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Il presidente del Movimento Roosevelt: usciamo dai tempi bui dell'Inquisizione, il ceto politico accetti lo Stato di diritto e la smetta di invocare dimissioni per un avviso di garanzia. Ne va del prestigio della magistratura, che resta un cardine della democrazia.

Giù le mani da Armando Siri, e anche dalla magistratura: i pm devono poter operare liberamente, senza il sospetto che svolgano indagini a orologeria. Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca il giustizialismo dei 5 Stelle, che pretendono le dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri solo perché indagato (per presunte agevolazioni concesse a imprese del settore dell'energia eolica). "Vorrei stigmatizzare l'analfabetismo costituzionale e politico di Luigi Di Maio, che non perde occasione per mostrare la sua inadeguatezza ad essere il capo politico di un soggetto importante come il Movimento 5 Stelle", afferma Magaldi, in web-streaming su You-Tube con Fabio Frabetti di "Border Nights". "Intonando la cantilena che negli ultimi decenni hanno cantato tanti politici, Di Maio ha detto che Siri, in attesa che la magistratura appuri se è innocente o colpevole, dovrebbe intanto dimettersi per opportunità politica e morale. E se Siri è innocente – protesta Magaldi – quale moralità gli dovrebbe imporre di essere eliminato dallo scenario politico solo perché sottoposto a un'inchiesta che magari alla fine si riconoscerà sbagliata?".

Questione morale? "Come si fa a sovraordinare una presunta morale allo Stato di diritto? La moralità pubblica è proprio quella che promana dallo Stato di diritto", sottolinea Magaldi, che denuncia lo "stile inappropriato", usato da Di Maio e anche dal ministro Toninelli, che ha tolto le deleghe a Siri: "Un atto improprio, becero e inopportuno, in un momento così delicato nei rapporti tra 5 Stelle e Lega". Pur critico sull'operato del governo Conte, troppo timido con Bruxelles, il presidente del Movimento Roosevelt apprezza l'impegno di Siri: ha dato più spessore e più maturità all'ex Carroccio, ispirando la scuola politica del partito e lanciando l'idea della Flat Tax. Una misura – il taglio delle tasse – che va nella direzione giusta: "Non sarà risolutiva, ma contribuisce comunque ad aggredire la malattia socio-economica dell'Italia, che è il rigore imposto dal neoliberismo". Coincidenze: si attacca Siri proprio ora che si riparla di Flat Tax. Un modo per colpire Salvini e affondare il governo, in un momento così tormentato per il "matrimonio" gialloverde? "Dobbiamo liberare i magistrati da qualunque ombra", insiste Magaldi. "E quindi bisogna che il ceto politico la smetta di pensare che si possa sovrapporre una seconda morale alla morale pubblica, già garantita dal principio in base al quale si è innocenti fino a prova contraria".

Purtroppo, aggiunge Magaldi, da Tangentopoli in poi "abbiamo vissuto un rigurgito di cultura inquisitoriale, di tempi bui, antichi e pre-moderni", in un'Italia "vessata per secoli da una cultura clericale, quella che considera tutti peccatori, in attesa di redenzione". In democrazia, "si resta innocenti anche di fronte a un avviso di garanzia (o persino un rinvio a giudizio, o una condanna di primo grado)". Se si applicasse questa regola, sottolinea Magaldi, "a nessuno verrebbe il sospetto di interferenze improprie, da parte della magistratura". Aggiunge Magaldi: "La cultura del sospetto appartiene ai regimi liberticidi, non alla tradizione democratica". Ostilità e doppiopesismo: nessuno, nella Lega, si è sognato di chiedere le dimissioni della Raggi, a sua volta indagata. "Io non voglio avere il sospetto che un'indagine, anziché essere mirata ad accertare la verità, persegua finalità improprie", conclude Magaldi: "Questi dubbi sono perniciosi per lo stesso prestigio della magistratura, che è uno dei cardini della democrazia".


UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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(Articolo del 26 aprile 2019)