acquisto comunali utilizzabili anche per il salario dei lavoratori che potrebbero essere strappati alla loro condizione di disoccupato.»

Bisogna lavorare per cercare di creare la Piena Occupazione ed il Pieno Stato Sociale anche in quei Paesi come l’Italia che funzionano come Paesi Terzo Mondo (l’unica differenza/fortuna dell’Italia e che prima ha visto la moneta sovrana e poi l’Euro, mentre i Paesi del Terzo Mondo non hanno mai conosciuto le possibilità di una sovranità monetaria ben applicata, quindi lontana dalla possibilità degli speculatori/“squali”).

La Piena Occupazione ed il Pieno Stato Sociale sono i pilastri di un Stato dignitoso (quello che Domenico definiva “Stato giusto e vero”).

La Piena Occupazione ed il Pieno Stato Sociale sono due dei pilastri di coloro che decidono di adottare gli insegnamenti Keynesiani e Rooseveltiani.

La Piena Occupazione ed il Pieno Stato Sociale sono due dei pilastri del Movimento Roosevelt (oltre, naturalmente, all’applicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di Eleanor Roosevelt voluta per consegnare Diritti Umani per tutti e per ciascuno in ogni angolo del Mondo).

La Piena Occupazione ed il Pieno Stato Sociale sono due delle principali ragioni per cui battersi.


Vincenzo Bellisario

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